Pubblicato il 3 agosto 2021, nella seduta n. 354
COLLINA , GIACOBBE , ALFIERI , D'ALFONSO , D'ARIENZO , FEDELI , FERRAZZI , IORI , LAUS , MANCA , MARGIOTTA , PINOTTI , PITTELLA , ROJC , TARICCO , VALENTE
Il Senato,
premesso che:
nei primi giorni di luglio l'amministratore delegato della Intel Corporation, terzo produttore a livello globale di semiconduttori, Patrick Gelsinger, ha preso parte a importanti incontri istituzionali con il Governo italiano, le istituzioni UE e i Governi di Francia e Germania, in cui ha manifestato interesse per la realizzazione in Europa di un impianto composto da 6 a 8 moduli, il costo di ciascuno dei quali è stimato tra 10 e 15 miliardi di dollari in circa 10 anni;
l'amministratore delegato della Intel Corporation, con dichiarazioni rese pubbliche ha, altresì, affermato che la scelta della collocazione di tale fabbrica sarebbe stata presa a breve, esprimendo un sentimento di forte ottimismo nei confronti dell'Italia, dovuto all'approvazione del piano nazionale di ripresa e resilienza, con i conseguenti investimenti nel quadro del dispositivo per la ripresa e la resilienza;
considerato che:
gli Stati Uniti, pionieri della microelettronica, hanno gradualmente ceduto nel corso degli ultimi 30 anni la leadership mondiale nella produzione dei semiconduttori e il vantaggio competitivo di cui disponevano, mantenendo un ruolo rilevante soltanto nell'ambito della ricerca e dello sviluppo svolto dalle loro aziende e università. Attualmente, leader mondiali nella produzione di semiconduttori sono la Taiwan semiconductor manifacturing corporation (TSMC) con una quota del 28 per cento, seguita dall'azienda taiwanese Umc, che detiene una quota del 13 per cento, dalla cinese Smic con una quota dell'11 per cento e dalla coreana Samsung con una quota del 10 per cento;
l'Unione europea è responsabile di circa il 10 per cento del mercato globale di semiconduttori, dal momento che le principali aziende produttrici nel mondo sono collocate prevalentemente fuori dall'Europa, a Taiwan, in Corea del Sud, negli Stati Uniti, in Giappone e in Cina, con un unico grande produttore europeo, STMictroelectronics, in undicesima posizione, con sedi in Italia e Francia;
in questi mesi si sta assistendo, per la prima volta, ad una grave carenza di offerta di semiconduttori a livello globale, rafforzata dall'aumento della domanda di oltre il 20 per cento a marzo 2021. Situazione che sta mettendo a repentaglio la disponibilità dei numerosi e fondamentali prodotti finiti che necessitano di semiconduttori, quali computer, cellulari, dispositivi medici e veicoli;
la catena di approvvigionamento di semiconduttori è pertanto improvvisamente entrata al centro di scontri strategici e commerciali, in particolare tra Cina e Stati Uniti, tanto da spingere l'amministrazione americana a varare un pesante regime sanzionatorio che include tariffe, iter approvativi di fusioni e acquisizioni rafforzati, licenze per joint venture ed esportazioni di tecnologie avanzate, in risposta a continui furti di proprietà intellettuale, trasferimenti tecnologici forzati, spionaggi informatici e violazioni dell'OMC, con un impatto notevole sull'industria di semiconduttori mondiale;
gli Stati Uniti, in risposta alla grave carenza di offerta di semiconduttori a livello globale e alle tensioni strategiche, stanno adottando iniziative volte a rafforzare la propria autonomia strategica nell'approvvigionamento di semiconduttori e a spostare il baricentro della produzione mondiale di chip, al momento in Asia orientale, la più importante delle quali è il "Creating helpful incentives to produce semiconductors (CHIPS) for America act", approvato in doppia lettura e riferito alla Commissione finanze del Senato per l'approvazione degli oneri finanziari;
l'iniziativa dell'amministratore delegato della Intel Corporation rientra pertanto nell'ambito della strategia statunitense di sicurezza nazionale e di drastica riduzione della dipendenza dalla catena di approvvigionamento dei semiconduttori dai Paesi asiatici;
in linea con gli indirizzi dell'amministrazione statunitense, a seguito della firma di una dichiarazione congiunta da parte di 22 Stati membri dell'Unione europea, inclusa l'Italia, la Commissione europea ha lanciato nel giugno 2021 l'alleanza sulle tecnologie di processori e semiconduttori finalizzata al rafforzamento delle filiere domestiche, con particolare riferimento alla capacità manifatturiera;
rilevato che:
secondo i dati della Commissione europea, nel 2018 il valore dei semiconduttori nei sistemi elettronici ha raggiunto il 31,4 per cento. Le vendite mondiali di semiconduttori sono state di 113,6 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2020. A livello globale, la previsione della tendenza del mercato a lungo termine per i componenti elettronici è il superamento dei 1.000 miliardi di dollari entro il 2030;
tra le 7 flagship della strategia annuale di crescita sostenibile del 2020, di cui alla comunicazione della Commissione COM(2019) 650 final del 17 dicembre 2019, su cui si fonda la valutazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza, la sesta, denominata "scale-up", riconosce che la transizione digitale della UE dipende dall'aumento delle capacità delle infrastrutture cloud dell'industria europea e dalla capacità di sviluppare componentistica più performante, all'avanguardia e sostenibile, e per tale ragione individua l'obiettivo di raddoppiare la produzione di semiconduttori in Europa entro il 2025, per produrre processori 10 volte più efficienti dal punto di vista energetico e consentire la rapida diffusione delle auto connesse e il raddoppio della quota di aziende della UE che utilizzano servizi cloud avanzati e big data dal 16 per cento di oggi;
conseguentemente, il piano nazionale di ripresa e resilienza predisposto dal Governo italiano e approvato definitivamente dal Parlamento il 27 aprile 2021 include, nella componente 2 della missione 1, lo stanziamento di 750 milioni di euro di contributi a sostegno di progetti industriali ad alto contenuto tecnologico, tra i quali ricade la produzione di semiconduttori, ripartiti tra l'investimento 1 ("transizione 4.0") e l'investimento 2 ("investimenti ad alto contenuto tecnologico");
ritenuto che:
l'eventuale collocazione dello stabilimento Intel di lavorazione di semiconduttori sul territorio nazionale rappresenterebbe una grande opportunità per la creazione di posti di lavoro di qualità, lo sviluppo territoriale, il trasferimento tecnologico e il rafforzamento delle università e dei centri di ricerca italiani;
le potenziali ripercussioni negative sui Paesi europei derivanti dalle tensioni strategiche e commerciali in atto nel mercato dei semiconduttori possono essere mitigate attraverso il rafforzamento dell'autonomia strategica europea, che consiste, in questo caso, in una quota maggiore di approvvigionamento domestico di semiconduttori, cruciali per la produzione di beni finiti indispensabili per il mantenimento di livelli elevati di qualità della vita,
impegna il Governo ad adottare, presso tutte le sedi istituzionali opportune, ogni iniziativa volta a favorire l'Italia come sede di attività di lavorazione di semiconduttori, e a prevedere semplificazioni burocratiche e incentivi adeguati per l'attrazione di investimenti stranieri e lo stabilimento sul territorio nazionale di attività produttive da parte di aziende estere, al fine di rafforzare l'autonomia strategica italiana ed europea nell'approvvigionamento di semiconduttori e garantire il mantenimento di adeguati livelli di ricerca e sviluppo in ambito tecnologico, della microelettronica e dell'intelligenza artificiale.