Atto n. 3-01759 (in 8ª Commissione)

Pubblicato il 13 marzo 2025, nella seduta n. 285

LOREFICE, DAMANTE, BEVILACQUA, SCARPINATO, LICHERI Sabrina, NATURALE, SIRONI, GUIDOLIN, DI GIROLAMO, GAUDIANO, CROATTI, MARTON, NAVE, FLORIDIA Barbara - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. -

Premesso che:

con l’ordinanza n. 729 del 30 dicembre 2011 del Commissario delegato per le bonifiche e la tutela delle acque in Sicilia sono stati destinati nove milioni di euro per i lavori di raddoppio del depuratore consortile sito all’interno della raffineria di Gela e, con l’ordinanza dell’Ufficio del Commissario delegato per l’emergenza bonifiche e la tutela delle acque in Sicilia n. 586 del 13 dicembre 2012, è stato approvato il progetto preliminare “Raddoppio della linea di trattamento dell’impianto di depurazione all’interno della Raffineria di Gela” e il relativo quadro economico;

i lavori sono stati aggiudicati con la disposizione n. 116 del 31 luglio 2014 alla ditta Comfort Eco S.r.l., tuttavia, la società in data 17 novembre 2014 comunicava al Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione Siciliana, di “essersi sciolta da ogni vincolo, ai sensi e per gli effetti dell’art.11, comma 9, del vigente Codice dei Contratti”;

con la disposizione n. 41 del 26 marzo 2015 il dirigente generale del Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione Siciliana ha provveduto alla revoca dell’appalto alla ditta aggiudicataria e alla contestuale nuova aggiudicazione in favore della ditta Nurovi S.r.l. mentre, con la disposizione n. 946 del 22 giugno 2016, si procedeva all’approvazione del progetto definitivo e, in data 3 febbraio 2017, veniva registrato il contratto d’appalto integrato con la stessa ditta;

con la disposizione n. 42 del 23 aprile 2020 del dirigente generale ex OCDPC n. 48 del 2014 è stato approvato in linea amministrativa il progetto esecutivo redatto dalla ditta aggiudicataria Nurovi S.r.l.;

a seguito del verbale di consegna dei lavori, in data 20 novembre 2020, con una nota del 27 novembre 2020 l’impresa comunicava l’inizio dei lavori che avrebbero dovuto concludersi, anche a seguito di alcune proroghe concesse dalla Regione Siciliana, non oltre il 17 aprile 2022;

i lavori, caratterizzati da numerose interruzioni, risultano, oltre 3 anni dopo quella che doveva essere la scadenza ultima per la consegna dell’opera, non ancora conclusi e, per di più, fermi dal 30 giugno 2023 per mancanza di copertura economica dovuta all’aumento dei costi e alle relative compensazioni previste dalla legge, oltreché da varianti progettuali intervenute nel corso del tempo;

in questo iter, si inseriva il passaggio della proprietà del depuratore dal Consorzio ASI di Caltanissetta (dato in gestione ad una società del gruppo ENI) alla società Acque di Caltanissetta S.p.A. Il citato passaggio risulta agli interroganti ancora non concluso;

considerato che:

con decreto del Presidente della Repubblica 7 gennaio 1995 veniva approvato il Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Caltanissetta - Sicilia Orientale e successivamente, con decreto dell’Assessore regionale per il territorio e l’ambiente dell’11 luglio 2005 n. 190/GAB, l’area di Gela (Caltanisetta) e dei comuni di Niscemi (Caltanisetta) e Butera (Caltanisetta) veniva dichiarata “Area a elevato rischio di crisi ambientale”;

l’area si trova in un Sito di interesse nazionale (SIN) per le bonifiche, istituito con la legge 9 dicembre 1998, n. 426 e alla cui perimetrazione si è provveduto con decreto del Ministro dell’ambiente 10 gennaio 2000, ricomprendendo anche una vasta area a mare in cui ricade anche la foce del fiume Gela, dove vengono riversati i reflui provenienti dal depuratore consortile; la foce del fiume Gela è anche limitrofa a siti con vincoli comunitari SIC ZPS;

il tema della depurazione dei reflui genera da tempo gravi problemi, tanto che l’Unione europea ha sanzionato per ben quattro volte l’Italia con un pesante aggravio per la finanza pubblica che continuiamo a scontare;

a ciò si devono aggiungere i gravi danni per la salute e per l’ambiente che un trattamento non adeguato dei reflui comportano;

considerato infine che:

l’opera in questione riveste una notevole importanza per il sistema di depurazione locale e, una volta ultimata, eviterà di aggravare ulteriormente la già critica situazione ambientale dell’area a mare del citato SIN di Gela con scarichi di reflui non adeguatamente depurati a mare che si verificano nell’impianto con grave nocumento dell’ambiente;

sebbene sui lavori per il raddoppio del depuratore consortile ubicato all’interno dell’area SIN della raffineria di Gela non sia, ancora, tra gli impianti oggetto di condanna da parte della Corte di giustizia europea, valgono le medesime argomentazioni in tema di ambiente e salute, tutelati anche dagli articoli 9 e 32 della Costituzione,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

se non ritenga opportuno affidare al Commissario straordinario unico per la depurazione l’iter per il completamento degli impianti;

se non ritenga che tali ritardi nel completamento di un’opera strategica per il territorio su cui insiste non rischino di compromettere un ecosistema già duramente provato da anni di inquinamento.