Pubblicato il 24 gennaio 2007
Seduta n. 93
VALPIANA , ALFONZI , CONFALONIERI , DEL ROIO , DI LELLO FINUOLI , EMPRIN GILARDINI , MARTONE , NARDINI , VANO , BONADONNA , ALBONETTI , BOCCIA Maria Luisa , ZUCCHERINI , LIOTTA , RUSSO SPENA , ALLOCCA - Ai Ministri della salute e dello sviluppo economico. -
Premesso che:
risulta agli interroganti che la casa farmaceutica multinazionale Novartis ha intrapreso un’azione giudiziaria contro il Governo indiano, volta ad ottenere la declaratoria di illegittimità della disciplina indiana dei marchi e dei brevetti farmaceutici che, non riconoscendo la brevettabilità dei medicinali, ha consentito sino al 2005 la produzione di farmaci di ottima qualità, a prezzi accessibili anche per le fasce più deboli della popolazione (non solo indiana, ma di tutto il mondo), in quanto privi dell’addizionale relativa al brevetto;
la rilevanza economica e sociale della produzione indiana di farmaci può evincersi peraltro dalla significativa circostanza che più della metà dei medicinali utilizzati per curare l'Aids nei Paesi più poveri sono prodotti in India;
la stessa organizzazione “Medici senza frontiere”, nel manifestare la propria preoccupazione per le conseguenze che un eventuale accoglimento dell’istanza della Novartis determinerebbe a livello economico-sociale, non ha omesso di sottolineare che i medici membri dell’organizzazione utilizzano farmaci indiani per curare più dell’80% degli 80.000 pazienti sieropositivi che a loro si rivolgono;
appare peraltro opportuno rilevare che, a fronte della richiesta avanzata al Governo indiano dall'Organizzazione mondiale del commercio, di riconoscere la brevettabilità dei farmaci, il legislatore indiano ha previsto una disciplina fondata su un adeguato e ragionevole bilanciamento tra tutela della proprietà intellettuale, da un lato, e garanzia effettiva del diritto alla salute e alla vita dei cittadini, dall’altro;
appare in tal senso significativo che la legge indiana preveda la brevettabilità dei soli farmaci realmente innovativi, al fine di prevenire la tendenza – diffusa tra le cause farmaceutiche – a chiedere la brevettabilità di farmaci del tutto identici ad altri preesistenti, salvo che per aspetti marginali, quali ad esempio miglioramenti apportati sulle molecole già note ed in commercio, ottenendo così un’estensione del brevetto e il conseguente consolidamento del monopolio sulla produzione di quel determinato principio attivo;
tali comportamenti delle industrie farmaceutiche, che presuppongono una strumentalizzazione a fini illeciti del regime dei brevetti, favoriscono ovviamente il consolidamento dei monopoli sui farmaci e ne gonfiano i prezzi in maniera tale da precluderne l’accesso a milioni di persone, anche gravemente malate, le cui speranze di salvezza dipendono dalla possibilità di avvalersi di tali medicinali;
considerato che:
la produzione di medicinali generici in India rappresenta una risorsa vitale e ineludibile per garantire a milioni di persone nel mondo il diritto alla salute, sancito come inviolabile dall’art. 32 Costituzione;
in particolare, la produzione indiana di tali farmaci rappresenta il mezzo più efficace per garantire la continuazione della cura delle persone sieropositive, che, sviluppando inevitabilmente delle resistenze alle terapie, necessitano di accedere a farmaci di nuova generazione, per i quali sono state già avanzate da più parti richieste di brevetto in India;
è evidente che, qualora l’istanza avanzata in sede giurisdizionale dalla Novartis, al solo fine di mantenere la propria posizione di monopolio nella produzione di farmaci, venisse accolta, ne deriverebbe un inammissibile pregiudizio al diritto alla salute di milioni di persone, che versano nell’assoluta impossibilità di accedere a farmaci costosi quali sono quelli prodotti in regime di monopolio, in quanto brevettati;
deve, del resto, rilevarsi come l’azione giudiziaria intrapresa dalla Novartis rappresenti un ulteriore tentativo di consolidare ancora una volta i propri privilegi, in danno della garanzia del diritto alla salute delle persone, dal momento che già nel 1999, unitamente ad altre 38 multinazionali farmaceutiche, la Novartis aveva citato in giudizio il Governo del Sudafrica, per costringerlo ad abrogare una legge (il "Medicine Act"), che consentiva la produzione in loco di farmaci contro l'Aids a prezzi più contenuti rispetto a quelli praticati dalle multinazionali;
in quel caso, le conseguenze pregiudizievoli che sarebbero derivate dall’accoglimento dell’istanza delle multinazionali, sono state evitate grazie alle proteste dell'opinione pubblica di tutto il mondo, che costrinsero le 39 industrie farmaceutiche a rinunciare all’azione;
appare quindi evidente come anche in questo caso la possibilità di garantire a milioni di persone il diritto alla salute dipenda in gran parte dalla pressione che l’opinione pubblica e le istituzioni eserciteranno sulla Novartis, al fine di indurla a desistere dall’azione giudiziaria intrapresa,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo, alla luce delle considerazioni sinora svolte, non ritengano opportuno, nell'ambito delle prorpie specifiche competenze, assumere ulteriori informazioni in merito alla questione in analisi, ed in particolare in ordine agli effetti pregiudizievoli che l’eventuale accoglimento dell’istanza avanzata dalla Novartis potrebbe determinare per tutti i malati che necessitano di avvalersi di medicinali generici, non disponendo di risorse adeguate per acquistare farmaci prodotti in regime di monopolio;
quali misure i Ministri in indirizzo, nell'ambito delle proprie specifiche competenze, ritengano opportuno adottare, al fine di impedire la violazione del diritto alla salute dei cittadini che deriverebbe dall’eventuale accoglimento dell’azione della Novartis, se del caso intervenendo presso gli organi dirigenti di tale industria farmaceutica, così da indurli a desistere dalla prosecuzione del procedimento giudiziario.