Atto n. 4-04967

Pubblicato il 2 marzo 2021, nella seduta n. 301
Risposta pubblicata

BARBARO - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della difesa. -

Premesso che:

nella recente informativa del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale sui tragici eventi accaduti in Congo il 22 febbraio 2021, il Senato della Repubblica ha preso conoscenza di dettagli sul drammatico attentato avvenuto ai danni dell'ambasciatore italiano Attanasio e del carabiniere Iacovacci;

tuttavia, all'interrogante, pur nel rispetto delle indagini avviate dalla Procura di Roma, appare evidente la necessità di maggiori elementi di informazione, al fine di esercitare compiutamente l'esercizio e le prerogative del proprio ufficio;

dalle immagini riportate dai media, infatti, l'auto coinvolta nell'azione risulta offrire un basso livello di protezione per gli occupanti e, sicuramente, nessun team di protezione ravvicinata può essere efficace se in numero minimo inferiore a due unità, validamente armato, addestrato ed equipaggiato: a maggior ragione, in teatri operativi ad alto rischio e con personalità di alto profilo, non è possibile garantire la sicurezza del protetto e degli stessi operatori addetti alla sicurezza se non con la concorrenza di vari elementi come mezzi sicuri, equipaggiamenti tattici adeguati e armamenti congrui all'attività ed al potenziale di esposizione; a prescindere da eventuali uomini di sostegno arruolati dalla missione internazionale, lascia sorpreso ogni osservatore sapere che la scorta individuale del nostro ambasciatore fosse affidata ad un solo carabiniere;

nell'informativa del ministro Di Maio si apprende che il dispositivo di sicurezza dell'intera installazione diplomatica italiana nella Repubblica democratica del Congo è, invece, affidato complessivamente a pochi operatori e due vetture blindate, di cui peraltro non si conosce il livello di sicurezza secondo la classificazione internazionale;

altresì, non è comprensibile come sia accaduto che, stando sempre alla relazione del ministro Di Maio, nell'assalto al convoglio, nonostante l'intervento dei ranger del parco e le forze di sicurezza regolari congolesi, le uniche vittime siano stati l'autista e i nostri connazionali, mentre non venga citato neanche un ferito o un catturato tra gli ostili;

ugualmente, desta meraviglia apprendere, dall'informativa, che il carabiniere Iacovacci fosse dotato esclusivamente dell'arma corta d'ordinanza, e che abbia dovuto fronteggiare la minaccia esclusivamente con questo tipo di armamento, laddove la totalità degli appartenenti a gruppi terroristici o criminali della regione è dotata, per ogni gruppo d'assalto, almeno di un fucile da guerra, probabilmente di provenienza sovietica, in grado di oltrepassare le protezioni personali di cui normalmente sono dotate le nostre forze dell'ordine, protezioni che, nel caso di specie, si ignora se fossero state fornite o meno alle vittime, e, eventualmente, con quale livello di corazzatura;

resta, altresì, ancora non chiarito se il vile attentato fosse rivolto nei confronti della missione o, nello specifico, contro il nostro Paese e se il trasferimento degli ostaggi nella boscaglia fosse prodromico ad un'esecuzione di massa ovvero se i colpi mortali siano stati esplosi nella concitazione successiva all'arrivo dei ranger e delle truppe regolari congolesi;

nell'esprimere profonda riconoscenza per il sacrificio dell'ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e del driver del World food programme, Mustapha Milambo,

si chiede di sapere:

se risulti ai Ministri in indirizzo che ci sia stata una pianificazione italiana di protezione, coerente con gli scenari di rischio potenziali, ovvero se la tutela dell'ambasciatore e degli operatori, a prescindere dalla presenza del carabiniere Iacovacci, sia stata affidata all'organizzazione della MONUSCO, sotto egida della dell'Organizzazione delle Nazioni Unite;

se ci sia stata, per parte italiana o internazionale, una deliberazione o, al limite, una dichiarazione sull'adeguatezza del dispositivo di sicurezza;

se e quando siano state aggiornate le procedure operative standard della missione, assunto che la stessa è operativa dal lontano febbraio 2000;

quali missioni operative all'estero abbia già affrontato il carabiniere Iacovacci, prima di essere destinato a Kinshasa nel delicato e rischioso teatro della regione;

se intendano prendere provvedimenti al fine di incrementare la sicurezza di ogni funzionario pubblico italiano in servizio in teatri simili, anche attraverso il ricorso alla sicurezza integrativa, come molte nazioni fanno e considerano come una risorsa, attraverso un'integrazione tra la sicurezza istituzionale e le società specializzate nel settore;

laddove emergesse un movente peculiarmente anti italiano, come intendano tutelare e proteggere il personale impiegato nelle nostre sedi diplomatiche e i nostri connazionali residenti nella Repubblica democratica del Congo;

sempre laddove emergesse il medesimo movente, quale provvedimenti intendano assumere nei confronti dell'immigrazione proveniente dalla regione.