Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00774

Atto n. 4-00774

Pubblicato il 25 ottobre 2006
Seduta n. 61

CARRARA - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. -

Premesso che:

l’ENCI, Ente nazionale della cinofilia italiana, è un ente riconosciuto dallo Stato Italiano, sottoposto alla vigilanza del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, che svolge la sua attività senza fini di lucro;

il disciplinare del libro genealogico del cane di razza, approvato con decreto ministeriale 21095 del 5 febbraio 1996, regolamenta l’attività pubblicistica dell’ENCI;

allo svolgimento dell’attività del Libro genealogico provvede l’ENCI con: CTC, Commissione tecnica centrale, Ufficio centrale del libro genealogico; il Corpo degli esperti giudici; l’attività del corpo degli esperti è regolamentata dal disciplinare del corpo degli esperti approvato con decreto ministeriale 20633 del 20 febbraio 2004;

sono state presentate all’ENCI stesso, al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ed all’autorità giudiziaria numerose denunce nei confronti di esperti giudici che, pur mancando dei requisiti richiesti, sembra abbiano abusivamente giudicato per anni prove di verifica zootecnica dei cani di razza;

considerato che:

l’ENCI ha organizzato il derby per i cani da ferma delle razze inglesi nei giorni 10 e 11 marzo 2006. Sembra che la selvaggina usata per la circostanza sia stata liberata in quei giorni, violando il regolamento delle prove per i cani delle razze da ferma art. 45: “non sarà mai idonea selvaggina di recente immissione”; questo ha alterato e/o falsificate le verifiche zootecniche;

i punti sopra citati violano l’art. 19 del disciplinare del libro genealogico: “chiunque sottragga, alteri o contraffaccia i documenti ed i contrassegni depositati (sul pedigree ) (…) è perseguito a norma di legge”. Parte integrante del pedigree (certificato genealogico) sono i titoli (Camp. it, Camp. di lav. etc.) che compaiono sul Certificato stesso; questi titoli vengono acquisiti mediante le verifiche zootecniche, ma se queste vengono alterate si tratta di un falso;

i cani delle razze da ferma che ottengono titoli in prove di verifica zootecnica hanno un valore di mercato anche di 25.000 euro e le loro monte ed i cuccioli da loro prodotti hanno un prezzo nettamente superiore alla media di mercato; ciò configura il reato di frode in commercio ed un notevole danno economico per i soci allevatori dell’ENCI che allevano le stesse razze;

le verifiche zootecniche per i cani di razza sono alla base delle attività del libro genealogico gestito dall’ENCI su mandato del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali;

dagli atti risulta che tra i denunciati figurerebbero esperti giudici che occupano anche i vertici dell’ENCI e che siedono nel consiglio direttivo dello stesso ente;

nei giorni scorsi è apparso sul “Corriere dell’Umbria”, un articolo che informava del fatto che il Pubblico ministero del Tribunale di Perugia ha iscritto nel registro degli indagati “sei giudici di gara ritenuti privi di requisiti richiesti”,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover procedere, anche per la tutela dei soci allevatori e della zootecnia italiana, ad un’accurata indagine per verificare la corretta applicazione del decreto ministeriale 21095 del 5 febbraio 1996, del decreto ministeriale 20633 del 20 febbraio 2004 e delle Norme tecniche, decreto ministeriale 21203 del 8 marzo 2005, affinché non sia compromesso il rapporto fiduciario tra il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e l’ENCI, per la tenuta dei libri genealogici;

se alla luce dei fatti riportati in premessa, non ritenga necessario ed urgente procedere a valutare la situazione relativa alle verifiche zootecniche, se gli esperti giudici ENCI siano in possesso dei requisiti necessari per espletare l’importante funzione loro attribuita, che è alla base della cinotecnia e, ove ne ricorressero i presupposti, di procedere al commissariamento dell’ENCI.