Pubblicato il 6 dicembre 2005
Seduta n. 917
MALABARBA - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -
Per conoscere, in relazione a quanto scritto dall'on. Lelio Lagorio, già Ministro della difesa, nel suo libro "L'ora di Austerlitz: la svolta che mutò l'Italia" (Edizioni Polistampa, Firenze, 2005), a pag. 143: "(...) Quanto alla bomba italiana il fatto che gli euromissili avessero dato al Paese un superiore rango internazionale suggerì a qualche ambiente militare l'idea che una bomba italiana avrebbe stabilmente assicurato tale rango. La bomba costava poco e il nostro apparato scientifico-tecnico-industriale era in grado di produrla. Con me ne parlò espressamente il Capo di Stato Maggiore, amm. Torrisi. Più tardi l'idea venne risollevata dal mio sottosegretario alla difesa Ciccardini in sintonia con l'esperto Stefano Silvestri (autunno 1982). Era vero che l'Italia aveva ratificato il trattato di non proliferazione nucleare, ma da poco e dopo molte incertezze e resistenze. Un ripensamento era sempre possibile", poiché queste dichiarazioni pongono in dubbio l'affidabilità del nostro Paese in quanto sottoscrittore di trattati internazionali:
se la questione relativa al programma di armamento nucleare fosse stata coperta da segreto e cosa risulti in merito all'UCSI, l'Ufficio Centrale di Sicurezza, che era stato alle dipendenze del generale Giuseppe Santovito (iscritto alla P2), mentre era Capo di Stato Maggiore della difesa l'ammiraglio Torrisi (pure iscritto alla P2) e quale durata fosse stata attribuita alla segretezza e se tale segretezza sia ancora in vigore o meno e, in caso affermativo, se la documentazione relativa al programma nucleare sia disponibile;
se il Camen (Centro applicazioni militari energia nucleare) fosse stato istituito in relazione alla possibilità di costruire la bomba nucleare in Italia passando attraverso la realizzazione di un reattore nucleare da installare sulla nave E. Fermi e sul sommergibile G. Marconi;
se siano ancora in corso studi per il nucleare italiano, soprattutto in campo tattico, e se fosse stata prevista la sperimentazione di queste armi in poligoni italiani;
cosa giustifichi attualmente il mantenimento del Camen, struttura che tra l'altro ha prodotto una notevole quantità di scorie nucleari, delle quali si è recentemente parlato in relazione al processo per le scorie ritrovate presso i depositi dell'arsenale di La Spezia;
quale ruolo ebbe in questa vicenda uno dei direttori del Camen, l'ammiraglio Vittorio Forgiane (iscritto alla P2), e se venne appurata la natura dei documenti che gli vennero sequestrati, dando origine a un procedimento giudiziario.