Pubblicato il 13 maggio 2021, nella seduta n. 326
BRIZIARELLI , ARRIGONI , BRUZZONE , PAZZAGLINI , SAVIANE , CANDIANI , BOSSI Simone , CASOLATI , PERGREFFI , ZULIANI , PIANASSO , CAMPARI , DORIA , FERRERO , TESTOR , ALESSANDRINI , FAGGI , CORTI - Ai Ministri della transizione ecologica e per gli affari europei. -
Premesso che:
la direttiva (UE) 2019/904, la cosiddetta Direttiva SUP, dispone la riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente, attraverso il divieto di utilizzo di alcuni articoli monouso, Single-Use Plastics (SUP), tra cui posate e piatti di plastica monouso, cannucce, palette per i distributori automatici, cotton fioc, contenitori in polistirolo espanso, attrezzi per la pesca;
la direttiva deve essere recepita dagli Stati membri entro il 3 luglio 2021, pena l'apertura di una procedura d'infrazione, e con l'approvazione della legge di delegazione europea 2019-2020, è stata conferita al Governo la delega per il suo recepimento entro detto termine;
persistono tra gli Stati membri alcuni dubbi interpretativi sul concetto della "messa in commercio" e la gestione delle scorte di magazzino dopo il 3 luglio;
considerato che:
la pandemia mondiale da COVID-19 è tuttora in corso e i materiali usa-e-getta hanno rappresentato, e continuano a rappresentare, soluzioni in molti casi insostituibili per limitare la diffusione del virus anche in termini di sicurezza sanitaria, di economicità, di disponibilità e di tasso di riciclabilità, che spesso raggiunge il 100 per cento;
recentemente l'Italia si è dotata di importanti strumenti di sostenibilità ambientale per la plastica, avviando, in via sperimentale nel decreto-legge n. 104 del 2020, poi in via definitiva con la legge di bilancio per il 2021, all'utilizzo del PET 100 per cento riciclato nella produzione di bottiglie e vaschette per alimenti;
molte aziende italiane sono già in profonda sofferenza a causa della pandemia, ed è prevedibile che alcuni settori specifici saranno ulteriormente danneggiati dalle limitazioni imposte ai SUP, per i quali in molti casi non sarà comunque possibile prevedere, entro il 3 luglio 2021, prodotti alternativi in quantità sufficienti a soddisfare la richiesta, oltre che adeguati dal punto di vista economico e ambientale, e sicuri dal punto di vista sanitario;
tra i settori richiamati rientra quello della distribuzione automatica di alimenti e bevande che conta oltre 820.000 distributori nel nostro Paese e interessa più di 3.000 aziende con il coinvolgimento a vario titolo di oltre 33.000 lavoratori;
nello specifico, le palette in plastica rappresentano il 97 per cento delle palette utilizzate in Italia per la distribuzione automatica, per una media di circa 4 miliardi di palette l'anno, quantità che non è possibile sostituire nel limitato tempo a disposizione con altrettanti prodotti in materiale alternativo, con il concreto rischio di paralizzare il settore;
si tratta comunque di materiale facilmente recuperabile ai fini del riciclo totale, posizionando raccoglitori specifici presso le macchinette di distribuzione, limitando al massimo il rischio di rilascio nell'ambiente;
in un contesto produttivo globalizzato, una rigida regolamentazione su determinati prodotti in plastica, può rappresentare una minaccia per le nostre industrie, già gravemente provate dalla pandemia, rendendole meno competitive rispetto all'UE o a Paesi extra UE, senza alcun reale beneficio in termini ambientali e con il rischio concreto di dover ricorrere a materiali dall'estero che non possono assicurare il rispetto delle necessarie certificazioni sanitarie e ambientali,
si chiede di sapere se e come il Ministro in indirizzo, alla luce di quanto esposto, ritenga opportuno intervenire anche a livello europeo per conferire maggiori margini temporali all'entrata in vigore del divieto dell'uso dei prodotti plastica monouso, di cui alla Direttiva SUP, consentendo al Paese di continuare il virtuoso percorso intrapreso verso la circolarità dell'industria della plastica.