Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08991

Atto n. 4-08991

Pubblicato il 5 luglio 2005
Seduta n. 834

FILIPPELLI - Al Ministro della difesa. -

Premesso che:

attualmente la maggior parte delle infrastrutture militari sono concentrate nelle regioni del Nord-est;

nell'ambito della riorganizzazione delle forze armate, conseguente all'abolizione della leva obbligatoria e ai mutati scenari strategici intervenuti con la fine della "Guerra fredda" ed il conseguente allargamento dell'Unione europea ai paesi dell'ex patto di Varsavia, si è resa necessaria una revisione nella dislocazione delle infrastrutture stesse, privilegiando le regioni del Sud d’Italia, al fine di aggiornare l'attuale modello di difesa nazionale alle nuove esigenze derivanti dal mutato scenario politico-militare e dai pericoli del terrorismo internazionale;

nel nuovo modello di difesa, nato dopo la fine della leva obbligatoria, si è subito notato che la maggior parte dei giovani che fanno richiesta di prestare servizio nel nuovo esercito professionale proviene dalle regioni meridionali;

attualmente la maggior parte dei militari presta servizio lontano dalle proprie regioni di appartenenza, con tutti i disagi che ne derivano;

le strutture militari esistenti non sono in grado di soddisfare le esigenze di un esercito fatto di professionisti, ed il fenomeno del "pendolarismo", che poteva essere tollerato durante il servizio di leva, che aveva una durata limitata, per del personale che svolgerà tutta la sua carriera lavorativa all'interno delle forze armate diventa un sacrificio economico ed umano intollerabile, ed oltretutto un danno per le istituzioni militari, che si ritrovano a gestire un personale poco motivato;

il dislocamento delle infrastrutture militari nelle regioni meridionali crea un indotto che potrebbe essere occasione per produrre nuovi posti di lavoro in regioni dove ancora la disoccupazione è a livelli drammatici;

emblematico di questa esigenza di rivedere la dislocazione delle infrastrutture militari è il caso del Centro militare di medicina legale con sede in Catanzaro, come segnalato dallo scrivente in una precedente interrogazione;

l'eventuale chiusura di questa struttura e il paventato trasferimento delle sue competenze a Messina provocherebbero un forte malcontento tra il personale civile e militare, oltre a gravi disagi e difficoltà per i cittadini chiamati a sostenere delle visite indispensabili per gli accertamenti sulle cause di servizio e pensionistici,

l'interrogante chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo ritenga opportuna una revisione nel dislocamento delle infrastrutture militari, privilegiando le regioni meridionali, non per un mero calcolo campanilistico, ma per realizzare un modello di difesa idoneo ed atto a raccogliere le sfide del terrorismo internazionale;

quali misure siano state predisposte a tal fine;

se si intenda utilizzare la struttura dell'Ospedale Militare di Catanzaro e in quale maniera.