Atto n. 4-08155

Pubblicato il 16 febbraio 2005
Seduta n. 740

LEGNINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:

la Commissione europea, con la decisione n. C/128/2000 adottata l'11 maggio 1999, ha considerato la normativa italiana relativa ai contratti di formazione lavoro non in linea con le disposizioni comunitarie in materia di concorrenza e aiuti di Stato - articoli 87 e 88 del Trattato CE -, ritenendo illegittime le agevolazioni contributive concesse alle imprese nazionali, e di conseguenza obbligando la Repubblica italiana al recupero delle medesime;

tale posizione è stata poi confermata da due sentenze della Corte di Giustizia europea del 7 marzo 2002 e del 1° aprile 2004, che hanno condannato lo Stato italiano a provvedere con immediatezza al recupero delle agevolazioni concesse a tutte le imprese beneficiarie, fatta salva l'impossibilità della restituzione o la eccessiva onerosità dimostrata dal giudice nazionale;

a seguito di una nota della Commissione europea del 7 dicembre 2004, con la quale l'istituzione comunitaria ha paventato un nuovo ricorso alla Corte di Giustizia europea contro lo Stato italiano, l'INPS ha avviato una procedura di recupero degli sgravi contributivi ottenuti dalle imprese per la stipula di contratti di formazione e lavoro, nel periodo compreso dal novembre 1995 al maggio 2001;

tenuto conto che:

le somme, che ora le imprese italiane sarebbero costrette a restituire, furono percepite ai sensi del decreto-legge n. 726 del 1984, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 863 del 1984, dell'articolo 8, comma 6, della legge n. 407 del 1990 e del decreto-legge n. 299 del 1994, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 451 del 1994, nel pieno rispetto della legislazione nazionale;

la richiesta di restituzione immediata degli sgravi contributivi sta recando pregiudizio a numerose imprese italiane, molte delle quali, in particolare quelle ubicate nella Regione Abruzzo, dove è stato valutato un onere a loro carico pari a circa 60 milioni di euro, rischiano di scivolare in una profonda crisi economica e finanziaria di difficile soluzione, con possibili ricadute negative anche sull'occupazione,

si chiede di sapere:

se risulti quante siano le imprese coinvolte nelle procedure di recupero degli sgravi contributivi e l'importo stimato degli sgravi contributivi che le stesse dovrebbero restituire all'erario;

se rientri fra gli intendimenti del Governo assumere iniziative in sede comunitaria per ovviare a tale problematica, così come già avvenuto per la vicenda relativa alle "quote latte", evitando che la decisione della Commissione europea e le sentenze di condanna della Corte di giustizia europea si ripercuotano pesantemente sulla stabilità economica e finanziaria di numerose imprese nazionali.