Pubblicato il 18 luglio 2024, nella seduta n. 209
BASSO, TAJANI, CAMUSSO, RANDO, FINA, ROJC, FURLAN, MALPEZZI, LA MARCA, GIACOBBE, NICITA, LORENZIN, ZAMBITO, VERDUCCI, MARTELLA, IRTO, DELRIO - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. -
Premesso che:
il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico derivante dal traffico marittimo nelle città portuali evidenzia come le emissioni di ossidi di zolfo e anidride carbonica prodotte dai traghetti e dalle navi da crociera siano molto alte. Allo stato attuale, per gran parte i porti italiani non risultano ancora attrezzati per l’approvvigionamento elettrico di traghetti e navi nel momento in cui stazionano in rada. L’elettrificazione dei porti è uno degli obiettivi del PNRR, nel quale sono previsti a questo scopo investimenti per 400 milioni di euro, assieme a 700 milioni di euro destinati a tale finalità dal fondo complementare al piano nazionale di ripresa e resilienza. Anche in considerazione degli obblighi per le navi derivanti dalla normativa europea, la costruzione di tali infrastrutture, oltre a migliorare la qualità dell’aria, serve a rendere i porti italiani più competitivi e stare al passo con gli scali di altri Paesi che stanno già procedendo rapidamente in tal senso;
nell’ambito del pacchetto “Fit for 55”, la normativa europea (in particolare i regolamenti (UE) n. 2023/1804 sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi, e che abroga la direttiva 2014/94/UE, e n. 2023/1805 sull'uso di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio nel trasporto marittimo, e che modifica la direttiva 2009/16/CE) impone una serie di obblighi a Stati membri ed imbarcazioni, finalizzati a garantire, nei principali porti europei a decorrere dal 2030, una fornitura minima di energia elettrica da terra, per le navi porta container e per le navi da passeggeri adibite alla navigazione marittima;
dal punto di vista ambientale e della salute, rendere effettivo il cold ironing risulterebbe di grande rilevanza poiché la quantità di emissioni prodotte potrebbe calare notevolmente tanto per gli ossidi di azoto quanto per i particolati, con un notevole abbattimento sul totale cittadino, un risultato che allontanerebbe le città dalle soglie limite delle emissioni di questi inquinanti;
rilevato che:
il 17 giugno 2024 la Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato, un regime italiano da 570 milioni di euro per incentivare le navi a utilizzare l'elettricità erogata da reti elettriche terrestri quando sono ormeggiate nei porti marittimi. Nel quadro del regime, l'aiuto assume la forma di una riduzione fino al 100 per cento degli "oneri generali di sistema". Tali oneri sono inclusi nel prezzo dell'energia elettrica per finanziare determinati obiettivi di politica pubblica, tra cui le energie rinnovabili. La riduzione, pertanto, si tradurrà in un calo del prezzo dell'energia elettrica per gli operatori navali quando si riforniscono dell'energia elettrica erogata da reti elettriche terrestri e renderà competitivo il costo di questa energia elettrica rispetto al costo di quella prodotta a bordo utilizzando motori alimentati da combustibili fossili;
la misura, pertanto, incentiverà gli operatori navali a optare per una fornitura di energia elettrica più rispettosa dell'ambiente, evitando così emissioni significative di gas a effetto serra, inquinanti atmosferici ed emissioni di rumore;
l'Italia si è impegnata ad istituire un meccanismo di monitoraggio annuale per verificare la differenza tra i costi effettivi di acquisto di energia elettrica erogata da reti elettriche terrestri e quelli dell'autoproduzione di elettricità alimentata da combustibili fossili a bordo e adeguerà di conseguenza il livello dell'aiuto;
la misura è stata autorizzata poiché contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra e l'inquinamento atmosferico e acustico, conformemente con il regolamento “FuelEU maritime” che il 13 settembre 2023 il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato per aumentare la quota di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio nel mix di combustibili in uso nel trasporto marittimo internazionale, nonché il regolamento sull'infrastruttura per i combustibili alternativi, al fine di garantire la disponibilità di una fitta e diffusa rete di infrastrutture per combustibili alternativi in tutta l'Unione, comprese le infrastrutture di approvvigionamento di energia elettrica da terra nei porti della UE;
la normativa del sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (EU ETS) comporta una serie di criticità per il settore marittimo portuale che rischiano di ridurre la competitività nel contesto internazionale. In particolare, la normativa fa emergere rischi di distorsione della concorrenza modale tra mare, ferro e gomma, nonché di distorsione del mercato geografico e di delocalizzazione dei traffici, soprattutto transhipment, dai porti italiani verso i porti extra UE, di vanificare il lavoro svolto e l’indotto virtuoso generato dalle “autostrade del mare” e di inficiare gli ottimi risultati in termini di sostenibilità e gli investimenti dello Stato nel sea modal shift ottenuti con misure come il marebonus. L’effetto ultimo potrebbe essere quello di ribaltare gli extra costi dell’ETS sui vari attori della catena logistico-portuale e, non da ultimo, sul mercato sino al consumatore finale;
nella direttiva UE ETS è, tuttavia, presente un principio fondamentale a cui dovrebbe essere dato particolare rilievo nella fase di recepimento proprio per dare soluzione a tali rischi per i porti italiani, ossia quello secondo cui le risorse derivanti dalla vendita delle quote d’emissione siano impiegate nei settori inclusi nell’ambito di applicazione della normativa con finalità ambientali,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda attivarsi per recepire e dare attuazione al principio, statuito nella direttiva UE ETS, secondo cui le risorse derivanti dalla vendita delle quote d’emissione siano impiegate nei settori inclusi nell’ambito di applicazione della normativa con finalità ambientali;
quali atti intenda adottare, e in che tempi, al fine di consentire il pieno utilizzo del regime italiano da 570 milioni di euro approvato dalla Commissione europea ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato, al fine di incentivare le navi a utilizzare l'elettricità erogata da reti elettriche terrestri quando sono ormeggiate nei porti marittimi;
se intenda impiegare le risorse nel settore marittimo-portuale per concretizzare gli obblighi previsti nella FuelEU maritime e quelli dal regolamento AFIR, al fine di rendere effettivo il cold ironing e l’infrastrutturazione dei depositi costieri e pipeline per l’utilizzo di carburanti green di nuova generazione; se intenda altresì adoperarsi per rafforzare l’incentivo nazionale del sea modal shift per sostenere le autostrade del mare e per consentire alle imprese e ai terminal autorizzati ad operare nei porti italiani il ricambio del parco mezzi in chiave di sostenibilità, compresa la necessaria formazione del proprio personale.