Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07150
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Atto n. 4-07150
Pubblicato il 27 luglio 2004
Seduta n. 647
FILIPPELLI. - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
secondo dati forniti dalla Commissione parlamentare antimafia negli ultimi sette anni ci sono stati in Calabria 300 attentati e 250 minacce contro amministratori pubblici, dato calcolato sicuramente per difetto in considerazione del fatto che sarebbero molti coloro che non denunciano le intimidazioni subite;
negli ultimi mesi c'è stata una forte accelerazione nel ritmo di questi attentati ed anche un salto di qualità nella strategia di intimidazione contro gli esponenti delle amministrazioni locali da parte della criminalità organizzata: autovetture incendiate, colpi d'arma da fuoco contro abitazioni, lettere e messaggi oscuri sono alcuni degli atti compiuti in questa regione per intimidire gli amministratori locali. Si tratta di uno stillicidio quotidiano contro sindaci, amministratori, sedi dei comuni: basti ricordare i recenti attentati di cui sono stati vittime l'assessore ai lavori pubblici di Serra San Bruno, fatto oggetto di colpi di arma da fuoco mentre era alla guida della sua autovettura e sfuggito alla morte, secondo gli inquirenti, solo per un caso fortuito, ed il sindaco di Rende Sandro Principe, ferito da parte di un esaltato, episodio questo ancora oscuro sugli eventuali mandanti;
negli ultimi tempi nel Comune di Cirò Marina sono stati presi di mira non solo gli amministratori, ma anche i funzionari e i dirigenti municipali: proprio di ieri è l'ultimo eclatante e vergognoso episodio che ha visto protagonista un funzionario, aggredito all'interno degli stessi locali del Comune;
quello delle intimidazioni agli amministratori locali è un problema che in Calabria sta assumendo dimensioni sempre più allarmanti: secondo un dettagliato dossier preparato dalla Lega delle autonomie locali nel 2003 gli attentati contro amministratori locali sono aumentati, rispetto all'anno precedente, del 117 per cento. I Comuni interessati sono stati 80, rispetto ai 31 del 2002, e nell'attuazione degli attentati non c'è mai stato un obiettivo politico privilegiato;
il rischio che si paventa, da più parti, è proprio quello che gli amministratori vittime degli attentati, esasperati dalle pressioni che sono costretti a subire ad opera della criminalità organizzata e di chi mira alla soddisfazione di interessi occulti, decidano in massa di dimettersi, con gravi conseguenze per la tenuta e la credibilità del sistema democratico in una regione come la Calabria, in cui la stabilità delle istituzioni, di fronte all'imperversare ed all'arroganza del crimine organizzato, rappresenta un'esigenza fondamentale;
la cronica carenza di personale all'interno delle Forze dell'ordine ed il fatto che esso venga spesso utilizzato in altre mansioni, come ad esempio l'accompagnamento coatto dei clandestini, provoca un grave nocumento al servizio cui viene sottratto e la creazione di una situazione di totale emergenza, nonostante l'impegno lodevole e costante dei Prefetti e di tutto il personale delle Forze dell'ordine;
tale situazione potrebbe diventare insostenibile e fare così il gioco della criminalità organizzata e di chi vuole minare le basi della democrazia ed approfittare di una situazione di caos amministrativo e politico per far prosperare i propri interessi;
le strutture ed i mezzi delle forze dell'ordine non sono sufficienti ad affrontare questa situazione ed il Governo non ha ancora assunto un ruolo preciso e non ha una posizione comune e condivisa su come affrontare le conseguenze di ciò,
l'interrogante chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover rafforzare l'organico delle Forze dell'ordine calabresi per il dovuto presidio del territorio e per l'espletamento dei numerosi servizi cui essi devono far fronte;
come il Governo intenda sostenere l'impegno intelligente e lodevole dei Prefetti e delle Forze dell'ordine calabresi;
se si stia pensando ad un incremento di risorse per poter affrontare in maniera adeguata questa emergenza criminalità, che sta allarmando non poco i cittadini calabresi, che vedono minacciate le istituzioni locali che essi rappresentano.