Pubblicato il 26 maggio 2021, nella seduta n. 331
LANNUTTI , PARAGONE , ORTIS - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. -
Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
un recente servizio giornalistico trasmesso da Rai News 24 dal titolo "L'isola del tesoro: pirati e corsari del trading online" realizzato dal giornalista Luca Gaballo, ha dimostrato la massiccia presenza di italiani reclutati per trasferirsi a Cipro o Malta, con retribuzioni parametrate sul denaro che riescono a far depositare nei conti. Il servizio dimostra altresì come la stessa Cysec, autorità di controllo cipriota, sia perfettamente a conoscenza delle condotte illegittime operate dalle società presenti su Cipro che offrono servizi di trading in Europa. Questa società, come tante altre operanti anche da Malta e Gibilterra, consigliano in particolar modo di investire sui derivati ad alto rischio (CFD). Sono società legali, ma il 90 per cento di chi gioca alla fine perde. La controparte del cliente è la piattaforma stessa. Quando il cliente compra le CFD, gliele sta vendendo la piattaforma. Quindi, se il cliente guadagna, la piattaforma perde e viceversa. Per questo motivo il cliente perde sempre;
a Cipro ci sono 150 piattaforme autorizzate a operare con CFD e molte altre non registrate, in alcuni casi di proprietà di una delle 150 società autorizzate;
il direttore del quotidiano finanziario cipriota "Financial Mirror", Masis Der Parthog, ha dichiarato a Rai News 24, che il giro d'affari del trading on line nella sola Cipro è di dieci miliardi di euro l'anno;
considerato che:
il trading on line, o forex on line, permette di acquistare e vendere dei titoli o prodotti finanziari attraverso un computer e una connessione internet da qualsiasi parte del mondo. L'obiettivo principale è quello di guadagnare sulla differenza fra prezzo di acquisto e vendita. Un meccanismo semplice, ma in verità altamente rischioso, in quanto potrebbe far perdere all'investitore l'intero patrimonio. Tutte le piattaforme on line che fanno trading chiedono ai clienti di versare una somma di denaro per poter iniziare a "giocare";
il fenomeno si è andato mano a mano espandendo, soprattutto durante il periodo di confinamento a casa dovuto alla pandemia, che ha, di fatto, spostato parte della vita di tutti i cittadini nel mondo digitale. Secondo "Il Sole 24 Ore", da quando è iniziata la pandemia le truffe a danno dei risparmiatori sono aumentate del 30 per cento;
le società che si occupano di trading on line devono avvalersi per legge di personale qualificato, ovvero di consulenti finanziari, come previsto dal regolamento di attuazione della Consob n. 11522/98. Unica eccezione, quella prevista nella comunicazione n. DI/99052838 del 7 luglio 1999: «Se la promozione del collocamento avviene tramite un sito - che non ha dei referenti individualizzati, ma si rivolge alla generalità dei potenziali investitori - non sarà necessario l'utilizzo di promotori. Se al contrario l'attività suddetta - da parte della società d'intermediazione - avviene tramite posta elettronica e ha un referente individualizzato, sarà necessario avvalersi di promotori salvo che l'iniziativa parta dall'investitore». Nei casi di condotte truffaldine, le società si avvalgono di semplici venditori, affabulatori che devono convincere i malcapitati clienti a investire quanto più denaro possibile sulla piattaforma;
ma vi sono anche società che fanno trading on line prive di licenza, molte delle quali hanno sede fuori dall'Unione europea. Tutte società che agiscono allo stesso modo, tramite telefonate o attraverso pubblicità su internet, dove personaggi famosi (spesso a loro insaputa) tessono le lodi della piattaforma on line che gli ha permesso con il trading on line di moltiplicare i propri guadagni. Una volta registrati ed effettuati i primi versamenti, ai clienti vengono assegnati gli account manager, che ogni giorno segnalano gli investimenti da effettuare, senza mai però ricorrere agli stop loss, le chiusure automatiche, per evitare perdite oltre un certo prezzo, e che chiedono nuovi versamenti nell'illusione di recuperare le perdite, che invece si moltiplicheranno. Secondo molte delle denunce raccolte dalle associazioni per i consumatori, questa società spesso fanno di tutto per non restituire ai loro clienti quanto investito e a volte caricano loro tasse inesistenti;
nella maggior parte dei casi alle spalle ci sono organizzazioni criminali internazionali. Come emerge da un report della Consob, infatti, la sede è quasi sempre in paradisi fiscali e legali come le Isole Marshall o le Isole Vergini Britanniche. Ma alle spalle ci sono anche Paesi più vicini come la Bulgaria e, in alcuni casi, anche l'Italia;
considerato inoltre che l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA), insieme con le autorità nazionali, dopo aver analizzato che il 74-89 per cento dei conti al dettaglio è generalmente in perdita sugli investimenti effettuati, con perdite medie che vanno da 1.600 a 29.000 euro per cliente, ha stabilito dal 2018 che le opzioni binarie e i contratti per differenze (CFD) sono troppo pericolosi per i piccoli investitori, vietando le prime e disponendo sui secondi forti limitazioni. Limitazioni superate dalle società di trading che invogliano i piccoli risparmiatori a chiedere di diventare clienti professionali. Nonostante il divieto, molte società extracomunitarie continuano a proporre agli investitori sia le opzioni binarie che i contratti per differenze,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti riportati;
se il Ministro dell'economia e delle finanze intenda attivarsi, anche in accordo con Banca d'Italia e Consob, per promuovere uno studio indipendente finalizzato a capire quanti soldi girano nel settore, quanta gente è coinvolta, quanto perde e quanto sono diffuse le pratiche vietate;
se i Ministri si intendano promuovere iniziative legislative per vietare la vendita dei CFD al pubblico, così come già normato negli Stati Uniti.