Atto n. 4-00370

Pubblicato il 13 aprile 2023, nella seduta n. 56

SIRONI, PATUANELLI, MAIORINO, NATURALE, CROATTI, GUIDOLIN, MAZZELLA, NAVE, BILOTTI, CASTELLONE, ALOISIO, PIRONDINI, CATALDI, FLORIDIA Barbara, LOPREIATO, LICHERI Sabrina, BEVILACQUA, DE ROSA, MARTON, PIRRO, DI GIROLAMO - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. -

Premesso che il 10 luglio 2019, le società A.C. Milan S.p.A. e F.C. Internazionale Milano S.p.A., in qualità di promotrici già concessionarie e società sportive utilizzatrici dell’impianto “Giuseppe Meazza”, presentavano all’Amministrazione comunale la proposta relativa allo “Stadio di Milano”, corredata di uno studio di fattibilità per la demolizione dell’attuale stadio di San Siro e per la realizzazione di un nuovo complesso sportivo multifunzionale nell’area del quartiere San Siro, introducendo funzioni complementari o funzionali, al fine del complessivo equilibrio economico finanziario dell’iniziativa e valorizzazione del territorio, su un’area di intervento che si estende per circa 298.000 metri quadri, di cui solo il 18 per cento a verde profondo frammentato;

considerato che:

numerosi articoli di giornale hanno riportato la notizia che, in base a quanto emerso a gennaio 2023 dalla Relazione conclusiva del dibattito pubblico, il progetto proposto dalle due società calcistiche comporterebbe emissioni di CO2 nella misura di 210.000 tonnellate, destando gravi preoccupazioni circa l’incremento dei livelli di inquinamento, soprattutto dispersioni di polveri (PM10 e PM2,5) e produzione di anidride carbonica, derivanti dalla realizzazione degli interventi;

come indicato nella Relazione conclusiva del dibattito pubblico il “verde di progetto compenserebbe solo il 5% dell’emissione del solo cemento (3,8% aggiungendo carpenteria/ travoni)”;

le previsioni contenute nella proposta contrasterebbero con quanto annunciato dal Piano clima del Comune di Milano, che prevede la riduzione delle emissioni clima-alteranti del 45 per cento entro il 2050;

la difficile compensazione delle emissioni del progetto condurrebbe con verosimile certezza a gravi violazioni dei limiti della qualità dell’aria esponendo l’Italia a nuove potenziali procedure di infrazione;

considerato inoltre che:

sono stati sottoposti all’attenzione del comune progetti alternativi per la riqualifica dell’area che non prevedono la demolizione dello stadio e che riducono notevolmente l’entità delle emissioni dannose, ma tali progetti non incontrano l’interesse delle due società calcistiche;

la proposta presentata dalle società calcistiche è stata dichiarata di pubblico interesse da parte del comune di Milano;

i proponenti hanno dichiarato che le emissioni di CO2 degli interventi saranno compensate, se si rendesse necessario, mediante l’acquisto sul mercato di crediti di carbonio certificati;

considerato altresì che:

la Corte di giustizia dell’Unione europea, accogliendo un ricorso della Commissione europea nell'ambito di una procedura d'infrazione, ha stabilito che l'Italia è venuta meno agli obblighi previsti dalla direttiva UE sulla qualità dell'aria;

a Milano si contano 1.500 morti premature all’anno a causa dell’inquinamento e per superamento delle soglie indicate dall’Organizzazione mondiale della sanità;

lo stato di malattia indotto dall’inquinamento costituisce un pesante costo esterno per la società collegato alla salute e alle cure;

considerato infine che, a parere degli interroganti, il diritto alla salute non può essere sacrificato all’interesse economico di soggetti privati (ma auspicabilmente neppure di quelli pubblici) e la compensazione delle emissioni dannose della realizzazione di un progetto urbanistico in città mediante l’acquisto di crediti di carbonio certificati sul mercato non risolve e non elimina il problema del superamento delle soglie di inquinamento in ambito locale, provocando un danno alla salute dei cittadini, nonché alle finanze dello Stato per le sanzioni relative alla sottoposizione a procedura di infrazione,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo ritenga ammissibile che le emissioni di C02 (o CO2 equivalenti) prodotte da un progetto urbanistico ricadente nel territorio di un comune vengano compensate mediante l’acquisto sul mercato dei crediti di carbonio certificati;

se ritenga ammissibile e legittimo il sacrificio del diritto alla salute dei cittadini a fronte di un interesse economico e se questo agire possa considerarsi rispondente all’interesse pubblico;

quali iniziative intenda assumere per regolamentare la materia dell’uso della compensazione delle emissioni nocive prodotte in ambito locale con l’acquisto di crediti di carbonio certificati.