Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00784

Atto n. 2-00784

Pubblicato il 5 ottobre 2005
Seduta n. 878

BRUTTI - Al Ministro delle comunicazioni. -

Premesso che:

il giornale "L’Unità", in un articolo del 26 settembre 2005 a firma Francesco Luti, riporta la notizia che Paolo Berlusconi, fratello dell’attuale Presidente del Consiglio dei ministri, On. Silvio Berlusconi, è distributore, attraverso la società Solari.com, dei prodotti a marchio Amstrad;

la società Amstrad, tra altri, produce i decoder atti a ricevere il segnale del digitale terrestre;

l’acquisto di detti decoder è incentivato con un contributo pubblico, stanziato nelle ultime leggi finanziarie;

in ultima analisi si tratta di un contributo all’acquisto finanziato con i soldi dei contribuenti;

il ministro Landolfi ha annunciato pubblicamente che è intenzione del Governo rinnovare lo stanziamento di fondi per la diffusione del digitale terrestre;

secondo indagini di mercato, che prendono in esame il periodo gennaio-luglio 2005, la quota di mercato di Amstrad nel digitale terrestre è pari al 6,9%;

la vendita di tali decoder, tra le altre modalità, avviene anche attraverso il servizio Media Shopping, di proprietà di RTI s.p.a., società quest'ultima del gruppo Mediaset, servizio che utilizza trasmissioni sui canali Mediaset;

Mediaset è dunque beneficiaria diretta degli incentivi governativi, rimborsati alla società attraverso l’esercizio commerciale Media Shopping;

i decoder Amstrad vengono venduti in abbinamento ad una smart card “Mediaset Premium” del valore di 10 euro, e ciò determina un finanziamento rivolto, di fatto, ad un solo operatore del digitale terrestre a scapito degli altri,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo fosse stato a conoscenza di quanto sopra esposto nel momento in cui ha predisposto l’ulteriore finanziamento dell’acquisto di decoder per il digitale terrestre;

se non ritenga che il finanziamento pubblico di un operatore in digitale terrestre, nella fattispecie Mediaset, a scapito degli altri, configuri una grave violazione della parità di condizione nella libera concorrenza;

se, tutto ciò procurando una posizione dominante della società Mediaset nel digitale terrestre e un suo conseguente indebito arricchimento, non induca il Ministro ad avviare un’indagine, avvalendosi dei suoi poteri di indirizzo e controllo, trasmettendo opportuna documentazione all’Autorità di Vigilanza delle Telecomunicazioni e alla stessa Autorità Antitrust;

se il Ministro non ravvisi anche che l’evidente commistione tra interessi privati e pubblici che riguardano, a questo punto, non solo il Presidente del Consiglio, proprietario di Mediaset, ma anche suo fratello, distributore di decoder sovvenzionati dal Governo, configuri una violazione della recente normativa sul conflitto d’interessi;

se e quali iniziative il Ministro intenda adottare per impedire il permanere di questo stato di cose, illegittimo, illecito e gravemente compromissorio dello sviluppo di un settore innovativo delle comunicazioni televisive e radiofoniche.