Atto n. 3-00416

Pubblicato il 4 maggio 2023, nella seduta n. 65

RENZI, PAITA - Al Ministro della cultura. -

Premesso che:

il "bonus cultura" o "18App" era un voucher di 500 euro per l'acquisto di "prodotti culturali" destinato alle giovani e ai giovani al raggiungimento della maggiore età, inserito per la prima volta nella legge di stabilità per il 2016 (articolo 1, commi 979-980, della legge n. 208 del 2015) e volto a promuovere lo sviluppo della cultura e la conoscenza del patrimonio culturale attraverso e la fruizione di attività culturali come teatro, cinema, musei, mostre ed eventi culturali, spettacoli dal vivo, nonché l’acquisto di musica registrata, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici, corsi di musica, teatro in lingua straniera e l’accesso a monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali;

tale misura venne introdotta a seguito degli attentati terroristici di Parigi del 13 novembre 2015 e della strage del "Bataclan", al fine di dare una risposta chiara e definita: ad ogni euro investito dallo Stato per la sicurezza avrebbe dovuto fare eco un euro investito per la cultura, nella consapevolezza che la risposta all’estremismo, alla radicalizzazione, al terrorismo e alle criminalità fosse di tipo culturale oltre che securitario;

le risorse finanziarie per “18App” sono state stanziate di anno in anno per un totale di 290 milioni di euro annui dal 2016 al 2018; la dotazione finanziaria è stata ridotta a 240 milioni di euro nel 2019 (con l’articolo 1, comma 604, della legge n. 145 del 2018) e a 190 milioni di euro nel 2020 (articolo 1, commi 357-258, della legge n. 160 del 2019, e articolo 183, comma 11-ter del decreto-legge n. 34 del 2020), per poi essere parzialmente reintegrata nel 2021 con 220 milioni di euro (articolo 1, commi 576 e 611, della legge n. 178 del 2020);

dopo numerosi atti di indirizzo e sollecitazioni la misura è stata resa strutturale, con una dotazione annuale pari a 230 milioni di euro, facendo proprio l’obiettivo della Repubblica di promuovere lo sviluppo della cultura (articolo 9 della Costituzione), favorire lo sviluppo della personalità delle giovani e dei giovani sia come singoli sia nelle formazioni sociali in cui si esprimono (articolo 2), sia di garantire parità di chance rimuovendo gli ostacoli di ordine economico, sociale e culturale che limitano la libertà e l’eguaglianza degli stessi, impedendone pieno sviluppo e partecipazione alla vita del Paese (articolo 3);

in media oltre il 70 per cento delle risorse stanziate per la misura è stato speso per l'acquisto di libri e circa l’85 per cento degli aventi diritto ha fatto ricorso a 18App utilizzando il voucher nei 6.400 esercizi convenzionati, dando anche stimolo e impulso alla riscoperta di realtà imprenditoriali del mondo culturale che sono radicate e presenti sul territorio da decenni;

secondo le stime, circa un libro su 10 di quelli venduti ogni anno in Italia è stato acquistato grazie a 18App, comportando un sensibile aumento dei lettori nella fascia d’età 18-21 anni: dalla sua istituzione al 2021 si sono registrati a 18App circa 2,5 milioni di ragazze e ragazzi, che hanno speso più di un miliardo di euro, di cui l’83 per cento per i libri, con effetti significativi su tutta la relativa filiera culturale;

18App e le sue fondamentali virtualità hanno rappresentato un vero e proprio modello a livello europeo, confermato dall’adozione di una misura analoga sia in Francia ("Pass culture") che in Spagna ("Bono cultural jóven");

anziché sviluppare dette virtualità in vista di un rafforzamento di 18App per renderla valida su tutto il territorio europeo, il comma 630 dell’articolo 1 della legge n. 197 del 2022, introdotto durante l’esame in prima lettura alla Camera, ha sostituito detta misura con due card: la carta della cultura giovani e la carta del merito, la prima destinata a soggetti appartenenti a nuclei familiari con ISEE non superiore a 35.000 euro al compimento del diciottesimo anno di età, la seconda rivolta ai neomaggiorenni che abbiano conseguito almeno 100 centesimi al diploma di maturità;

dette card sono state istituite a decorrere dall’anno 2023, con un limite di spesa fortemente ridotto (pari a 190 milioni di euro) e a decorrere dall’anno 2024, quindi definanziando totalmente un’intera annualità (il 2023), che peraltro rischia di pregiudicare il loro riconoscimento per i nati nel 2005;

al contrario delle due card, 18App non si configurava come una misura assistenziale: essa rappresentava una misura universale, che prescindeva da reddito, nazionalità e merito per consentire a tutti i giovani adulti di affacciarsi al mondo beneficiando sia dell’immenso valore del nostro patrimonio culturale, sia delle enormi potenzialità che derivano dallo sviluppo e dalla promozione della conoscenza in tutte le sue forme;

ad ogni modo, il nuovo comma 357-ter dell’articolo 1 della legge n. 234 del 2021, introdotto dall’articolo 1, comma 630, lettera a), della legge n. 197 del 2022, subordina la concessione delle due nuove card all’approvazione di un decreto del Ministro della cultura che definisca "gli importi nominali da assegnare (...) nonché i criteri e le modalità di attribuzione e di utilizzo", che si sarebbe dovuto emanare entro il 2 marzo 2023;

a due mesi dalla scadenza del termine non vi è notizia del decreto, dalla cui emanazione dipende il riconoscimento delle due card: in altre parole non solo il bonus cultura è stato depotenziato, definanziato, limitato e trasformato in una misura assistenziale, ma rischia persino di non essere attribuito nella sua nuova fisionomia,

si chiede di sapere quali siano le tempistiche previste per l’approvazione del decreto ministeriale richiamato e da cui dipende l’assegnazione delle “nuove” carta della cultura giovani e carta del merito, nonché se, in ragione dei due mesi di ritardo accumulati fino ad oggi nell’implementazione della misura, vi possano essere pregiudizi per le giovani e i giovani che teoricamente dovrebbero beneficiarne.