Pubblicato l'8 gennaio 2025, nella seduta n. 259
MAGNI, DE CRISTOFARO - Al Ministro delle imprese e del made in Italy. -
Premesso che:
la produzione industriale è in calo dal mese di febbraio 2023, per 22 mesi consecutivi, con un crollo della capacità produttiva scesa al 75 per cento, il minimo da quattro anni. In sostanza, prima del COVID, nel 2019, la quota di ricchezza generata dall’industria era pari al 19,9 per cento del PIL. Oggi si è scesi al 18,1 per cento: in pratica, due punti in meno in soli cinque anni;
si trova in grave sofferenza non solo il settore dell’auto, ma anche quello dell’elettrodomestico, il tessile e il calzaturiero;
sul dato dell’attuale contrazione dei consumi pesa il calo del potere d’acquisto delle famiglie europee, pesantemente colpito dall’inflazione e non rilanciato da politiche economiche espansive; sono cresciuti, inoltre, anche a causa delle guerre e delle tensioni geopolitiche, i costi dell’energia, sia per i consumatori, sia per i produttori e, per il sistema industriale, i problemi nel garantirsi catene di fornitura efficienti senza aumentare i costi;
emblematici i casi della Beko Europe, oggetto di un atto di sindacato ispettivo (4-01595) a prima firma del medesimo primo interrogante, sul quale il Governo ha annunciato l’esperimento della “golden power”; della Bystronic, parimenti oggetto di una interrogazione (4-01543); come anche della STMicroelectronics (4-01678) e della Berco di Ferrara (4-01506), che si aggiungono alle altre molteplici situazioni di crisi che percorrono da nord a sud tutto il Paese;
nel corso del 2024 sono enormemente aumentati i tavoli presso l’unità di crisi al Ministero delle imprese e del made in Italy: sono 105.974 i lavoratori coinvolti da crisi industriali per le quali sono ad oggi aperti confronti al Ministero. A gennaio 2024 erano 58.026. A questi si aggiungono 12.336 addetti di piccole e medie aziende che hanno perso il lavoro, vertenze che non sono neppure arrivate alle istituzioni. Complessivamente ad essere coinvolti, secondo i dati diffusi da “Collettiva.it”, sono ben 118.310 lavoratori e lavoratrici. A costoro vanno aggiunte le decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori di aziende in crisi che hanno tavoli aperti a livello regionale, per i quali non esiste una mappatura nazionale da parte delle istituzioni;
in questo scenario sconfortante occorre che le istituzioni pubbliche indirizzino le politiche industriali in settori strategici e rilevanti per il Paese, affinché il sistema delle imprese non sia lasciato solo a rispondere all'imponente crisi industriale e alle sfide delle grandi transizioni, verde e digitale, che da potenziale volano per l’economia rischiano di trasformarsi in un'ulteriore occasione di impoverimento per il nostro sistema produttivo e industriale, con la conseguente crescita della precarietà lavorativa;
considerato anche che, quando le crisi si chiudono positivamente, spesso il saldo occupazionale è negativo e il ridimensionamento dell’impresa, del suo indotto e delle aziende della fornitura appare essere la costante di tutte le ultime reindustrializzazioni guidate dal Governo,
si chiede di sapere quali siano le iniziative che il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per far fronte alla gravissima crisi in corso nel comparto industriale e in particolare quali siano i settori dei quali il Governo intenda favorire lo sviluppo nel breve e medio periodo.