Pubblicato il 24 febbraio 2021, nella seduta n. 299
ERRANI , DE PETRIS , GRASSO , LAFORGIA , RUOTOLO - Ai Ministri della salute e dell'interno. -
Premesso che:
da alcuni mesi l'associazione "Pro vita e famiglia" onlus sta portando avanti in tutta Italia una campagna comunicativa di vasta scala, tramite pubbliche affissioni e camion vela su tutto il territorio nazionale, contro l'aborto, che ha per adesso prodotto due manifesti che hanno suscitato in tutto il Paese l'indignazione di associazioni, sindacati ed esponenti delle istituzioni;
in particolare, una delle due campagne attacca la pillola abortiva RU486 definendola "veleno" e accompagnandola all'immagine di una donna sdraiata che sta visibilmente male con la scritta "stop alla pillola abortiva RU486: mette a rischio la salute e la vita della donna e uccide il figlio nel grembo";
la seconda campagna attacca direttamente la legge n. 194 del 1978 e l'autodeterminazione delle donne chiedendo di fermare l'aborto in Italia;
considerato che:
la legge n. 194 ha permesso di combattere la piaga degli aborti clandestini e dell'utilizzo di mezzi rudimentali per la pratica dell'aborto tutelando la salute delle donne e il loro potere di autodeterminazione;
la RU486 è un farmaco che nel nostro Paese dal 2002 è stato introdotto per la sperimentazione;
il 30 luglio 2009 l'AIFA ha concesso l'utilizzo della RU486 che è entrato regolarmente in commercio dal 10 dicembre 2009 dopo pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'autorizzazione;
oggi il farmaco è utilizzabile fino al 63° giorno di gestazione e senza il vincolo che imponeva il ricovero ospedaliero per tutta la durata della somministrazione ed esito (Gazzetta Ufficiale, serie generale, n. 203 del 14 agosto 2020);
considerato inoltre che:
è particolarmente grave che circolino affermazioni antiscientifiche e false, potenzialmente lesive della salute delle donne, veicolate peraltro tramite lo strumento della pubblica affissione;
la campagna comunicativa mette in discussione, senza alcuna argomentazione valida, l'operato degli organismi che regolano l'autorizzazione ai farmaci nel nostro Paese;
la vastità e capillarità della campagna comunicativa apre a degli interrogativi importanti sui finanziamenti di cui dispone questa organizzazione che sta operando una vera e propria campagna politica in tutto il Paese,
si chiede di sapere:
se il Ministro della salute sia a conoscenza dei fatti esposti e quale sia la sua valutazione per tutelare la salute pubblica contro affermazioni pericolose e antiscientifiche tendenti anche a mettere in discussione la credibilità delle istituzioni preposte alla tutela della salute;
quale sia la valutazione del Ministro dell'interno rispetto ad una campagna di pubblica affissione che veicola messaggi pericolosi per la sanità pubblica e se intenda intraprendere iniziative per accertare la provenienza e la trasparenza dei finanziamenti di associazioni che dietro finalità sociali intraprendono massicce e costose campagne politiche diffamatorie per le istituzioni.