Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-09689

Atto n. 4-09689

Pubblicato il 17 novembre 2005
Seduta n. 901

SODANO - Ai Ministri per i beni e le attività culturali e dell'interno. -

Premesso che:

in Piazza dei Martiri, frazione San Giovanni del Comune di Ceppaloni (Benevento), è sito un fabbricato di interesse storico denominato "Palazzo Foglie", prospiciente sull'unica piazza del paese (foglio n. 18, particella n. 83, mappe catastali);

unitamente all'immobile, sono presenti anche due lotti di terreno contigui (foglio n. 18, particelle 105 e 84);

detto fabbricato è stato dichiarato, con decreto del 19 gennaio 1987, dal Ministero per i beni culturali ed ambientali, "di particolare interesse storico-artistico" ai sensi della legge 1089/39;

in data 21 ottobre 1986, con deliberazione di giunta comunale n. 329, il Comune di Ceppaloni approvava la dichiarazione della pubblica utilità per l'avvio dell'esproprio del "Palazzo Foglie" e dei relativi adiacenti lotti di terreno (all'epoca dei fatti di proprietà, così come il Palazzo, degli eredi della famiglia Cotone);

la finalità dell'esproprio dell'immobile, da parte del Comune di Ceppaloni, era la ristrutturazione dello stesso per destinarlo a sede di comitati civici, attività culturali attrazione turistica e biblioteca comunale;

per perseguire tale finalità, in data 21 ottobre 1986 la giunta comunale di Ceppaloni, con delibera n. 329, approvava il progetto di ristrutturazione e restauro sia del Palazzo Foglie che delle aree adiacenti, considerato che fino a quel momento l'immobile e le aree circostanti versavano in stato di completo abbandono;

a seguito dell'avvio della proceduta d'esproprio, i proprietari del Palazzo Foglie (gli eredi della famiglia Cotone) decidevano di vendere l'immobile, senza però pubblicizzare tale decisione;

l'immobile e le aree adiacenti furono acquistati dalla signora Maria Mignone, per un prezzo di circa 80 milioni di vecchie lire, come risulta dagli atti notarili, nonostante che il valore di mercato fosse notevolmente superiore (circa mezzo miliardo);

la vendita del "Palazzo Foglie" da parte degli eredi Cotone, alla signora Mignone pare fosse stata dettata dalla comunicazione dell'avvio della procedura d'esproprio da parte del Comune di Ceppaloni ai vecchi proprietari;

stranamente, la signora Maria Mignone aveva acquistato l'immobile e le aree circostanti nonostante gli atti espropriativi fossero già stati pubblicati sul Bollettino Ufficiale della regione Campania, affissi all'albo pretorio del Comune di Ceppaloni e nei locali pubblici del medesimo Comune;

a compravendita avvenuta, il Comune di Ceppaloni, in data 19 settembre 1987, con deliberazione n. 382 di Giunta comunale, revocava la propria precedente delibera n. 329 del 21 ottobre 1986, relativa all'avvio della proceduta di esproprio;

l'effetto giuridico della delibera di giunta n. 382/87, di revoca della procedura d'esproprio, era la consegna del "Palazzo Foglie" e dei terreni adiacenti, ovviamente ai legittimi proprietari, ma non più agli eredi Cotone, bensì alla signora Maria Mignone;

successivamente, la signora Maria Mignone decise la ristrutturazione del Palazzo Foglie, ristrutturazione per la quale beneficiò di finanziamenti pubblici, per circa 800 milioni di lire, a carico del bilancio del Ministero per i beni e le attività culturali;

tra le condizioni poste dal Ministero, per l'erogazione dei finanziamenti, figurava quella di consentire l'accesso al pubblico all'interno del "Palazzo Foglie" in derminati periodi dell'anno (tre mesi) e quella di non alterare la struttura e le pertinenze della dimora, pena la restituzione delle somme erogate;

la signora Mignone non ha mai ottemperato alle condizioni poste dal Ministero circa l'apertura al pubblico, né il Comune di Ceppaloni, nonostante le comunicazioni della Soprintendenza, ha predisposto apposito calendario e/o cartellonistica indicante gli orari e i giorni di apertura al pubblico del "Palazzo Foglie";

l'originaria architettura e fruizione del "Palazzo Foglie" è stata stravolta nel corso di questi anni, con la realizzazione sul terreno adiacente, di un garage con balconata sovrastante, aderente al prospetto nord-est del Palazzo, nonché è stata costruita una piscina con annesso gazebo, di notevoli dimensioni, senza alcuna autorizzazione e/o nulla osta della Soprintendenza di Caserta;

recentemente, il Comune di Ceppaloni ha posto la proprietaria nella condizione di continuare lo scempio del Palazzo, autorizzando la costruzione di un'autorimessa di notevoli dimensioni (oltre 400 metri quadrati) sul fondo di terreno attiguo e di servizio esclusivo alla storica dimora;

della decisione assunta dal Comune di Ceppaloni, di autorizzare l'autorimessa, è stata interessata la competente Soprintendenza di Caserta che però, a quanto sembra, ha effettuato un primo sopralluogo solo dopo svariate settimane dall'inizio dei lavori, nonostante ci fosse esplicita richiesta a proposito da parte di alcuni cittadini;

l'area sulla quale è stata realizzata l'autorimessa era classificata nello strumento urbanistico attuativo (Piano di recupero) come zona adibita a verde pubblico e, dopo la decadenza di tale piano, il lotto distinto in catasto al foglio n. 18 particella 105 sarebbe dovuto essere riclassificato dal Comune in quanto "zona bianca". Tuttavia lo stesso Comune non ha affatto reiterato il vincolo né proceduto all'effettivo esproprio, così come più volte invece ribadito in precedenza permettendo dunque alla proprietaria signora Mignone Maria di poter proseguire con un'ulteriore "spallata" allo scempio della storica dimora;

la Soprintendenza di Caserta, in seguito a richiesta scritta di alcuni cittadini, ha avviato la proceduta di apposizione del vincolo indiretto ai lotti di terreno attigui al "Palazzo Foglie", soprattutto sull'area interessata di recente dalla costruzione dell'autorimessa, il cui progetto è stato peraltro ampiamente modificato tanto da non apparire nemmeno più un'autorimessa ma evidentemente una struttura da adibire a civile abitazione, così come si evince fra l'altro dalla predisposizione di strutture per l'innalzamento di pilastri in cemento armato;

la stessa Soprintendenza, con lettera del 7 ottobre 2004 si esprimeva nel senso di vietare ulteriori edificazioni imponendo il vincolo pro-tempore (in attesa di definizione del procedimento amministrativo) con il quale si vietava qualsiasi attività edilizia. Fra l'altro, con successiva lettera del 12 gennaio 2005 la stessa Soprintendenza accertava che, sulla particella n. 81, la signora Mignone aveva realizzato un manufatto in spregio alla legislazione vigente. Inoltre, con successiva lettera affermava come "ogni diversa alterazione dello stato dei luoghi arrecherebbe danni alla fruizione visiva della dimora". La stessa Soprintendenza dunque, che in un primo tempo si era espressa chiaramente a tutela del "Palazzo Foglie", sancendo il vincolo indiretto sui lotti di terreno adiacenti, successivamente e improvvisamente, senza apparenti spiegazioni, cambia il proprio parere espresso con più precedenti comunicazioni e non solo ammette la compatibilità dell'edificio già realizzato ma addirittura ne consente un'ulteriore sopraelevazione (allo stato non ancora effettuata),

si chiede di sapere:

quali adempimenti i Ministri competenti intendano porre in essere per perfezionare l'apposizione del vincolo sulle aree adiacenti il "Palazzo Foglie" per meglio tutelarne la fruibilità e la visione;

quali provvedimenti si intendano porre in essere per eliminare lo sconcio costituito dalla piscina, dal gazebo e dal garage realizzati precedentemente senza alcun nulla osta della Soprintendenza;

in che data sia stata inoltrata la richiesta di sopralluogo alla Soprintendenza di Caserta e in che data sia stato effettivamente eseguito, e di motivare eventuali ritardi;

se corrisponda a verità la notizia che la Soprintendenza regionale della Campania ha sconfessato la Soprintendenza di Caserta nella sua relazione tecnico-scientifica; se così è, quali ne siano i motivi;

infine, quali motivazioni abbiano spinto improvvisamente la Soprintendenza di Caserta a mutare completamente la propria opinione espressa precedentemente con numerose missive e documenti.