Pubblicato il 9 marzo 2021, nella seduta n. 304
ANGRISANI , CORRADO , GIARRUSSO , LANNUTTI , GRANATO , DI MICCO - Al Ministro dell'università e della ricerca. -
Premesso che:
l'acronimo DSA sta per disturbi specifici dell'apprendimento;
sono disturbi che si manifestano nelle modalità di apprendimento, e che interessano alcune abilità specifiche che devono essere acquisite da bambini e ragazzi in età scolare;
i disturbi specifici dell'apprendimento, che comprendono, tra gli altri, dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia e disprassia, comportano la non autosufficienza durante il percorso scolastico in quanto interessano nella maggior parte dei casi le attività di lettura, scrittura e calcolo;
i DSA interessano bambini e ragazzi (ma anche adulti) che in genere non hanno disabilità o difficoltà particolari, ma possono rendere o aver reso loro difficile la vita a scuola, se non vengono aiutati nella maniera corretta;
attualmente i bambini e i ragazzi con dislessia o altri DSA non hanno diritto all'insegnante di sostegno;
hanno però diritto, grazie alla legge n. 170 del 2010, a strumenti didattici e tecnologici di tipo compensativo (sintesi vocale, registratore, programmi di videoscrittura e con correttore ortografico, calcolatrice) e a misure dispensative, per permettere loro di sostituire alcuni tipi di prove con altre equipollenti più adatte;
la legge riconosce e descrive questi 4 disturbi dell'apprendimento, sottolinea la necessità di diagnosi rapide e affidabili e percorsi di abilitazione efficaci, descrive le norme e i criteri precisi per identificare precocemente i DSA e dare supporto nella scuola e all'università alle persone con DSA;
una persona con DSA ha intelligenza e capacità cognitive adeguate alla sua età: può però apprendere con difficoltà e a ritmo più lento rispetto ai suoi coetanei perché fatica e disperde energie a causa delle sue caratteristiche individuali di apprendimento che la didattica in quel momento non asseconda;
i disturbi hanno una matrice evolutiva: il disturbo dell'apprendimento si manifesta in età evolutiva, quando emerge la difficoltà del bambino a sviluppare una capacità che per gli altri invece diventa progressivamente un automatismo, ed è modificabile con interventi specifici;
il bambino con DSA non perde una capacità già acquisita anche solo in parte: i DSA non sono conseguenze di traumi, blocchi educativi, psicologici, relazionali e non nascono dalla poca applicazione allo studio;
considerato che:
da notizie di stampa agli interroganti risulta la sussistenza di rilevanti problematiche connesse alla "soggettività" o assenza di univocità delle linee guida per le misure compensative predisposte nei riguardi di soggetti con DSA rilevatisi in alcune università, non ultima l'università degli studi di Salerno laddove una studentessa ha evidenziato grosse inadeguatezze di sistema;
la giovane con DSA ha rilevato complicazioni e divergenze di vedute, dunque insussistenza di uniformità nell'interpretazione di formulari e mappe concettuali, nonché di strumenti materiali volti a facilitare l'apprendimento, la preparazione e la tenuta di un esame, rispetto a quanto proposto ed accettato dal corpo docente;
atteso che:
in questi ultimi tempi, e soprattutto in era COVID, sono sempre più numerose le notizie di cronaca che testimoniano l'insufficienza delle misure di sostegno nei riguardi dei soggetti, anche universitari, con disturbi dell'apprendimento;
la pandemia e la didattica a distanza non possono costituire un alibi, né tantomeno una discriminante per le manchevolezze dei soggetti pubblici e di tutti coloro che istituzionalmente devono assicurare la massima compartecipazione ai problemi ed il giusto aiuto per le persone che presentano deficit psicofisici tali da pregiudicarne il diritto allo studio,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda nel più breve tempo possibile, attraverso i mezzi più idonei ed opportuni, onde evitare il ripetersi di altre situazioni come quella descritta, predisporre dei più efficienti sistemi di codificazione e linee guida chiare per gli atenei italiani riguardo all'utilizzo di appositi strumenti compensativi destinati agli studenti con DSA.