Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-09102

Atto n. 4-09102

Pubblicato il 19 luglio 2005
Seduta n. 845

FILIPPELLI - Ai Ministri delle comunicazioni e per l'innovazione e le tecnologie. -

Premesso:

che Federcomin (Federazione delle aziende di telecomunicazioni, radiotelevisione ed informatica) ed ANIE (Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche), entrambe aderenti a Confindustria, nell'ambito di un convegno organizzato a Roma il 25 maggio scorso hanno presentato un rapporto su "L'Italia dell'e-family", dal quale emerge con tutta chiarezza come l'Italia risulti territorialmente caratterizzata dal cosiddetto digital divide (il fenomeno che indica, all'interno di un Paese o nel confronto con altri Paesi, una situazione di disparità tra chi ha accesso a capacità di gestione dei contenuti digitali del mondo multimediale e chi, invece, ne rimane escluso per cause economiche, culturali e ambientali);

che i dati diffusi dal predetto rapporto hanno evidenziato come nel 2004 non si sia realizzata una crescita della piattaforma satellitare: cellulari personali e PC sono cresciuti del 5% circa, mentre Internet non ha raggiunto il 4% (3,7%). La ricezione satellitare ha mostrato una performance migliore (+16%), ma il tasso di crescita della Pay-TV, che risente ancora della fase di passaggio alla gestione tecnologica e commerciale della piattaforma, è ancora lento (+8,5%). Incrementi vicini al 50% sono stati evidenziati dalla foto-camera digitale e dal lettore DVD video;

che sono raddoppiati i collegamenti in banda larga delle famiglie (a giugno 2004 erano quasi due milioni). Nelle famiglie italiane la diffusione di banda larga ha raggiunto il 10%, con una distribuzione abbastanza omogenea nel territorio, fatta eccezione per il Sud e le Isole dove scende al 7,5%;

che, se fino al 2003 la famiglia italiana aveva recuperato posizioni rispetto agli altri Paesi (Stati Uniti, Giappone, Corea, Regno Unito, Germania e Francia), il 2004 ha registrato un peggioramento delle posizioni per quanto concerne la piattaforma informatica (sia per il PC che per Internet);

che per la Pay-TV non vi è stato ancora un recupero rispetto al forte distacco che separa il mercato italiano da quello di altri Paesi;

che quasi metà delle famiglie italiane (il 48%) non ha un PC in casa e un terzo circa delle famiglie che possiedono un PC non dispongono ancora di un collegamento Internet in casa. Le casalinghe (40% della popolazione femminile adulta) e le persone con oltre 60 anni (oltre il 20% della popolazione totale) fanno un uso minimo di tecnologie digitali;

che sul divide territoriale lo studio conferma le tendenze degli anni passati: il ritardo si registra solo nelle città del Mezzogiorno;

che, per quanto concerne l'andamento del 2005, è stato rilevato un tasso di crescita particolarmente elevato nell'adozione del decoder per la televisione digitale terrestre, la cui diffusione si è triplicata nei sette mesi che intercorrono tra luglio 2004 e febbraio 2005;

considerato:

che ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese;

che ai sensi dell'articolo 9 della Costituzione la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica;

che la diffusione del collegamento Internet a banda larga rappresenta il motore dello sviluppo e della competitività di un Paese;

che attualmente in Italia il 15 % della popolazione, quindi circa 10 milioni di abitanti, non può usufruire di un collegamento ad Internet a banda larga che non sia di tipo satellitare, fenomeno che, come si è detto, va sotto il nome di divario digitale (digital divide);

che, in base ai dati dell’Osservatorio della banda larga, questa percentuale si ridurrà al più del 5% entro la fine del 2006; questo significa che 6 milioni di italiani non potranno usufruire di quello che viene considerato già oggi un servizio fondamentale e che, di conseguenza, avrà sempre maggiore importanza nel futuro;

che l'adozione del decoder per la televisione digitale terrestre, nonostante gli incentivi messi in atto dal Governo con le precedenti leggi finanziarie, continua a costare a tutte le famiglie italiane, con il contributo statale, 150 euro a decoder;

che nonostante manchino oramai pochi mesi alla chiusura delle trasmissioni analogiche sono ancora in vendita televisori che non ricevono segnali digitali,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza del profondo divario digitale che divide il nostro paese e che colpisce in particolare le regioni del Meridione e, nel caso, quali provvedimenti siano stati assunti o si intenda assumere per far fronte ad una situazione che rischia di penalizzare illegittimamente milioni di cittadini meridionali;

se il Governo sia conoscenza del fatto che si trovino ancora in commercio televisori che non recepiscono i segnali digitali nonostante manchino pochi mesi alla chiusura delle trasmissioni analogiche ed in particolare, per quanto di competenza dei Ministri interrogati, se e come sia stato esercitato il controllo della distribuzione commerciale di tali apparecchi televisivi;

quali siano i motivi per i quali i ritardi della diffusione della tecnologia digitale, tecnologia che rappresenta una grande opportunità per recuperare il ritardo tecnologico di imprese, di cittadini e di pubblica amministrazione, siano legati principalmente alle regioni del Mezzogiorno.