Pubblicato il 30 marzo 2022, nella seduta n. 420
ZANDA , ALFIERI , MALPEZZI , FERRARI , MIRABELLI , BITI , COLLINA , CIRINNA' , D'ARIENZO , MARCUCCI , ROSSOMANDO , PORTA , VATTUONE - Al Ministro della difesa. -
Premesso che:
il difficile ritiro delle truppe NATO dall'Afghanistan, il permanente stato di guerra in Siria, lo stato di instabilità in Libia, il fronteggiarsi delle flotte militari russe e turche nel Mediterraneo, la presenza russa e cinese nell'Africa subsahariana, le tensioni nell'oceano Indo-Pacifico e infine la Crimea, la Georgia, le drammatiche vicende del Donbass fino all'invasione dell'Ucraina hanno portato a sconvolgimenti geopolitici mondiali che riguardano direttamente anche l'Europa, la sua democrazia e il modo in cui la UE possa trovarsi a doversi difendere in contesti sempre più pericolosi;
gli assetti mondiali della fine di questo primo ventennio degli anni 2000 sono di gran lunga più complessi e articolati di quelli definiti nello scorso secolo all'esito della seconda guerra mondiale. Di fronte al moltiplicarsi di scontri militari e di veri e propri scenari di guerra si impone come non più rinviabile il ripensamento dell'Europa tutta e del suo essere presente quale attore politico decisivo in questi scenari. Occorre una profonda riflessione, sia nei contesti internazionali sia a livello nazionale, per ripensare i modelli di intervento UE e la necessità di un suo approccio geostrategico, multidimensionale, coerente, efficace e soprattutto condiviso;
il mutato contesto internazionale evidenzia l'urgenza del rafforzamento di iniziative comuni di politica estera e di difesa europee, che rendano, attraverso azioni strutturali, l'Unione in grado di parlare e di difendersi con una voce singola, autorevole e credibile;
l'Unione europea è chiamata dunque, dopo il difficile ritiro afghano e la drammatica invasione dell'Ucraina, a definire la propria autonomia strategica, valorizzando al massimo le peculiarità e gli strumenti che le sono propri. Occorre, pertanto, una rapida definizione di politiche estera e di difesa comune per fronteggiare le emergenze attuali certamente, ma da intendersi anche quale tassello fondamentale e necessario per la costruzione di un'Europa in grado di difendere con efficacia la sua democrazia e di competere sulla scena mondiale;
appare come non più rinviabile una promozione dello sviluppo e dell'acquisizione di capacità militari europee che va costruita con chiarezza, quale naturale e coerente azione di rafforzamento del pilastro europeo dell'Alleanza atlantica e con l'intento di consentire all'Europa di contribuire in maniera sostanziale ed efficace alla sicurezza e alla stabilità globale;
una politica di difesa comune, dunque, che passi anche attraverso la predisposizione di forze prontamente operative in grado di difendere la democrazia del continente e la sicurezza dei cittadini europei, nonché di rispondere in maniera efficace a tutto lo spettro delle crisi che l'Unione europea si potrebbe trovare a dover affrontare già nel prossimo futuro,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno, mediante iniziative di propria competenza, adoperarsi in tutte le sedi dell'Unione, secondo le regole della democrazia europea, per l'adozione di definite e articolate politiche estera, di difesa e di sicurezza comuni, anche mediante la costituzione di adeguati contingenti armati, al fine di garantire un'autonomia strategica dell'Europa di fronte al continuo moltiplicarsi di scenari di crisi internazionali.