Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-10251
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Atto n. 4-10251
Pubblicato il 7 marzo 2006
Seduta n. 964
DE PETRIS - Al Ministro delle politiche agricole e forestali. -
Premesso che:
per iniziativa del Governo è stata inserita nella legge comunitaria 2005 (legge 25 gennaio 2006, n. 29) una disposizione abrogativa dei commi 1 e 2 dell’art. 38 del decreto del Presidente della Repubblica 23 aprile 2001, n. 290, che esentava i fitofarmaci naturali, i prodotti corroboranti e protettivi delle piante utilizzati in agricoltura biologica e biodinamica dalle complesse procedure autorizzative previste per i prodotti agrochimici;
l’entrata in vigore dal 23 febbraio 2006 della suddetta norma abrogativa ha di fatto messo fuorilegge gran parte delle preparazioni naturali utilizzate per la cura delle piante in agricoltura biologica e biodinamica e costretto a sospendere ogni attività delle molte piccole aziende nazionali che producono e commercializzano tali formulati, senza prevedere peraltro alcuna disposizione per l’esaurimento delle scorte;
l’approvazione delle disposizioni in questione ha di fatto bloccato l’adozione di norme specifiche di autorizzazione semplificata per tali formulati naturali, compatibili con la disciplina comunitaria, già previste in bozza e pronte per l’adozione in un provvedimento predisposto d’intesa dai Ministeri della salute e delle politiche agricole, al termine di apposita istruttoria tecnica;
le norme abrogative sopra citate rischiano di provocare gravi difficoltà all’esercizio dell’attività delle aziende agricole biologiche, tenuto conto che l’Italia riveste tutt’ora il primato in Europa per numero di tali aziende e per ettari dedicati a queste modalità di coltivazione,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano necessario disporre l’adozione di norme urgenti rivolte a consentire in via transitoria la commercializzazione dei formulati naturali utilizzati in agricoltura biologica e biodinamica fino all’adozione di norme autorizzative specifiche per questo comparto, tenuto conto dei gravi danni che l’inerzia del Governo potrebbe invece arrecare ad un settore vitale dell’economia agricola nazionale.