Atto n. 1-00059

Pubblicato il 28 giugno 2023, nella seduta n. 82

NAVE, LICHERI Ettore Antonio, DI GIROLAMO, BEVILACQUA, PIRRO, CATALDI, CROATTI, CASTIELLO, BILOTTI, TREVISI, LOPREIATO, SIRONI, MARTON, DE ROSA, MAIORINO, LICHERI Sabrina, TURCO, SPAGNOLLI, NATURALE, MAZZELLA, ALOISIO

Il Senato,

premesso che:

la digitalizzazione e la globalizzazione della società e dell’economia hanno causato, tra i vari effetti, anche la nascita di nuovi modelli di impresa resi possibili dal sistema di connessioni offerto dal web. Sul punto, negli ultimi anni, e in particolare durante la pandemia, le piattaforme on line hanno svolto un ruolo trainante per la crescita e l’innovazione della vendita al dettaglio digitale. In tal senso, la diffusione di internet e la crescita degli acquisti in rete hanno portato alla proliferazione di siti preposti alla vendita di beni;

la vendita di oggetti, la fornitura di servizi, la consegna di cibo sono dunque attività che si sono affermate attraverso modalità di erogazione alternative rispetto a quelle tradizionali, facendo leva su strategie di marketing che si adattano con estrema rapidità alle preferenze e alle attitudini dei consumatori;

considerato che:

secondo quanto emerso in più approfondimenti giornalistici del 2021 condotti in Europa, le aziende di commercio elettronico distruggono mensilmente fino a 100.000 prodotti nuovi nei poli logistici del territorio di riferimento. Si tratta di resi danneggiati ovvero di beni invenduti e solo una minima parte di questi oggetti trova una seconda vita sugli scaffali o presso enti di beneficienza. Le rimanenze, infatti, vengono principalmente destinate ad aziende incaricate dello smaltimento;

dalle testimonianze raccolte, lo smaltimento può interessare anche articoli elettronici o piccoli elettrodomestici senza difetti. Spesso, infatti, pezzi perfettamente funzionanti (che però risultano obsoleti o troppo ingombranti) escono dal magazzino per essere distrutti;

tali oggetti, in larga parte, appartengono a terze parti commerciali che pagano per avere i propri prodotti presso centri di distribuzione delle vetrine digitali;

i beni che non hanno più spazio nelle corsie dei magazzini, per vero, oltre a poter essere messi in vendita a prezzi scontati, potrebbero essere stabilmente ridistribuiti a soggetti bisognosi o ai fini di attività di assistenza, in quanto pienamente recuperabili in termini di funzionalità, con la creazione di catene strutturali di utilizzo virtuoso;

la mole di beni invenduti comporta una complessa gestione degli scarti industriali, anche per quanto concerne la raccolta di rifiuti, con un indubbio carico ambientale, fortemente impattante sull’ecosistema;

considerato, altresì, che:

la logistica, se orientata alla compatibilità ambientale, può costituire un perno strategico di sviluppo e innovazione. Le attività sostenibili, infatti, rappresentano una reale opportunità di crescita, in quanto futura chiave di progresso e competizione fra i vari sistemi economici;

per logistica sostenibile, o green logistics, si intende la collaborazione fra aziende, il cui fulcro operativo risiede nel raggiungimento di risultati significativi nella sostenibilità ambientale. Tale collaborazione ha per oggetto il potenziamento e la divulgazione di diverse conoscenze e persegue soluzioni di trasporto, consegna e riciclo delle merci e dei prodotti, in accordo con il rispetto della natura, al fine di sostenere una catena di approvvigionamento il meno possibile inquinante;

l’avviamento di un’azione di trasformazione dei processi e dei prodotti in un’ottica sostenibile comporta, giocoforza, anche la riduzione degli sprechi, l'ottimizzazione dei consumi e l’incentivazione del riuso, con il risultato di ottenere un globale risparmio di costi notevole;

nel settore della logistica, le tecniche di smaltimento e riciclo possono comportare effetti positivi sui perni dell’innovazione stessa. In tal senso, un concetto d’importanza rilevante nella comprensione del fenomeno è quello di “reverse logistics” o “inverse manufacturing”, cioè la produzione di oggetti orientata al loro successivo riutilizzo o a quello delle proprie parti. Sul punto, alcune aziende da molti anni hanno intrapreso la strada dell’inverse manufacturing, con una capacità di riciclo del 97 per cento. Al proposito, la logistica incide dall’8 al 25 per cento sul costo dei prodotti portati a destinazione, valore posto su una traiettoria di crescita con l’aumentare della globalizzazione;

se è vero che il primo 5 per cento della realizzazione di un prodotto ne influenza il restante 95 per cento, è dunque opportuno che la fase iniziale della distribuzione venga inquadrata al massimo recupero delle parti e dell’energia;

in questa direzione, l’Unione europea ha imposto, tramite numerose iniziative che incoraggiano una progressiva trasformazione verde, di ridurre la dipendenza dal petrolio e di cercare fonti energetiche alternative. Dal punto di vista logistico, questo si traduce in un'ottimizzazione dei sistemi di flusso, nel riciclo e riuso degli imballi e degli oggetti stessi nonché nel risparmio energetico;

valutato che l’Italia si basa su un’economia di piccole e medie imprese e, stanti i preoccupanti fenomeni di cambiamento climatico e l’attuale congiuntura socio-economica, nei prossimi decenni saranno vincenti le aziende capaci di coniugare la tutela dell’ambiente con lo sviluppo di nuove tecnologie,

impegna il Governo:

1) a promuovere attivamente, anche per il tramite di specifiche misure dispositive, la riduzione degli sprechi nel settore della logistica per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione dei prodotti invenduti appartenenti ai vari settori merceologici, limitando gli smaltimenti e aumentando, di converso, gli utilizzi alternativi dei prodotti;

2) con speciale riferimento al settore digitale della distribuzione di merci, a prevedere, attraverso l’introduzione di meccanismi strutturali di utilizzo virtuoso, appropriati piani di gestione dei beni invenduti ovvero danneggiati, anche in relazione alle fasi di ritiro e di restituzione, per garantire l’idoneità dei prodotti allo scopo, evitando che si trasformino ingiustificatamente in rifiuti;

3) in un’ottica benefica, a favorire il recupero e la donazione delle eccedenze derivanti dalle attività della logistica, ai fini della solidarietà sociale e della tutela ambientale, destinandole in via prioritaria all'utilizzo umano e alla rivendita tramite canali, on line e off line, rispondenti ad associazioni senza scopo di lucro e vincolando il ricavato ad azioni caritatevoli;

4) a contribuire al contenimento degli impatti negativi sull'ambiente e sulle risorse naturali derivanti dalle attività di commercio digitale, mediante la promozione delle linee direttrici della logistica sostenibile nonché di azioni volte a ridurre la produzione di scarti e a promuovere il riuso, la redistribuzione e il riciclo con l’obiettivo di estendere il ciclo di vita dei prodotti;

5) a sostenere concretamente, per mezzo di precipue iniziative, le attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione sugli sprechi della logistica, e a promuovere comportamenti e modelli volti a contenere apprezzabilmente le dispersioni merceologiche.