Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-09553

Atto n. 4-09553

Pubblicato il 19 ottobre 2005
Seduta n. 885

SODANO - Ai Ministri per i beni e le attività culturali, dell'interno, delle infrastrutture e dei trasporti e per gli affari regionali. -

Premesso che:

i terremoti del 23 novembre 1980 e del 14 febbraio 1981 arrecarono gravi danni al patrimonio archeologico, architettonico, storico e artistico della regione Campania;

tra i comuni della provincia di Napoli, Marigliano registrò un’intensità delle scosse pari al VII grado della scala Mercalli, tanto da essere dichiarato “Comune gravemente danneggiato”;

le unità edilizie distrutte o crollate furono quasi duemila e numerose testimonianze architettoniche, chiese e complessi religiosi, risultarono danneggiati in modo grave tanto da richiedere, in alcuni casi, interventi di ristrutturazione particolarmente complessi;

a distanza di ventiquattro anni da quei terribili eventi, molti di quei monumenti con il loro ricco patrimonio d’arte risultano ancora nelle liste dei progetti di restauro da finanziare;

tra i complessi monumentali di notevole importanza storica e artistica, in attesa di urgenti interventi di restauro, vi è la chiesa della Santissima Pietà e San Lazzaro, edificata nella seconda metà del Cinquecento e impreziosita con manufatti di grande interesse artistico e culturale;

le forti azioni sismiche avevano già determinato dissesti alle strutture della chiesa e degli antichi ambienti ipogei, provocando un quadro diffuso di fratture e lesioni. Il lungo periodo di chiusura ha finito con l’accentuare il degrado architettonico della fabbrica monumentale, facendo temere crolli e danni irreversibili alle opere d’arte. La sconnessione del manto di tegole, infatti, sta danneggiando l’orditura cinquecentesca del tetto, di notevole interesse storico e architettonico, causando dissesti e cadute di materiale. Le infiltrazioni di acque meteoriche dalla cupola e dal tetto, insieme a detriti di ogni genere, hanno provocato lo strappo e la caduta dal soffitto della navata del telaio settecentesco e della grande tela raffigurante “La Discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo”, dipinta da Angelo Mozzillo nella seconda metà del Settecento. L’eccesso di umidità sta, inoltre, compromettendo l’apparato di stucchi, realizzato nella prima metà del Settecento, determinando distacchi e cadute nella cupola, nella navata e nelle cappelle;

danni notevoli si registrano anche ai marmi scolpiti, ai pavimenti maiolicati, alla decorazione degli ipogei e al prezioso arredo ligneo, già pesantemente provato dal sisma come dimostrano, peraltro, i gravi danni riportati da alcuni importanti manufatti: in particolare alla cantoria del XVII secolo, sconnessa e dissestata, e al pulpito del XVIII secolo, oggi rimosso e sistemato in locali di fortuna. I danni subiti dall’ambiente di conservazione e l’esposizione prolungata alle intemperie e alle variazioni di temperatura stanno arrecando, insomma, un duro colpo ad una situazione già precaria, avviando un processo irreversibile di perdita di un notevole patrimonio culturale. Il forte aumento dell’umidità ha favorito il proliferare degli insetti xilofagi, concentrati in modo diffuso sugli stalli dei confratelli, le porte, i portoni e l’antico mobilio rinascimentale. Il livello di grave e pericolosa fatiscenza è evidente anche sulle sculture policrome sei-settecentesche, che presentano una massiccia aggressione di parassiti con conseguente caduta di varie parti e sui pregevoli dipinti, che presentano dissesti, sconnessioni, strappi, dilavamento e cadute di colore,

si chiede di sapere:

se siano stati assegnati fondi per il restauro della chiesa ai sensi della legge 219/81;

se siano state effettuate opere provvisionali atte a scongiurare il crollo della fabbrica monumentale o di parti di essa;

se siano stati progettati ed eseguiti interventi di somma urgenza per risanare le strutture dai danni del sisma e dal degrado, determinatosi in seguito al lungo periodo di chiusura e abbandono;

se siano stati effettuati interventi di risanamento alla cupola, di consolidamento degli stucchi e di scialbatura delle decorazioni pittoriche e lapidee pertinenti ad essa;

se siano state predisposte misure per il recupero dell’agibilità degli antichi ambienti ipogei e per la conservazione delle relative superfici decorate;

se siano stati avviati lavori di consolidamento e di restauro al soffitto della navata e al sistema di copertura in capriate lignee del XVI secolo, gravemente danneggiato da infiltrazioni meteoriche;

se siano stati intrapresi provvedimenti per la messa in sicurezza, il recupero e il restauro del prezioso arredo ligneo, dei dipinti su tela e su tavola, delle sculture policrome, degli elementi decorativi in stucco, marmo e pietra vesuviana presenti nel complesso monumentale.