Atto n. 4-00785

Pubblicato il 26 ottobre 2006
Seduta n. 63

BULGARELLI - Al Ministro della giustizia. -

Risultando all'interrogante che:

il sig. Salvatore Sechi, sospettato di collusioni con formazioni terroristiche e di aver partecipato alla realizzazione di alcuni, falliti, attentati a partire dall'anno 2002, è stato arrestato l’11 luglio 2006 nell'ambito dell'operazione giudiziaria "Arcadia", scattata nei confronti di numerosi esponenti del movimento indipendentista sardo, in particolare contro aderenti dell'organizzazione "A Manca pro s'Indipendentzia", della quale il sig. Sechi fa parte;

gli arrestati, tutti appartenenti ad "A Manca", sono tuttora sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere, e gli indizi a loro carico si fondano quasi esclusivamente su un imponente mole di intercettazioni ambientali e telefoniche, stralci delle quali sono riportate nell'ordinanza applicativa di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari;

essendo tali intercettazioni l'asse portante dell'inchiesta in oggetto, gli avvocati difensori degli indagati richiedevano, già in data 31 luglio 2006, la trascrizione e/o trasposizione delle intercettazioni; richiesta per la quale il Gip concedeva il nulla osta; tuttavia il Pubblico ministero, a tutt'oggi, non ha proceduto al deposito delle intercettazioni, rendendole così indisponibili agli avvocati (questione che l'interrogante ha posto in una precedente interrogazione, atto 4-00591);

allo stesso tempo, il 25 luglio 2006, su un quotidiano sardo comparivano indiscrezioni circa alcune intercettazioni che sarebbero state acquisite agli atti dell'inchiesta, e in quanto tali secretate, lasciando supporre, pertanto, un uso illegittimo delle stesse da parte del quotidiano; in buona sostanza, mentre agli avvocati della difesa veniva negato il diritto di accedere alle intercettazioni in base alle quali i loro assistiti sono stati arrestati, il contenuto di parte di queste stesse interrogazioni è stato illecitamente reso noto dal quotidiano, prefigurando la più classica delle "fughe di notizie";

il sig. Sechi ha trascorso i mesi successivi al suo arresto presso il carcere Buoncammino di Cagliari, in regime di custodia cautelare e, durante tale periodo, la sua condotta è stata irreprensibile; tuttavia, nei giorni scorsi il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia ha disposto, dietro richiesta formale del direttore del carcere, dott. Gianfranco Pala, il trasferimento del Sechi presso il carcere di Parma;

tale misura appare all'interrogante incomprensibile, in considerazione del fatto che non paiono certo sussistere ragioni di carattere logistico che, vista l'alta concentrazione di istituti di pena presenti nell'isola, possano motivare il trasferimento del Sechi presso altro carcere situato nel continente; si fa inoltre presente che, nella fattispecie, il trasferimento nella città di Parma assume una connotazione oggettivamente punitiva per il sig. Sechi, nella misura in cui esso comporta per i suoi familiari spostamenti onerosi sia in termini di tempo che economici e che gli stessi legali che ne curano la difesa non potrebbero svolgere con la necessaria continuità il proprio mandato,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga, per quanto di competenza, il trasferimento del sig. Sechi presso il carcere di Parma del tutto immotivato, in considerazione del fatto che questi è tuttora in attesa di giudizio, che la sua condotta in carcere non ha dato adito a preoccupazioni di sorta, che lo spostamento in istituto con sede in "continente" costituirebbe grave pregiudizio per i rapporti con i suoi familiari e con i legali del collegio di difesa e, pertanto, se non ritenga opportuno, nell'ambito delle proprie competenze, sollecitare il ritorno del sig. Sechi presso un istituto di pena sardo.