Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07941

Atto n. 4-07941

Pubblicato il 18 gennaio 2005
Seduta n. 722

IOVENE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e della giustizia. -

Premesso:

che è stato presentato in questi giorni il terzo Rapporto annuale 2004 di Legautonomie Calabria su politiche e problemi della sicurezza degli amministratori locali in Calabria;

che dal Rapporto emerge che nel 2004 in Calabria sono stati 88 gli attentati diretti o indiretti ai danni di amministratori locali contro gli 89 registrati nel 2003;

che è la provincia di Vibo Valentia a detenere il triste primato, con i suoi 21 episodi, degli attentati contro amministratori locali;

che, sempre da quanto emerge dal monitoraggio di Legautonomie Calabria, dopo le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria con 20 episodi si colloca Crotone con 18 episodi (con un aumento del 157%), seguita da Cosenza con 18 e Catanzaro con 13;

che a livello comunale il primato spetta a Crotone che, con i suoi 11 episodi, è al vertice della speciale classifica dei 10 enti calabresi dove si addensa il 21% di tutti gli episodi censiti nella regione, segue Villa San Giovanni con 10 episodi, Sinopoli con 7 così come Reggio Calabria, Roccabernarda e Locri;

che, si sottolinea nel Rapporto, in generale si è verificato un notevole incremento degli atti intimidatori a danno di Sindaci, passati dai 16 del 2003 ai 25 del 2004;

che la caratteristica più preoccupante che emerge dalla ricerca è nella tipologia degli atti intimidatori, con 4 casi di agguati con arma da fuoco;

che i primi cittadini che, direttamente o indirettamente, hanno subito il maggior numero di atti intimidatori nel 2004 sono quelli di Olivadi e di Sinopoli, con 4 episodi ciascuno;

che dalla ricerca emerge anche che l'incendio di autovetture (20 casi) è la tipologia di attentato che prevale sulle altre, seguito dalle lettere minatorie o con proiettili (19), colpi di arma da fuoco contro beni di proprietà pubblica e privata (12) e danneggiamenti vari (10), utilizzo di ordigni esplosivi (9), incendi dolosi a proprietà private (9), aggressioni (2) e la distruzione di proprietà private (1);

che dal rapporto si evince che, su scala quinquennale, si è verificato un aumento dei Comuni interessati dagli episodi. Dal 2000 al 2004 i Comuni analizzati sono stati 135, di cui 42 in provincia di Reggio Calabria, 29 in provincia di Cosenza, 27 in quella di Vibo Valentia, 26 nella provincia di Catanzaro e 16 in quella di Crotone. Nel 2000 attentati ed intimidazioni si sono verificati in un comune su 13 mentre nel 2004 in un comune su 6,8;

che nei giorni scorsi si sono continuati a registrare episodi criminali efferati come il duplice omicidio avvenuto a Fabrizia (Vibo Valentia) il 10 gennaio 2005, all'indomani dello svolgimento di un'assemblea pubblica presso il Comune contro la violenza mafiosa, nel quale è stato usato anche un kalashnikov;

che nella stessa notte in un'altra zona della provincia vibonese, a Pizzo Calabro, un attentato dinamitardo di matrice quasi sicuramente estorsiva ha provocato la distruzione di un pub, il Kaipira, frequentato dai giovani dell'intera regione;

considerato:

che dai dati emersi dalla ricerca condotta da Legautonomie Calabria su politiche e problemi della sicurezza degli amministratori locali in Calabria la situazione è preoccupante, se non allarmante;

che non c'è oggi in Italia una regione che abbia il numero di attentati che si registrano in Calabria;

che la recrudescenza delle organizzazioni mafiose e criminali preoccupa anche dal punto di vista della tenuta delle Amministrazioni locali calabresi, costantemente sotto attacco, e anche per gli effetti negativi che si potrebbero avere sull'intera comunità calabrese;

che la Regione Calabria, a differenza di altri enti dove il problema è meno preoccupante, non ha attuato alcun provvedimento concreto per arginare l'offensiva criminale nei confronti degli amministratori locali;

che è inquietante l'escalation criminale e di violenza che si registra in Calabria, ed in particolare nel Vibonese, con un vero e proprio salto di qualità nella strategia criminale che fino a ieri intimidiva mentre oggi mira ad uccidere, testimoniando la ferocia e la barbarie dei malavitosi;

che il fenomeno degli atti intimidatori rappresenta, nella provincia di Vibo Valentia, come nel resto della Calabria, un dato di perdurante allarme sociale;

che è necessaria ed urgente la massima vigilanza di tutti gli organi dello Stato, ed in particolare delle forze dell'ordine, nei confronti delle attività svolte dai rappresentanti politici locali al fine di evitare che questi diventino bersaglio di minacce che minano la vita democratica e la civile convivenza di tutta la comunità,

si chiede di sapere:

se il Governo, alla luce dei dati esposti in premessa, non intenda assumere la Calabria come priorità assoluta ed emergenza nazionale;

se esista piena consapevolezza da parte del Ministro dell'interno, e dell'intero Governo, dell'alto rischio delinquenziale nel territorio di Vibo Valentia;

se non si ritenga opportuno, al fine di migliorare e rafforzare il contrasto alla criminalità organizzata, dotare le forze dell'ordine dei mezzi e degli strumenti adeguati e necessari, coprire i buchi di organico della magistratura al fine di velocizzare i processi e garantire la certezza dell'amministrazione della giustizia;

se e quali iniziative si intenda assumere sia sul terreno della prevenzione che su quello del controllo del territorio;

se non si ritenga opportuno predisporre un piano straordinario di tutela e vigilanza, prevedendo un controllo attento del territorio ed una valida azione preventiva e repressiva;

se e quali azioni di contrasto, prevenzione e repressione si intenda mettere in atto al fine di stroncare l'azione della criminalità organizzata nella provincia di Vibo Valentia, ed in tutta la Calabria, e garantire agli amministratori pubblici, agli operatori economici e ai cittadini maggiore sicurezza e tranquillità.