Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02138
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Atto n. 3-02138
Pubblicato il 31 maggio 2005
Seduta n. 814
BONGIORNO - Al Ministro degli affari esteri. -
Premesso che:
il governo della Libia ha istituito con proprio decreto n. 37 del 24 febbraio 2005 una zona protetta per la pesca nel Mediterraneo, che ha come effetto immediato una limitazione della libertà di passaggio delle navi dei Paesi membri dell'Unione Europea in acque un tempo liberamente fruibili;
tale zona protetta comprende un'area di 62 miglia a partire dal limite esterno delle acque territoriali definite dalla fascia di 12 miglia dalla linea di base;
in quest'area ogni tipo di pesca è vietato, sia ai pescatori locali che stranieri, se non espressamente autorizzato dalle Autorità libiche per mezzo di una licenza rilasciata secondo i regolamenti vigenti in Libia;
ritenuto che:
si riduce sempre di più conseguentemente la libera circolazione delle navi nel mare Mediterraneo. Si era iniziato infatti con la istituzione di una zona contigua alle acque territoriali proclamata dall'Algeria con decreto presidenziale del 6 novembre 2004, relativa a 12 miglia dal limite esterno delle acque territoriali, con il che si consentiva al governo algerino di esercitare i controlli necessari a prevenire e reprimere le violazioni alle leggi di polizia doganale, fiscale, sanitaria e di immigrazione vigenti nel territorio algerino e nelle sue acque territoriali, nonché a proteggere il patrimonio archeologico presente nelle acque della zona contigua;
la notizia della istituzione di una zona protetta da parte della Libia, ora, preoccupa, oltre che altri Stati dell'area mediterranea (il governo di Malta ha chiesto la sospensione del decreto libico), anche e soprattutto la Sicilia e i pescatori siciliani, i quali guardano con particolare attenzione a questa vicenda. In data 30 maggio 2005, a conferma della fondatezza di detta preoccupazione, i motopesca di Mazara del Vallo, che lavoravano in quella zona, sono stati invitati da una nave ed un elicottero militare libici, pena il sequestro, ad allontanarsi oltre le 62 miglia dalle acque territoriali libiche;
non è peraltro la prima volta che nel Mediterraneo vengono istituite zone di protezione della pesca. E' accaduto infatti nel 1997 con la Spagna, come successivamente con la Croazia. Preoccupa pertanto la scarsa propensione al dialogo di diversi paesi rivieraschi, i quali adottano provvedimenti volti a ridurre la libera circolazione delle navi da pesca senza tener conto degli interessi degli altri Paesi. Il Mediterraneo è una risorsa indispensabile per chi opera nella pesca, una risorsa che non può essere appannaggio di pochi, ma bene comune da tutelare e valorizzare;
considerato che può risultare a questo punto strategico il ruolo che giocherà il Ministero degli affari esteri italiano per trovare una soluzione ragionevole ad una situazione che rischia di minare ogni sforzo di cooperazione bilaterale nell'ambito della pesca,
si chiede di sapere se e quali iniziative si intenda assumere nei confronti del governo della Libia a tutela degli interessi economici della pesca italiana, siciliana in ispecie, in seguito alla iniziativa di quel governo, nonché in seguito al grave atto di intimidazione messo in atto da mezzi militari libici nei confronti di alcuni motopesca mazaresi in data 30 maggio 2005.