Atto n. 3-01546

Pubblicato l'11 dicembre 2024, nella seduta n. 252
Svolto question time il 12 dicembre 2024 nella seduta n. 253 dell'Assemblea

GASPARRI, TREVISI, DAMIANI, DE ROSA, FAZZONE, GALLIANI, LOTITO, PAROLI, OCCHIUTO, RONZULLI, ROSSO, SILVESTRO, TERNULLO, ZANETTIN - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. -

Premesso che:

la misura sulle comunità energetiche, misura ideata dai precedenti Governi, si sta rivelando un flop e si rischia di perdere parte dei 2,2 miliardi di euro stanziati nel PNRR per sostenere la formazione di queste aggregazioni in comuni con meno di 5.000 abitanti. Le comunità energetiche così come introdotte mancano dei presupposti tecnici per funzionare. Al momento ci sono infatti due generi di problemi. La prima criticità ruota sul fatto che una cifra così considerevole è destinata solo ai comuni sotto i 5.000 abitanti che, in genere, non hanno le risorse per gestire e progettare interventi di questo tipo; la seconda criticità ruota attorno al fatto che l’associazione in partecipazione è impossibile da finanziare da parte dalle banche, visto che spesso non si è in grado di fornire sufficienti garanzie per poter poi ricevere fondi. L'ideale sarebbe prevedere un sistema in cui lo Stato possa semplificare la costituzione delle CER (comunità energetiche rinnovabili), prevedendo una procedura semplificata e adeguate garanzie o in alternativa costituire una grande comunità energetica nazionale per utilizzare i fondi del PNRR, prima che vadano perduti;

il reddito energetico nazionale è uno strumento fondamentale affinché l’elettrificazione dei consumi finali sia realmente sostenibile. Questa misura, che utilizza le superfici private dei cittadini per realizzare impianti fotovoltaici finanziati a fondo perduto, è davvero “win-win”. Se da un lato, infatti, i cittadini possono beneficiare dell'autoconsumo, dall'altro l'energia in eccedenza viene valorizzata dallo Stato. La misura è stata dunque un successo grazie al lavoro del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, sebbene ci sia qualche aspetto tecnico che merita un approfondimento. In particolare, i requisiti assicurativi eccessivamente stringenti rendono complesso per gli installatori trovare polizze per assicurare l'impianto. Il costo della polizza, infatti, è spesso addirittura superiore a quello dell'impianto stesso. Andrebbe individuata una soluzione per ridimensionare le clausole assicurative, in modo da evitare che il costo della polizza assicurativa sia superiore a quella degli impianti installati. Purtroppo questa criticità sta al momento bloccando un gran numero di installatori,

si chiede di sapere quale sia la posizione e le soluzioni del Ministro in indirizzo rispetto alle due tematiche evidenziate.