Pubblicato il 15 gennaio 2025, nella seduta n. 262
CUCCHI, DE CRISTOFARO, FLORIDIA Aurora, MAGNI - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
da notizie di stampa si apprende che nella giornata del 13 gennaio 2025 una quarantina di attivisti dei movimenti di “Extinction rebellion”, “Palestina libera” e “Ultima generazione” hanno bloccato l’ingresso della Leonardo S.p.A. a Brescia per chiedere allo Stato italiano e alla società produttrice di armamenti di interrompere “la complicità nel genocidio palestinese e nei crimini di guerra e contro l'umanità che si stanno consumando a Gaza”;
Leonardo, società a controllo pubblico attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza, è la prima produttrice bellica europea e contribuisce alla vendita di armi nell'ambito degli attuali scenari bellici, in particolare in Palestina;
nonostante il presidio fosse svolto in maniera pacifica, senza che fossero arrecati danni a persone e cose, sono stati sottoposti allo stato di fermo, presso la Questura di Brescia, 23 militanti;
alle persone fermate sono stati contestati diversi reati, dall’”adunata sediziosa” (articolo 655 del codice penale), alle “accensioni ed esplosioni pericolose” (articolo 703), all'“imbrattamento” (articolo 639), con l'aggravante dell'associazione per delinquere;
alcune sono state denunciate, inoltre, per “manifestazione non preavvisata” (articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), poiché, a quanto pare, avrebbero interloquito con le forze dell'ordine per evitare tensioni, venendo perciò arbitrariamente individuate quali “promotrici della manifestazione”;
nei confronti di 17 manifestanti è inoltre stata adottata la misura cautelare del foglio di via obbligatorio;
le 23 persone sono state condotte in Questura e trattenute in stato di fermo, asseritamente giustificato con riferimento ai reati di resistenza a pubblico ufficiale (articolo 337), oltraggio a pubblico ufficiale (articolo 341-bis) e rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale (articolo 651 del codice penale), benché, secondo le testimonianze e i video girati dai manifestanti, nessuno abbia rifiutato di identificarsi o abbia opposto resistenza;
ciò che in particolare inquieta gravemente, è che le manifestanti di sesso femminile hanno denunciato tramite i loro social network di essere state costrette a spogliarsi di tutti i vestiti e di tutta la biancheria intima e costrette ad eseguire piegamenti sulle gambe “squat”, trattamento altamente degradante non riservato ai loro compagni di sesso maschile;
considerato che:
l’agenzia “Adnkronos” riporta le dichiarazioni della Questura sull’accaduto, contenenti la rassicurazione che tutte le norme sarebbero state rispettate e che le perquisizioni personali sarebbero state effettuate “tenuto conto delle azioni poste in essere dai manifestanti e per salvaguardare l’incolumità degli operatori di Polizia” e che “nel corso delle singole perquisizioni, svolte da personale femminile per le donne, è stato chiesto di effettuare piegamenti sulle gambe al fine di rinvenire eventuali oggetti pericolosi. In ogni momento è stata salvaguardata la riservatezza e la dignità delle persone e sono state seguite le corrette procedure operative”;
la Questura dunque non smentisce di aver sottoposto le persone di sesso femminile fermate alle descritte procedure di perquisizione personale ma ne rivendica la correttezza sul piano procedurale e la necessità in relazione alla causa del fermo stesso,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della vicenda descritta;
quali iniziative intenda adottare per verificare la legittimità e la correttezza del comportamento e dell'operato tenuto dalle forze di polizia verso tutte e tutti i partecipanti alla pacifica manifestazione del 13 gennaio 2025 a Brescia davanti alla sede della Leonardo S.p.A.;
se ritenga le descritte modalità routinarie e comunque conformi ai principi costituzionali di cui agli articoli 17, 21 e 27, soprattutto con riguardo alle perquisizioni personali svolte nei confronti delle fermate di sesso femminile giustificate dalla Questura “tenuto conto delle azioni poste in essere dai manifestanti e per salvaguardare l’incolumità degli operatori di Polizia”;
quali norme nello specifico autorizzino le forze dell’ordine ad effettuare perquisizioni personali corporee analoghe a quelle cui sarebbero state sottoposte le manifestanti;
se non ritenga infine opportuno adoperarsi per introdurre l’uso delle bodycam, utili per tutelare sia i cittadini e le cittadine da abusi di potere, sia le forze dell’ordine in caso di eventuali false accuse promosse da parte delle persone poste in fermo.