Atto n. 3-00786

Pubblicato il 16 novembre 2023, nella seduta n. 126

PAITA, SBROLLINI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:

il 3 maggio 2021 Luana D’Orazio, una giovanissima lavoratrice, madre di un bambino allora di 5 anni, è morta tragicamente, stritolata dall’orditoio a cui stava lavorando nella ditta in cui era impiegata, nonostante i suoi tentativi di bloccare il macchinario;

Luana, suo malgrado, è assurta subito a simbolo della piaga delle vittime sul lavoro (1.221 nel 2021, anno della sua morte, e 1.090 nel 2022) e delle enormi carenze che affliggono il sistema produttivo italiano sul piano della sicurezza sul lavoro;

per tali ragioni e per scongiurare il ripetersi di simili tragedie, in sede di conversione del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48 (detto decreto lavoro), la 10ª Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato del Senato, in data 7 giugno 2023, ha approvato l’emendamento 14.29 (a prima firma delle interroganti e poi sottoscritto dai senatori dei Gruppi Autonomie, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia);

l’emendamento interveniva sulla disciplina in materia di tutela della salute della sicurezza nei luoghi di lavoro, introducendo l’obbligo, per i datori di lavoro che utilizzano macchinari pericolosi, di dotarli di dispositivi di blocco automatico al rilevamento di anomalie dovute a utilizzi o contatti impropri da cui potessero derivare condizioni di pericolo per il lavoratore;

l’emendamento approvato è stato soppresso dalla maggioranza, prima dell’approdo del testo in Aula, giustificando la deliberazione sull’impossibilità di quantificare gli oneri finanziari che l’emendamento avrebbe comportato per lo Stato, nonostante l’articolo 40, comma 6-bis, del Regolamento del Senato escluda la presunzione di onerosità;

la soppressione dell’emendamento 14.29, pertanto, si è tradotta nell’inerzia del legislatore, facendo venire meno un intervento senza oneri per lo Stato e che avrebbe garantito la sicurezza sui luoghi di lavoro: motivo per cui più volte è stato sollecitato un intervento in tal senso nei successivi provvedimenti;

in data 14 novembre 2023 una lavoratrice di 26 anni, Anila Girsha, è morta incastrata in un macchinario in fabbrica, secondo organi di stampa attivato per errore da un suo collega;

appare evidente che almeno questa tragedia sarebbe stata scongiurata dall’emendamento approvato (temporaneamente) lo scorso 7 giugno e che un intervento legislativo dello stesso tenore sia, per quanto tardivo, indispensabile per assicurare condizioni di sicurezza minime e coerenti con lo sviluppo tecnologico e la modernizzazione dei processi produttivi,

si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per assicurare la pronta integrazione di tutti i macchinari pericolosi con dispositivi di sicurezza che provvedano al blocco automatico in presenza di contatti anomali e pericolosi con le persone.