Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-09242
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Atto n. 4-09242
Pubblicato il 2 agosto 2005
Seduta n. 859
IOVENE - Ai Ministri delle attività produttive e dell'ambiente e per la tutela del territorio. -
Premesso:
che la centrale elettrica di Laino Borgo (Cosenza), nella Valle del Mercure, è nata oltre 40 anni fa su iniziativa dell'ENEL. In origine bruciava lignite estratta sul posto, addizionata prima con olio combustibile che successivamente la sostituì del tutto;
che la centrale è costituita da due gruppi: uno chiuso e dismesso da molti anni e l'altro chiuso nel 1993 ma mai dismesso e che ora si vuole riaprire convertendolo a biomasse;
che la potenza sprigionata dalla centrale è di 35 MW, una delle più grandi d'Italia, e l'energia prodotta è veicolata fuori regione;
che la centrale è ubicata nella valle del fiume Mercure, zona famosa tra gli appassionati di rafting, all'interno del Parco del Pollino (il più grande d'Europa), e insiste su zone naturalistiche di interesse comunitario (SIC e ZPS). La zona inoltre è un importante sito archeologico ricco di reperti;
che i dipendenti ENEL sono circa 20, a cui si aggiungono circa altri 40 lavoratori delle ditte impegnate nei lavori di adeguamento, ormai in via di completamento;
che per produrre i 35 MW della centrale saranno necessarie 360.000 tonnellate/anno di biomasse;
che la biomassa ha un potere energetico quattro volte inferiore rispetto all'olio combustibile, con il risultato che per produrre la stessa quantità di energia occorrerà bruciare molta più materia prima producendo inevitabilmente gas quali diossina, furani e anidride carbonica, solo per citarne alcuni;
che la Valle del Mercure non ha la materia prima necessaria e che quindi essa dovrà arrivare da fuori regione e probabilmente da altri continenti (America Latina e Paesi dell'Est europeo) o addirittura potrebbe venire utilizzato CDR (combustibile derivato da rifiuti), più economico del legname proveniente dall'estero, trasformando la centrale da biomasse a inceneritore;
che quindi i materiali arriveranno presumibilmente al porto di Corigliano Calabro (Cosenza) e viaggeranno in autostrada su camion (si stima dai 50 agli 80 TIR al giorno) fino a raggiungere la sede dell'impianto, con il rischio di intasare la già debole struttura viaria del comprensorio e con il prevedibile aumento di inquinamento prodotto dai gas di scarico;
che, inoltre, la centrale è situata in una specie di "catino" a meno di 300 metri sul livello del mare, mentre quasi tutti i Comuni limitrofi si trovano ad altitudini superiori, con il rischio che i fumi della combustione non possano disperdersi adeguatamente;
che risulta allo scrivente che non sono state effettuate né la valutazione di impatto ambientale né lo studio dei venti, non è stato valutato adeguatamente l'impatto delle acque reflue né è stata eseguita la valutazione di incidenza;
che recentemente il Ministero dell'ambiente e la Regione Calabria hanno stabilito la necessità della valutazione di incidenza regionale per la centrale;
che si sono rinvenuti, dentro e fuori il perimetro della centrale, rifiuti tossici e cancerogeni illegalmente smaltiti (sotterrati), è stato rilevato inoltre un ampio fronte di frana tra la zona dove si trova la centrale e il sottostante fiume Mercure determinando sequestri giudiziari che hanno sospeso i lavori;
che nel dicembre del 2004 si è costituito a Rotonda (Potenza) il Comitato Salute Ambiente Pollino (CoSA), costituito da singoli e associazioni, con il quale collaborano diversi comitati calabresi, che in questi anni ha organizzato manifestazioni, campagne di sensibilizzazione sui rischi ambientali, per la salute e l'occupazione;
che il 6 marzo scorso si è svolta a Rotonda una manifestazione contro la centrale a biomasse del Mercure alla quale hanno partecipato singoli e associazioni lucane e calabresi;
che, a seguito di un incontro operativo svoltosi il 29 aprile scorso alla Provincia di Cosenza per discutere del progetto di riconversione della sezione 2 della centrale ENEL del Mercure nella quale si è decisa l'istituzione di una commissione tecnico-scientifica, il Comitato Salute Ambiente Pollino (CoSA) e le associazioni della zona hanno indetto una nuova manifestazione svoltasi il 14 maggio 2005 nei pressi della centrale;
considerato:
che la prima chiusura, oltre che per il rendimento insoddisfacente, fu determinata anche dalle forti proteste popolari per il grave inquinamento, con relativi danni determinati dalla caduta delle polveri che spargendosi sulle case e sui campi arrecavano grave nocumento alla salute dei cittadini;
che la centrale non ha creato nessun significativo indotto occupazionale locale;
che dei comitati contro la centrale fanno parte anche le guide del Parco e piccoli operatori turistici locali e artigiani preoccupati per il possibile danno alle loro attività attuali e per la possibile compromissione dello sviluppo futuro della valle;
che il Parco del Pollino è il più grande parco d'Europa con i suoi 180.000 abitanti e 200.000 metri quadrati di pini, querce e macchia mediterranea distesi tra Calabria e Basilicata;
che l'imminenza dell'entrata in esercizio della centrale ha riacceso le perplessità e le proteste dei cittadini e delle associazioni e comitati;
che lo sviluppo della zona passa inevitabilmente per la difesa delle risorse ambientali, agricole e turistiche, vero volano per uno sviluppo economico locale di qualità,
si chiede di sapere:
se siano state previste e realizzate la valutazione di impatto ambientale, lo studio dei venti, l'impatto delle acque reflue e la valutazione di incidenza regionale e con quali esiti;
se le biomasse in questione siano di produzione locale o importate;
se risponda al vero che la centrale ENEL del Mercure possa essere alimentata oltre che da biomasse anche da combustibile da rifiuti (CDR);
se non si ritenga indispensabile prima dell'avvio dell'attività produttiva verificare il consenso delle Amministrazioni e delle popolazioni locali.