Pubblicato il 18 gennaio 2023, nella seduta n. 29
RONZULLI, GASPARRI, ROSSO, BERLUSCONI, CRAXI, DAMIANI, FAZZONE, LOTITO, OCCHIUTO, PAROLI, SILVESTRO, TERNULLO, ZANETTIN
Il Senato,
premesso che:
in sede europea è in corso l'esame di un progetto di direttiva sull'efficienza energetica nell'edilizia (COM (2021) 802 final), proposta dalla Commissione europea il 15 dicembre 2021, che fa parte delle misure da adottare nell'ambito del "Fit for 55", al fine di raggiungere gli obiettivi di efficientamento energetico e decarbonizzazione fissati a livello europeo;
l'elemento centrale della direttiva è l'introduzione di standard minimi di prestazione energetica per gli edifici, con l'introduzione di obblighi di riqualificazione per migliorarne il rendimento energetico. Ogni Stato membro dovrà stabilire la propria strategia a lungo termine nell'ambito di un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, per sostenere la modernizzazione del parco nazionale di edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati, in vista dell'obiettivo della neutralità climatica al 2050;
considerato che:
per quanto riguarda l'esame del Consiglio europeo, la Presidenza ceca ha promosso un testo di compromesso su cui, il 25 ottobre 2022, il Consiglio dei ministri UE dell'Energia ha definito un orientamento generale;
l'azione italiana, portata avanti dal Governo pro tempore Draghi per tutto il 2022, si è concentrata principalmente intorno agli standard minimi di prestazione energetica degli edifici (articolo 9). In merito alle posizioni negoziali, da un lato, Italia, Cipro, Grecia, Malta, Spagna e altri avevano chiesto un timing di adeguamento flessibile per avere un parco immobiliare compatibile con la neutralità climatica nel 2050. Dall'altro lato, Germania, Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo avevano chiesto target e tempistiche più stringenti;
il compromesso finale raggiunto ha consentito, in primis, di rivedere le tempistiche di adeguamento delle prestazioni energetiche degli edifici, in modo da renderle più graduali e meno stringenti, e di garantire, inoltre, la possibilità di esenzione per alcune categorie;
rispetto al testo iniziale proposto dalla Commissione, che stabiliva target unici per tutte le tipologie di immobili al 2030, il testo avallato dal Consiglio europeo prevede che solo gli edifici residenziali di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero entro il 2030. Per gli edifici residenziali esistenti la deadline per il raggiungimento del target è il 2050, inoltre sono previste delle esenzioni per alcune tipologie di edifici, tra cui gli edifici storici, i luoghi di culto e gli edifici utilizzati a scopi di difesa;
il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ha annunciato una serie di osservazioni critiche a nome del Governo italiano, in vista delle successive valutazioni che si faranno in sede europea e collegando la posizione finale dell'Italia al confronto sulle propose che l'Italia farà a tutela della casa degli italiani e degli europei;
considerato, inoltre, che il Parlamento europeo dovrebbe approvare la sua posizione negoziale sulla direttiva nella riunione plenaria di metà marzo 2023, dopo l'esame della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia ITRE, che dovrebbe concludersi il 9 febbraio; successivamente all'adozione della posizione del Parlamento, potranno partire i negoziati interistituzionali fra Parlamento e Consiglio al fine di raggiungere un compromesso su un testo condiviso;
valutato, inoltre, che il contenuto della proposta di direttiva avrebbe un notevole impatto sul parco immobiliare italiano che consta di oltre 9 milioni di edifici residenziali. L'Italia è un Paese a proprietà immobiliare diffusa, sia per la tradizionale predisposizione ad abitare in una casa di proprietà, sia per la forte spinta ad investire nel settore immobiliare i risparmi; inoltre, il patrimonio edilizio italiano è molto risalente nel tempo ed è in gran parte dislocato in contesti peculiari, sia dal punto di vista della conformazione orografica, come i piccoli borghi montani, sia dal punto di vista dei vincoli paesaggistici ed ambientali, come i centri storici. Infine, nel nostro territorio, la maggior parte dei complessi edilizi è costituita da condomini, la cui complessa gestione potrebbe comportare ritardi nel raggiungimento degli obiettivi della direttiva,
impegna il Governo a rappresentare, in sede europea, nel corso dei negoziati, le peculiarità dell'Italia, in modo che si consenta al nostro Paese di avere la necessaria flessibilità per raggiungere obiettivi di risparmio energetico più confacenti alle proprie caratteristiche rispetto a quelli prospettati.