Atto n. 4-06515

Pubblicato il 8 febbraio 2022, nella seduta n. 400

IWOBI , FREGOLENT - Ai Ministri della salute e dell'università e della ricerca. -

Premesso che:

la pandemia ha messo in evidenza quanto sia fondamentale la medicina generale e territoriale, ed il ruolo importante e strategico del medico di medicina generale nell'organizzazione del sistema sanitario nazionale;

secondo l'elenco pubblicato dalla SISAC, la struttura interregionale che si occupa delle convenzioni, gli ambiti territoriali carenti per l'assistenza primaria, rimasti vacanti perché non ci sono abbastanza medici, sono in tutto 1.213. In particolare: 456 in Veneto, 239 in Toscana, 205 in Emilia-Romagna, 98 nelle Marche, 91 in Abruzzo, 59 in Friuli-Venezia Giulia; 55 in Umbria; 10 in Valle D'Aosta; in Lombardia la situazione risulta particolarmente complessa, si stima che manchino ben 1.532 medici di medicina generale, con interi comuni e quartieri scoperti nelle città;

considerando che la media nazionale è di 1.150 assistiti per ogni medico, solo in queste Regioni circa un milione e quattrocentomila cittadini non hanno un proprio medico di famiglia. E il numero è sottostimato, poiché alcune Regioni non hanno fornito la comunicazione dei dati;

si stima che ci saranno circa 14.000 pensionamenti entro il 2023, che diventeranno più del doppio, circa 35.200, nel 2027, e non risultano esserci nuovi medici di medicina generale pronti a sostituirli;

a fronte del boom dei pensionamenti, che sta raggiungendo il picco in questi anni, le assunzioni e le borse di specializzazione previste dopo la laurea per formarsi in medicina generale sono state finora poche e insufficienti;

l'investimento 2.2 inserito nella Missione 6 del PNRR, il quale prevede l'incremento del numero delle borse di studio per la formazione specifica in medicina generale per i trienni formativi 2021-2024, 2022-2025 e 2023-2026, attraverso il finanziamento di 900 borse di studio aggiuntive l'anno per i corsi specifici di medicina generale, risulta essere inadeguato a colmare i posti vacanti lasciati dai quiescenti;

il problema è molto serio, le regioni, che già si trovano in situazione di affanno, rischiano di trovarsi in una situazione di seria criticità, anche perché sulla base delle previsioni dell'aumento della durata di vita media e di un conseguente incremento dei malati cronici, sarà richiesta una, sempre, maggiore assistenza sanitaria,

si chiede di sapere, alla luce delle osservazioni esposte in premessa, se i Ministri in indirizzo non ritengano doveroso e urgente procedere ad una revisione strutturale degli accordi che disciplinano i rapporti tra lo Stato, le Regioni e i medici di famiglia e a provvedere, per una pronta risposta alla carenza dei medici di medicina generale, alla revisione della disciplina normativa vigente in tema di accesso programmato al corso di laurea in medicina, al fine di adeguare l'offerta formativa del sistema universitario alle esigenze del Servizio sanitario nazionale e garantire la continuità dell'assistenza medica territoriale.