Pubblicato l'11 marzo 2025, nella seduta n. 283
MAGNI - Ai Ministri della salute e per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. -
Premesso che:
la Missione 6 Salute (M6) del PNRR prevede riforme e investimenti destinati a rafforzare il Servizio sanitario nazionale da realizzare entro il 2026; un’opportunità imperdibile per ridisegnare la rete di assistenza sanitaria territoriale, capillare su tutto il territorio nazionale, per una sanità vicina alle persone, per innovare il parco tecnologico ospedaliero, digitalizzare il SSN, investire in ricerca e formazione del personale sanitario, nonchè garantire una sanità più sicura, equa e sostenibile;
dalla piattaforma di monitoraggio “ReGiS” predisposta dal Ministero dell’economia, a dicembre 2024, risultano finanziati 10.084 progetti relativi alla Missione 6 Salute, per 19,2 miliardi di euro complessivi, dei quali ne sono stati spesi 3,5 (pari al 18,1 per cento del totale);
a 16 mesi dalla scadenza definitiva, risultano troppi progetti in ritardo nell’esecuzione dei lavori o ancora fermi alla fase di progettazione;
le poche opere completate e collaudate rendono concreto il rischio di non conseguire gli obiettivi entro le scadenze previste: degli 8.871 progetti di cui è possibile monitorare l’iter di attuazione, 3.615 presentano ritardi in una delle fasi di attuazione (40,8 per cento di quelli monitorati). Solo 3.108 progetti risultano conclusi (pari al 35,0 per cento);
particolarmente preoccupante risulta essere la situazione per la realizzazione delle case della comunità e degli ospedali di comunità: in riferimento alle 1.350 case della comunità, da ReGIS risultano finanziati progetti per 1.416 strutture, per un valore complessivo di 2,8 miliardi di euro. Il decreto ministeriale n. 77 del 2022 ha previsto la presenza nelle case della comunità di medici di medicina generale, infermieri, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, infermieri di comunità, assistenti sociali, punto prelievi, servizi diagnostici, servizi di prenotazione, punto unico di accesso e partecipazione della comunità, integrazione socio-sanitaria per dare le giuste risposte multidisciplinari a bisogni complessi. Dei progetti monitorati, ne risultano completati e collaudati solo 25 (1,8 per cento del totale), mentre in 885 progetti almeno uno step presenta un ritardo (62,6 per cento). Risultano in corso i lavori per la realizzazione di 598 strutture (42,4 per cento del totale delle opere previste), ma si registrano ritardi nell’avvio dei lavori di esecuzione di 631 strutture (44,8 per cento), a cui se ne aggiungono ulteriori nella fine dei lavori di altre 103 case della comunità (7,3 per cenro); la fase dell’esecuzione dei lavori risulta completata solo per 53 case della comunità (3,8 per cento);
i ritardi maggiori nell’esecuzione dei lavori si registrano in Molise, dove tutti i progetti presentano ritardi nell’inizio lavori, Sardegna (con ritardi nel 93,9 per cento dei progetti), Calabria (86,9 per cento) e Campania (78,4 per cento); le regioni con meno ritardi sono il Friuli Venezia-Giulia (4,3 per cento), l’Emilia-Romagna (5,9 per cento) e il Veneto (6,4 per cento);
allarmante, dunque, risulta la distanza proibitiva dal traguardo del collaudo per 454 progetti, ancora fermi alla fase della progettazione esecutiva, step che di fatto impedisce l’avvio dei lavori. A fronte di 2,8 milioni di euro di finanziamento complessivo, a dicembre 2024 risultano effettuati pagamenti per soli 261 milioni (pari al 9,2 per cento delle risorse stanziate). Dunque, dopo tre anni dall’avvio del PNRR, è stato speso meno di un decimo dei fondi disponibili;
non meno critica risulta la situazione degli ospedali di comunità: sono stati finanziati progetti per 427 strutture, per un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro, dei quali ne risultano completati e collaudati solo 10 (2,3 per cento del totale), mentre 264 progetti presentano almeno una fase in ritardo (61,8 per cento). Più specificamente, la fase dell’esecuzione dei lavori risulta completata per 20 ospedali di comunità (4,7 per cento del totale dei progetti monitorati); sono in corso i lavori per la realizzazione di 184 strutture (43,3 per cento del totale), ma è ancora in ritardo l’avvio dei lavori di esecuzione di 193 strutture (45,4 per cento) a cui si aggiungono i ritardi nella fine dei lavori di altri 23 ospedali di comunità (5,4 per cento);
anche per gli ospedali di comunità, i ritardi riguardano oltre la metà delle strutture da realizzare. I maggiori di questi si registrano in Molise e a Bolzano; seguono Calabria (con ritardi nel 90 per cento dei progetti) e Sardegna (84,6 per cento);
così come per le case della comunità, preoccupano i ritardi nella fase della progettazione esecutiva che riguardano 146 strutture da realizzare. Inoltre, a fronte di un finanziamento complessivo di 1,3 miliardi di euro, a dicembre 2024 risultavano essere stati effettuati pagamenti per 100 milioni di euro (pari al 7,9 per cento dei fondi);
in tale scenario di ritardi nella realizzazione delle opere previste dalla Missione 6 del PNRR e in particolare per case e ospedali di comunità, emerge chiaramente il rischio di non riuscire a concludere i progetti entro i tempi prestabiliti e c'è anche il rischio di concluderli solo sulla carta, ma non nella reale capacità del SSN di migliorare l'assistenza alle persone;
quanto, poi, alla questione relativa al personale: il decreto ministeriale n. 77 del 2022 ha stabilito gli standard di personale per le case della comunità e il range per gli infermieri che varia da 9.500 fino a 15.000, per l’attivazione di tutti i servizi; da 6.750 a quasi 11.000 per operatori sociosanitari e personale amministrativo. Analogamente, per gli ospedali di comunità, si prevede la presenza di infermieri da un minimo di 2.800 fino a 3.600; operatori socio-sanitari da 1.600 a 2.400; personale sanitario con funzioni riabilitative da 400 a 800 sempre al netto dell’incertezza della futura organizzazione per garantire il personale medico;
va segnalato, inoltre, che la legge di bilancio per il 2025 prevede per la sanità pubblica una rilevante riduzione del finanziamento sul PIL: dal 6,12 per cento del 2024 si scende ulteriormente al 6,04 per cento nel 2025, al 6,03 per cento nel 2026, al 5,91 nel 2027 fino al 5,60 per cento nel 2030, livelli evidentemente incompatibili con la sostenibilità della sanità pubblica,
si chiede di sapere quali siano le valutazioni dei Ministri in indirizzo su quanto riferito in premessa, nonché quali iniziative urgenti ritengano di intraprendere, non solo per presidiare scrupolosamente lo stato di avanzamento dei progetti, ma per garantire la piena realizzazione e messa in funzione nel territorio degli stessi in vista della scadenza del 2026, in tal modo offrendo una significativa risposta ai bisogni dei cittadini, in linea con quanto previsto dall’articolo 32 della Costituzione, in materia di diritto alla salute.