Atto n. 4-07170

Pubblicato il 20 giugno 2022, nella seduta n. 442

BOLDRINI Paola, FEDELI Valeria, PORTA, CIRINNÀ Monica, D'ARIENZO, STEFANO, PITTELLA, GIACOBBE, FERRAZZI, D'ALFONSO, BITI Caterina, ROJC Tatjana, LAUS, ROSSOMANDO Anna, MANCA, IORI Vanna, VALENTE Valeria - Ai Ministri della giustizia e della salute. -

Premesso che:

alla luce dell'urgente necessità emersa durante la pandemia di rafforzare il sistema sanitario nazionale tramite il reclutamento di nuovo personale sociosanitario, l'ordinanza del capo del Dipartimento della protezione civile n. 665 del 22 aprile 2020, recante "Ulteriori interventi urgenti di protezione civile in relazione all'emergenza relativa al rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili", ha autorizzato, in deroga alla normativa vigente e per tutta la durata dello stato di emergenza nazionale di cui alla delibera del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, l'istituzione di un'unità sociosanitaria composta da 1.500 operatori sociosanitari, di cui 500 presso le residenze sanitarie assistenziali (RSA) per anziani e per disabili e le case di riposo e 1.000 presso istituti penitenziari individuati dal Ministero della giustizia, ai quali è corrisposto un premio di solidarietà forfettario, erogato dalla Regione interessata, di 100 euro per ogni giorno di attività effettivamente prestata;

a seguito del termine dello stato di emergenza nazionale in data 31 marzo 2022, ai sensi del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, recante "Proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19", l'ordinanza del capo del Dipartimento della protezione civile n. 892 del 16 maggio 2022, "finalizzata a consentire il progressivo rientro in ordinario delle misure di contrasto alla pandemia da COVID-19 di competenza delle Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano e degli enti locali", ha prorogato l'istituzione della predetta unità sociosanitaria fino al 31 maggio 2022 al fine di garantire la continuazione del servizio di personale OSS nei penitenziari e RSA;

a partire dal 31 maggio 2022, allo scadere della proroga, tale servizio è dunque cessato, privando così gli istituti penitenziari, le RSA per anziani e disabili e le case di riposo di un servizio che continua ad essere essenziale anche nell'attuale fase post emergenziale;

considerato che:

per quanto riguarda le RSA, il rapporto 2022 dell'osservatorio sull'assistenza a lungo termine CERGAS - SDA Bocconi denominato "Il presente e il futuro del settore Long-Term Care: cantieri aperti" relativo a dati di ottobre 2021 evidenzia una carenza media di personale OSS nelle RSA del 13 per cento, con picchi fino al 30 per cento.

tale situazione di carenza strutturale di figure professionali rischia di declinarsi in una compromissione della qualità del servizio sanitario anche considerando che, come sottolineato dal rapporto, la totalità dei gestori delle RSA interpellati ha dichiarato di vivere una situazione critica nella gestione delle persone già impiegate a causa di carenza di personale (94 per cento), cali di motivazione (54 per cento) e sindrome di burn out (34 per cento).

per quanto riguarda gli istituti penitenziari, secondo il rapporto Antigone 2021 sulle condizioni di detenzione, nelle carceri italiane è presente solamente un medico ogni 315 detenuti. Tale dato, a fronte di un tasso di sovraffollamento al 2022 del 107,4 per cento e delle precarie condizioni di salute della popolazione carceraria come dimostrato, inter alia, da una prevalenza significativamente maggiore rispetto alla popolazione libera di malattie infettive (HIV, epatite B, epatite C e tubercolosi), patologie psichiatriche e gesti autolesionisti e suicidi, testimonia l'urgenza di nuovo personale OSS ai fini del rafforzamento del sistema sanitario penitenziario;

il servizio sociosanitario erogato a partire dal 2020 da questo personale OSS, il quale ha lavorato con grandi capacità, senza limitazione oraria, mansionaria, assicurando un contributo qualitativo all'assetto delle prestazioni sanitarie dedicate agli ospiti delle strutture, incidendo positivamente all'interno delle aree sanitarie collaborando con le figure professionali degli infermieri, continua a rappresentare un'assoluta necessità ai fini della tutela della qualità del servizio sanitario nelle RSA e negli istituti penitenziari e della difesa del diritto alla salute garantito dall'articolo 32 della Costituzione,

si chiede di sapere:

quali motivazioni abbiano portato alla mancata prosecuzione dell'avvalimento degli operatori sociosanitari autorizzati con la citata ordinanza del capo del Dipartimento della protezione civile n. 665 del 2020, per le finalità di impiego ivi previste;

quali misure i Ministri in indirizzo intendano assumere al fine di garantire il necessario supporto sociosanitario alle RSA e agli istituti penitenziari e se intendano, alla luce dell'urgenza evidenziata dai dati riportati e come richiesto da diverse Regioni, procedere, di concerto con il Dipartimento della protezione civile, alla proroga dell'avvalimento dei 1.500 operatori sociosanitari di cui all'ordinanza n. 665 fino al 31 dicembre 2022, valutando la possibilità di una stabilizzazione del personale già impiegato, considerando il ruolo fondamentale svolto durante la fase emergenziale della pandemia.