Pubblicato il 29 ottobre 2024, nella seduta n. 235
SBROLLINI, ANCOROTTI, LIRIS, MUSOLINO, CASTELLONE
Il Senato,
premesso che:
la psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle, caratterizzata da una crescita anomala dell’epidermide con macchie rosse, la quale può colpire tutte le aree corporee e condizionare negativamente attività quotidiane di tipo personale, lavorativo e sociale, non risultando tuttavia contagiosa;
la psoriasi ha una patogenesi complessa di tipo multifattoriale, nella quale intervengono fattori genetici, infiammatori e ambientali. I meccanismi immunitari sono attualmente piuttosto noti anche se non del tutto elucidati, e implicano la partecipazione dei pathway dell'IL17, 23 e 12;
la psoriasi presenta importanti comorbidità, tra cui le patologie reumatiche, le malattie cardiovascolari, la sindrome metabolica (obesità), l'epatopatia steatosica e la depressione;
il 24 maggio 2014, la sessantasettesima, Assemblea mondiale della sanità indetta dall'Organizzazione mondiale della sanità ha approvato una risoluzione (WHA 67.9), che riconosce la psoriasi come malattia invalidante, caratterizzata da un significativo impatto psicosociale e che richiede una maggiore sensibilizzazione;
la diagnosi della psoriasi è spesso tardiva; è ancora frequente un approccio di tipo biomedico che non tiene conto di quello psicosociale. Soprattutto nelle forme medio-gravi, inoltre, la psoriasi impone una gestione multidisciplinare, per cui è fondamentale implementare modelli di gestione integrata sia sanitaria che sociosanitaria;
bisogna contribuire al rafforzamento del quadro assistenziale e al superamento delle troppe difformità territoriali che ancora persistono sul piano delle prestazioni sanitarie relative a questa patologia;
il peso epidemiologico della psoriasi, il suo impatto invalidante, le complessità che ne caratterizzano la diagnosi e l’accesso alle cure, oltre al suo peso sul piano dei costi sanitari e sociali, giustificano ampiamente l’inserimento di questa patologia, nelle sue diverse forme e manifestazioni, nel Piano nazionale delle cronicità;
in Italia, circa il 3 per cento della popolazione risulta colpito da psoriasi (di cui 150.000 in forma severa, si stimano infatti circa 2 milioni di persone su 20 milioni che presentano patologie dermatologiche);
la prevalenza di alcune malattie cutanee, prima fra tutte la psoriasi, registra un costante aumento che comporta un carico assistenziale, dovuto alle complicanze, non più ignorabile dal Sistema sanitario nazionale,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative per aggiornare, d'intesa con le Regioni, il Piano nazionale della cronicità, potenziando la strategia complessiva e inserendo all'interno di esso la voce specifica «Psoriasi» con definizione del relativo inquadramento, degli obiettivi generali, degli obiettivi specifici, delle linee di intervento, dei risultati attesi e degli indicatori;
2) ad adottare iniziative di competenza, in raccordo con le Regioni, affinché queste redigano specifici percorsi diagnostico terapeutici assistenziali finalizzati a intervenire sugli aspetti critici dal punto di vista clinico, organizzativo, operativo, puntando sul potenziamento dell’assistenza di prossimità, a garanzia dell’equità di accesso alle cure, nonché alla qualità della vita dei pazienti e dei caregiver familiari;
3) ad adottare iniziative per favorire l'implementazione di reti assistenziali, che integrino strutture multidisciplinari con medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, reumatologi, specialisti, infermieri e farmacisti, così da garantire una diagnosi precoce e un controllo maggiore sull'aderenza alle terapie, nonché incentivare il supporto psicologico per migliorare la convivenza con la patologia;
4) ad incentivare iniziative di prevenzione primaria, nonché campagne informative sul tema della psoriasi, sulle terapie e sui trattamenti disponibili, anche avvalendosi del canale delle farmacie che godono di un'ampia capillarità sul territorio.