Atto n. 4-07049

Pubblicato il 19 maggio 2022, nella seduta n. 435

VANIN Orietta, DI GIROLAMO Gabriella, AIROLA, MAIORINO Alessandra, MONTEVECCHI Michela, COLTORTI, ROMANO, GIROTTO, PAVANELLI Emma, CROATTI, PRESUTTO, TONINELLI - Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. -

Premesso che:

notizie di stampa di questi giorni hanno riportato alla luce le problematiche legate al completamento dell'opera MOSE (modulo sperimentale elettromeccanico) mettendo in evidenza aspetti noti e, purtroppo, profili nuovi e allarmanti ("L'Espresso", 8 maggio 2022);

in particolare, nel ricordare la lievitazione dei costi (da 1,5 miliardi di euro a 6,5 miliardi) e i tempi infiniti per il completamento dell'opera ancora in corso, emerge che sarebbe stato secretato il risultato di una perizia affidata dalla commissaria per il MOSE, Elisabetta Spitz, ad un ingegnere francese, Nicholas Larché dell'Istituto per la corrosione di Brest;

tale perizia, avente ad oggetto i fenomeni di corrosione dei meccanismi sott'acqua dell'opera, ovvero le cerniere che tengono agganciate le paratoie, alla base in calcestruzzo su fondo della laguna, alle tre bocche di porto che mettono in comunicazione Venezia con il mare, è solo la più recente degli studi e delle verifiche sul tema e sembrerebbe aver sminuito notevolmente il problema, accertando sì la presenza della corrosione, ma definendola "non preoccupante";

l'allarme corrosione è invece un problema denunciato da anni, e sempre rimasto ignorato, dagli esperti di corrosione dei materiali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Susanna Ramundo e Gian Mario Paolucci (poi dimissionari), i quali hanno evidenziato che la manutenzione, da considerarsi urgente, non è mai partita, visto che la gara da 64 milioni di euro, assegnata all'unico concorrente che ha presentato offerta (Fincantieri), è stata annullata;

considerato che:

a parere degli interroganti vi è un'evidente anomalia e comunque suscita numerose perplessità la scelta di secretare uno studio tecnico affidato da un ente pubblico e pagato con denaro pubblico, come sottolinea anche l'esperta Susanna Ramundo;

sempre la dottoressa Ramundo evidenzia che lo studio non sarebbe stato frutto di una discussione tra le parti, ogni voce terza sarebbe stata tacitata fulmineamente, impedendo la presenza di esperti del Provveditorato all'ispezione dell'esperto francese peraltro durata solo 2 giorni, nel settembre 2021, quando gli "steli tensionatori" da verificare sono 156, ossia due per ogni paratoia;

il degrado dei materiali, continua l'esperta Ramundo, era apparso e certificato già nel 2016 e poi nuovamente nel 2018 con perizie commissionate dal Consorzio e Provveditorato alle opere pubbliche; successivamente nel 2021 è stato il professor Ossola a rilanciare l'allarme e chiedere la ripetizione delle perizie certificate su tutte le paratoie alle bocche di porto. Ci si chiede poi se tale documentazione sia stata consegnata all'esperto francese;

serve in sostanza secondo gli esperti una riattualizzazione dello stato di consistenza certificato per arrivare poi alla previsione di vita residua delle opere: questo aiuterebbe ad immaginare il momento in cui si potrebbe verificare una grave rottura, e i certificati sarebbero altresì fondamentali per la stipula delle assicurazioni future quando la gestione del MOSE sarà affidata a terzi,

si chiede di sapere se quanto riportato dalla stampa corrisponda al vero e, nel caso, quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per dare corso alle necessarie verifiche.