Pubblicato il 8 giugno 2021, nella seduta n. 333
FATTORI , NUGNES , LA MURA - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. -
Premesso che:
le ciliegie "ferrovia" sono riconosciute come tra le più buone e ricercate del mercato, e una delle eccellenze del made in Italy, prodotta principalmente in Puglia;
la notizia della protesta dell'agricoltore produttore di ciliegie ferrovia dello scorso 31 maggio 2021 di fronte alla casa comunale e alla stazione di Polizia del comune di Casamassima (Bari) è quella di un ennesimo gesto di disperazione di un agricoltore vessato dalla propria filiera;
oggetto della protesta è la grande discrepanza tra il prezzo che la distribuzione applica al pubblico pari a 10 euro al chilogrammo a fronte di un prezzo pagato all'agricoltore di un euro al chilogrammo;
al momento della scrittura di questo atto di sindacato ispettivo, il prezzo medio pagato per questa qualità di ciliegia è di poco più di 3 euro al chilogrammo;
considerato che:
appare evidente come le politiche per favorire gli accordi di filiera siano insufficienti a consentire la remunerazione dei costi di produzione;
tali inefficienze sono adducibili alla mancanza di un controllo sull'applicazione di prezzi equi all'interno delle filiere, alla loro eccessiva farraginosità fatta di molti intermediari e alla carenza di sostegno verso i piccoli agricoltori che spesso fanno da soli la commercializzazione;
in un periodo di forte crisi dovuta anche alla pandemia non è accettabile sostenere posizioni dominanti all'interno delle filiere alimentari e gli indirizzi da parte della UE sono chiari;
tali indirizzi si riferiscono alle norme di contrasto alle aste a doppio ribasso e agli eccessi di ribasso che in Italia sono state recepite con la recente legge di delegazione europea che però non trova riscontro legislativo, visto che il disegno di legge approvato dalle Commissioni parlamentari non è ancora legge in assenza dell'approvazione delle assemblee parlamentari;
considerato inoltre che:
manca un efficace sistema di misurazione del livello puntuale di prezzo per le produzioni agricole ed agroalimentari all'ingrosso;
le commissioni provinciali prezzi furono istituite presso le camere di commercio nel 1934 e, da allora, funzionano più o meno allo stesso modo: le indicazioni di prezzo rese pubbliche sono il frutto di una mera "negoziazione" tra i selezionati membri delle commissioni e raramente riflettono il valore di scambio reale dei prodotti;
in altre parole, i prezzi "veri" sono patrimonio di pochissimi e tutti gli altri rimangono "al buio";
in questa situazione la giusta remunerazione non esiste e crea discriminazioni,
si chiede di sapere quali siano gli strumenti che il Ministro in indirizzo intende utilizzare per eliminare il fenomeno dell'applicazione di prezzi non remunerativi per gli agricoltori.