Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07732

Atto n. 4-07732

Pubblicato il 23 novembre 2004
Seduta n. 701

BERGAMO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. -

Premesso che:

            l’Archivio di Stato di Venezia venne istituito dall’imperatore d’Austria nel 1815 con il nome di Archivio Generale Veneto nella sede dei Frari, ex convento francescano dei minori conventuali divenuto proprietà del demanio a seguito delle soppressioni napoleoniche nel 1810;

            l’Archivio di Stato di Venezia è uno dei più importanti archivi in Italia e nel mondo e conserva le testimonianze di oltre mille anni di storia, dalle prime attestazioni della nascita della città fino al secolo XX;

            l’Archivio di Stato svolge un’importante funzione di formazione professionale per i giovani addetti agli archivi storici e a quelli correnti, attraverso la Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica, una delle 17 scuole attive presso altrettanti Archivi di Stato, che compie quest’anno 150 anni di vita;

            inoltre, da qualche anno è attiva una convenzione con l’Università di Venezia Cà Foscari, per la quale gli insegnanti di archivistica (tanto quella tradizionale quanto quella relativa alla documentazione elettronica e al protocollo informatico) sono affidati al Direttore e a funzionari dell’Archivio di Stato;

            oltre ai progetti di censimento, inventariazione e ordinamento dei fondi archivistici che si conservano nei depositi, sia condotti con sistemi tradizionali che utilizzando tecnologie digitali, l’Archivio offre all’utenza alcuni servizi di supporto alla ricerca (ricerche genealogiche per ricostruire la cittadinanza italiana ai discendenti di immigrati, consulenza storico-scientifica e paleografica per tesi di laurea, pubblicazioni, relazioni per mostre e convegni), servizi assicurati in una sala di studio frequentata giornalmente da circa 50-60 studiosi, di cui 1/3 circa sono stranieri, e aperta al pubblico per 50 ore settimanali, con un servizio di prelievo e ricollocazione delle unità archivistiche che nei periodi centrali dell’anno può raggiungere i 400 pezzi al giorno, e tutto questo con la metà del personale previsto in organico per questo istituto;

            l’Archivio di Stato collabora con enti ed istituti italiani e stranieri per promuovere, anche in termini di convenzioni, la conoscenza del patrimonio archivistico con finalità didattiche e divulgative. Tra questi, il Victoria & Albert Museum, l’Institut du Patrimoine, l’Ecole du Louvre e le Sovrintendenze per i beni ambientali, architettonici, artistici e storici di Venezia (ben tre le collaborazioni in atto nell’anno in corso per supportare con la documentazione d’archivio i restauri intrapresi su opere d’arte o immobili storici);

            la sezione di fotoriproduzione, istituita da oltre 50 anni, è la maggiore in Italia per quantità di riproduzioni;

            la decisione di posizionare entro fasce diverse gli Archivi di Stato italiani è disciplinata dal decreto del Ministro per i beni e le attività culturali del 16 giugno 1998 che classifica le posizioni dirigenziali per la Direzione degli uffici periferici del Ministero per i beni e le attività culturali: nella fascia di retribuzione più alta, la prima, sono collocati solo gli Archivi delle città corrispondenti alle capitali dei più importanti Stati italiani preunitari: Torino, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, proprio alla luce della loro storia, della loro rilevanza sullo scenario culturale nazionale ed internazionale, dell’assoluta importanza storica del patrimonio documentario che conservano, delle relazioni internazionali con gli istituti culturali europei e non solo;

            l’ultimo testo di organizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali prevede l’istituzione di nuovi posti di Dirigenti definiti «di staff», con sede a livello centrale;

            il decreto ministeriale del 24 settembre 2004, concernente «l’articolazione degli Uffici dirigenziali di livello non generale centrali e periferici del Ministero» (trasmesso con circolare n. 143 del 3 novembre 2004), sembra interpretabile nel senso che l’Archivio di Stato di Venezia, insieme agli altri 4 (Torino, Firenze, Roma e Napoli) viene inserito nell’elenco generale dei 29 archivi importanti, quindi senza alcun riconoscimento di eccellenza, mentre tale riconoscimento resta confermato per le corrispondenti 5 Sovrintendenze museali,

        si chiede di sapere:

            se l’istituzione di nuovi posti di Dirigenti definiti «di staff» con sede a livello centrale comporterà effettivamente il declassamento per motivi di bilancio degli Archivi di Stato di prima fascia (Venezia, Torino, Firenze, Roma, Napoli) a livello di altre sedi archivistiche;

            se non si intenda, nel caso in cui l’ipotesi di declassamento sia concreta, adottare una soluzione diversa per preservare un patrimonio storico e culturale unico al mondo qual è, tra gli altri, l’Archivio di Stato di Venezia.