Atto n. 4-00892

Pubblicato il 12 dicembre 2023, nella seduta n. 135

CUCCHI - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

da notizie di stampa si è appreso che il 6 dicembre 2023 a Bologna sono stati eseguiti due sgomberi, in occasione dei quali sono avvenuti violenti scontri fra le forze dell’ordine e i manifestanti;

nel dettaglio, il primo ha riguardato un edificio della AUSL in via Corticella, occupato da 5 nuclei familiari (tra cui 10 minori, che in mattinata erano a scuola) in situazioni di estremo disagio abitativo, coordinate dal collettivo “Plat”, che qui aveva dato vita ad un “progetto” di “radical housing”. Le famiglie che vi alloggiavano avevano abitato in precedenza in via Fioravanti, in una palazzina che era di proprietà ACER e che era stata lasciata libera dal collettivo Plat e dalle famiglie quando erano stati stanziati i fondi PNRR per ristrutturare lo stabile;

contemporaneamente, è stata sgomberata anche l’occupazione “Glitchousing” in viale Filopanti, messa in atto dal CUA (collettivo universitario autonomo) che dal 23 ottobre era entrato all'interno dell’ex istituto “Zoni”, vuoto dal 2020 per creare uno “student hostel” per creare posti letto gratis, forme di solidarietà e organizzazione attiva. Nelle settimane precedenti si erano tenuti tavoli di trattativa tra gli occupanti, “Er.go” e l’università di Bologna, in esito ai quali era stato raggiunto un accordo per il quale l’immobile sarebbe stato lasciato libero il 18 dicembre, giorno nel quale le lezioni universitarie si interrompono per le vacanze natalizie. All’interno della struttura, infatti, vivevano circa una trentina di studenti fuori sede, che, sfruttando i locali occupati come punto d’appoggio, nel giro di qualche settimana trovavano una sistemazione stabile;

entrambi gli sgomberi sono stati eseguiti mediante l'attivazione di reparti di forza che hanno duramente represso ogni tentativo di contestazione e di protesta. Risulta all’interrogante che, nella serata, le forze dell'ordine intervenute abbiano aggredito il corteo studentesco che si era formato spontaneamente per protestare contro gli sgomberi;

sono stati pubblicati un video e diverse foto che restituiscono le immagini di un'aggressione sessuale a carico di una studentessa, perpetrata da un agente in tenuta antisommossa;

a parere dell’interrogante in nessun caso il calcio tirato violentemente sul pube, con gli anfibi dalle punte rinforzate, può essere considerato una legittima procedura di ordine pubblico, ma rappresenta una violenza sessuale praticata da un uomo, nello svolgimento dell’esercizio di una funzione pubblica e in divisa per conto dello Stato, ad una donna, ragazza, del tutto disarmata;

attualmente non è stato possibile individuare il responsabile del grave fatto;

considerato che:

nel 2012 l’Unione europea ha approvato una risoluzione che esortava gli Stati membri a “garantire che il personale di polizia porti un numero identificativo”, come un collar number (numeri sul collo) o shoulder number (numeri sulla spalla): codici identificativi usati per riconoscere i singoli ufficiali di polizia, altrimenti impossibili da identificare in situazioni caotiche come gli scontri;

inoltre nel 2016 è intervenuto anche il Consiglio sui diritti umani dell’ONU che ha raccomandato che i funzionari delle forze di polizia siano “chiaramente e individualmente identificabili”,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto sopra;

quali iniziative intenda intraprendere per evitare che simili atti di deliberata violenza accadano ancora;

se non ritenga opportuno e ormai indifferibile l’introduzione nel sistema normativo di una norma che imponga l’adozione di codici identificativi e bodycam o comunque di strumenti comunque atti all’identificazione degli agenti e a verificare le responsabilità individuali.