Pubblicato il 16 luglio 2024, nella seduta n. 207
FLORIDIA Aurora, UNTERBERGER, SPAGNOLLI, PATTON - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
come si apprende da organi di stampa specializzata, in data 9 luglio 2024, la Cassa depositi e prestiti (CDP), società per azioni controllata dal Ministero dell’economia e delle finanze, ha proposto una modifica allo statuto per ridurre la rappresentanza femminile all’interno del consiglio di amministrazione;
la modifica contrasta con i principi di parità di genere e di inclusione promossi a livello internazionale, in particolare con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 5 “parità di genere”. Inoltre, viola i principi della convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW) delle Nazioni Unite;
la modifica dello statuto di CDP non garantisce l’equilibrata rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione delle società partecipate dallo Stato e contravviene alle disposizioni della legge n. 120 del 2011 sulla parità di genere nei consigli di amministrazione e collegi sindacali delle società quotate e delle società a controllo pubblico, del codice delle pari opportunità tra uomo e donna (decreto legislativo n. 198 del 2006), che fissa i principi di parità e pari opportunità tra uomini e donne nel lavoro e nella vita sociale, e della legge n. 162 del 2021, che rafforza la disciplina delle pari opportunità nelle società quotate e nelle società a controllo pubblico, ed estende l’obbligo di rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione e negli organi di controllo;
attualmente la CDP ha una rappresentanza di donne nel consiglio di amministrazione pari a circa un terzo dei componenti del consiglio, e l’ulteriore riduzione delle “quote rosa” nella governance della CDP costituirebbe un preoccupante passo indietro nel garantire l’uguaglianza di genere all’interno delle istituzioni e nelle aziende pubbliche;
considerato che:
la promozione dell’uguaglianza di genere nelle posizioni di governance è un obiettivo nazionale e comunitario essenziale per garantire un ambiente di lavoro inclusivo e equo. L’Unione europea ha approvato una serie di normative per garantire una maggiore rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione delle società: la direttiva UE 2022/2381 sulla parità di genere nei consigli di amministrazione delle società stabilisce misure vincolanti per garantire un’equilibrata rappresentanza di genere nei consigli di amministrazione delle grandi aziende quotate in borsa, la strategia per la parità di genere 2020-2025 definita dalla Commissione europea e la risoluzione del Parlamento europeo del 21 gennaio 2021 che include raccomandazioni per l’inclusione di criteri di parità di genere nei consigli di amministrazione delle società a capitale pubblico;
lo stesso Esecutivo ha più volte ribadito l’importanza della parità di genere come elemento cruciale per il progresso del Paese,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della proposta di modifica dello statuto della CDP e quali siano le motivazioni alla base di tale decisione;
se non ritenga opportuno intervenire per evitare che le modifiche proposte allo statuto della CDP possano creare un precedente negativo per altre società partecipate dallo Stato;
se non ritenga di adottare misure per garantire che la CDP rispetti i principi di parità di genere che non riducano la rappresentanza femminile nel proprio consiglio di amministrazione ma che rafforzino le politiche di inclusione e parità di genere nelle società pubbliche e private italiane, al fine di evitare arretramenti rispetto ai progressi sinora raggiunti.