Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-09245

Atto n. 4-09245

Pubblicato il 2 agosto 2005
Seduta n. 859

DONATI - Ai Ministri dell'ambiente e per la tutela del territorio e delle attività produttive. -

Premesso che:

la ditta Edipower SpA ha presentato al Ministero delle attività produttive, in data 22 dicembre 2003, istanza di autorizzazione unica, previa esecuzione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, per gli interventi di potenziamento della centrale termoelettrica di Sermide (Mantova). con mantenimento in esercizio delle sezioni 1 e 2 a vapore alimentate ad olio combustibile, nei Comuni di Sermide e di Carbonara Po e, in data 29 dicembre 2003, è stato pubblicato lo Studio d’Impatto Ambientale (SIA), da parte della Società Edipower Spa, relativo a tale intervento;

il primo progetto, autorizzato con decreto n. 112/2000 del Ministero dell'industria, del commercio e dell’artigianato, e su cui non è stata effettuata la VIA perché palesemente migliorativo, prevedeva 3 gruppi da 250 MW per un totale di 750 MW a Ciclo Combinato Turbo Gas (CCTG) e la demolizione delle quattro vecchie sezioni a vapore funzionanti a Olio Combustibile Denso (OCD) e gas naturale; successivamente rivisitato, si è giunti alla configurazione attuale, autorizzata ed in fase finale di collaudo, composta da un CCTG da 760 MW in sostituzione di 2 sezioni OCD e un CCTG da 380 MW nuovo (esterno al lay-out della vecchia centrale) per un totale complessivo di 1.240 MWe, ed il mantenimento provvisorio di due sezioni ad OCD in attesa di smantellamento, una volta entrati in funzione i Cicli Combinati;

nel già citato SIA del dicembre 2003 è stato proposto il recupero delle due sezioni a Olio Combustibile Denso (OCD) come parte integrante della futura centrale con una potenza complessiva installata di 1.838,4 MW;

preso atto che:

il Comune di Sermide, con delibera di Consiglio comunale del 28 gennaio 2004, ha espresso parere negativo rispetto alle centrali ad olio combustibile;

la Provincia di Mantova ha espresso, con delibera di Giunta n. 17 del 26 gennaio 2004, approvata a voti unanimi, la propria contrarietà alla realizzazione del progetto di ampliamento della centrale di Sermide con mantenimento in esercizio delle sezioni 1 e 2 alimentate ad olio combustibile;

il Consorzio dei sindaci dell’area Ostigliese-Destra Secchia ha espresso in un documento, inviato ai Ministeri dell’ambiente e per i beni e le attività culturali e alla Regione Lombardia, la propria contrarietà al progetto di potenziamento della centrale termoelettrica di Sermide e Carbonara;

considerato, inoltre, che:

il Ministero dell'ambiente e per la tutela del territorio, con nota prot. n. DSA/2005/006579 dell’11 aprile 2005, ha richiesto alcune integrazioni migliorative e mitigative alla Società Edipower;

le integrazioni al Progetto effettuate dalla società Edipower, richieste dalla Commissione VIA del Ministero sono state ripubblicate in procedura di VIA nel mese di giugno 2005;

la documentazione complessivamente prodotta e trasmessa dalla Società Edipower (dal SIA alle integrazioni trasmesse con note del 21 settembre 2004 e del 23 febbraio 2005, dallo studio inviato il 16 maggio 2005 agli ulteriori approfondimenti inviati a seguito della sopra citata richiesta ministeriale a giugno 2005) presenta numerose incongruenze e criticità;

la Provincia di Mantova, con deliberazione di Giunta n. 158 del 16 giugno 2005, ha provveduto a nominare una Commissione Tecnico-Scientifica al fine di procedere ad una valutazione complessiva ed accurata della documentazione ad oggi fornita dalla Edipower SpA e, dalle osservazioni elaborate dalla Commissione congiuntamente all'Ufficio Rifiuti e Inquinamento dell'Ente Locale, risulta, tra l'altro, che:

è necessario osservare che l’impianto proposto ha un rendimento elettrico netto del 38,5%, pertanto molto basso se comparato ai moderni impianti alimentati ad olio combustibile e, guardando al parco termoelettrico italiano, si osserva infatti che il suo rendimento elettrico medio è passato dal 36% circa del 1970 al 38% del 2003 ed è quindi comparabile a quello dell’impianto in questione; pertanto, ne consegue che la realizzazione di questo impianto non fornirebbe alcun contributo alla modernizzazione del parco termoelettrico italiano, e quindi non comporterebbe il miglioramento ambientale complessivo dovuto alla produzione di quantità di energia maggiori a parità di combustibile utilizzato;

relativamente agli aspetti legati all’inquinamento del sito in cui l’impianto sarà installato, tutti i dati citati sottolineano infatti la ben nota criticità della qualità dell’aria nella Pianura Padana, particolarmente per quanto riguarda la concentrazione del particolato atmosferico e degli altri inquinanti: alla luce di tali criticità, quindi, la realizzazione del progetto presentato produrrebbe un incremento delle emissioni delle specie acide e del materiale particellare, con particolare riferimento ai metalli ed ai composti organici non metanici, determinando effetti negativi sulla qualità dell’aria nell’area vasta attraverso incrementi delle concentrazioni del particolato secondario e dell’ozono (a tale riguardo è doveroso precisare che gli elettrofiltri, anche se dotati di tecnologia adeguata, mostrano una minor capacità di abbattimento proprio per il particolato di diametro aerodinamico inferiore ai 2 µm);

relativamente alle emissioni atmosferiche bisogna rilevare che le proposte di mitigazione avanzate dal proponente appaiono molto vaghe, spesso inverosimili e dall’efficacia scarsamente verificabile, con la conseguenza che le simulazioni costruite su di esse risultano scarsamente affidabili ai fini decisionali;

tra le misure di mitigazione, la limitazione delle ore di esercizio dei GV e dei CC, oltre a non fornire garanzie in termini di efficienza, mette in discussione la logica stessa dell’intero progetto: risulta infatti difficile comprendere come, per seguire gli andamenti delle punte di richiesta del mercato elettrico, sia preferibile usare gruppi vapore alimentati ad olio combustibile invece che turbogas. In conclusione, la realizzazione dell’impianto proposto, soggetto ai vincoli gestionali previsti nel SIA, pur producendo impatti non trascurabili sull’ambiente circostante, fornirebbe un contributo modesto alla produzione di energia elettrica non rispondendo agli obiettivi posti dai suoi stessi proponenti, e dovrebbe pertanto essere dichiarato incompatibile con l’ambiente;

preso atto che, sulla base di tali osservazioni e considerato il permanere di gravi criticità nella documentazione trasmessa dalla società Edipower S.p.A., la Provincia di Mantova, con una nuova delibera del 25 luglio 2005, n. 198, ha nuovamente espresso la propria contrarietà alla realizzazione del progetto di ampliamento della CTE di Sermide;

tenuto, altresì, conto che:

con l’utilizzo delle sezioni 1 e 2 alimentate ad olio combustibile aumentano, rispetto alla situazione autorizzata, i consumi di acqua prelevata dal fiume Po per uso industriale e per il raffredamento dei condensatori, i quantitativi di acque di raffreddamento scaricate, con relativo inquinamento termico, i quantitativi di acque reflue, che passerebbero da 1.000 mc/g a 3.500 mc/g;

nel SIA mancano considerazioni specifiche sugli effetti dell’aumento di temperatura del fiume Po e sull’aumento del quantitativo di acqua prelevata, nonché sulle misure di contenimento da adottare ed i lavori da eseguire al fine di limitare le conseguenze di sversamenti o sporcamenti accidentali di olio combustibile;

secondo le previsioni contenute negli studi di progetto, relativamente ai rifiuti solidi, si evince che, con il progetto di repowering di Sermide, si passerebbe dalle 646 tonnellate/anno attuali alle 1.850 tonnellate/anno, e ciò comporterebbe ingenti ripercussioni sul traffico derivante dai mezzi destinati allo smaltimento e soprattutto un aumento dei rischi derivanti da incidenti, sversamenti, dispersione, inquinamento;

è opportuno segnalare, per individuare nel dettaglio le ricadute e gli effetti che tale potenziamento avrà nel territorio interessato, che l’area del destra Secchia è caratterizzata da una produzione agricola di nicchia che ha trovato nella tipicizzazione di qualità la sua naturale evoluzione; a questo territorio sono riconducibili produzioni tipiche di grande pregio ed economicamente molto remunerative e ogni variazione di questi parametri si ripercuoterebbe, pertanto, direttamente sui prodotti: nuove immissioni nell’aria potrebbero comportare un peggioramento della qualità ed una cattiva pubblicità dei prodotti, richiedendo, in ogni caso, maggiori sforzi tecnici ed economici per mantenere uno standard di qualità ormai consolidato sul mercato e presso i consumatori;

nella Valutazione di incidenza (redatta in applicazione della direttiva n. 92/43/CEE e del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357) appaiono poco documentate e non convincenti le conclusioni, che escludono qualsiasi impatto con i fragili ecosistemi delle zone “Isola Boscone”, “Isola Boschina”, “Paludi di Ostiglia”,

considerato altresì che:

la Provincia di Mantova ospita, contabilizzando solo gli impianti di taglia superiore ai 300 MWe, impianti già autorizzati di produzione di energia per un totale di circa 4000 MWe (Sermide, Ostiglia e Mantova) e che il carico ambientale derivante da tali impianti appare già consistente in termini di qualità dell'aria e dell’ambiente e in termini delle possibili ricadute negative sulla salute dei cittadini;

il territorio della provincia di Mantova, infatti, con oltre 100 kg di ossidi di zolfo prodotti all'anno per abitante, ha un'emissione pro capite pari a dodici volte quella della Regione Lombardia. I valori si attestano intorno a tre volte per le emissioni pro capite di anidride carbonica e ossidi di azoto, e due volte e mezzo per le emissioni di polveri sottili e di composti organici volatili;

le rilevazioni sulla qualità dell'aria confermano che le concentrazioni di PM10, misurate nelle stazioni di Castelnovo Bariano e Melara nell'anno 2002, superano rispettivamente 112 e 114 volte il limite di 50 µg/m3 sulla media giornaliera, contro le 35 volte consentite dal decreto ministeriale 60/2002, e, pertanto, si rileva una condizione di inquinamento diffusa e sostanzialmente critica per le polveri sottili,

si chiede di sapere:

se non si ritengano incompatibili con il Programma Energetico Regionale della Lombardia ulteriori insediamenti e ripotenziamenti oltre a quelli già autorizzati nell’area del Mantovano;

se non sia incompatibile con i limiti di legge esistenti il quadro emissivo delle previste centrali di Sermide, ed in particolare il mantenimento in esercizio delle due sezioni ad olio combustibile;

se non si ritenga opportuna e obbligatoria, rispetto ai precedenti accordi, l’immediata chiusura e dismissione dei gruppi convenzionali alimentati ad olio combustibile di Sermide, come previsto dal decreto ministeriale n. 112 del 2000;

se il Ministro dell'ambiente e per la tutela del territorio ritenga di dover tenere in considerazione i pronunciamenti della Provincia di Mantova, rispetto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, che sulla proposta di ampliamento ha espresso formali pareri contrari;

se non si ritenga doveroso, alla luce della problematiche fin qui illustrate, considerare “nuovi” questi impianti e assoggettarli alla delibera di Giunta Regionale n. 7/17989 del 28 giugno 2004, che prevede, relativamente agli ossidi di azoto, per le zone di risanamento, un limite non rispettato dalla proposta progettuale in parola;

se comunque i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno esprimere un parere negativo sul progetto di potenziamento ad olio combustibile della centrale di Sermide.