Pubblicato il 7 luglio 2020, nella seduta n. 236
AUGUSSORI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
la Corte costituzionale, esaminando una questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d'appello di Torino, ha rilevato come l'assegno mensile di soli 285,66 euro sia "manifestamente inadeguato a garantire a persone totalmente inabili al lavoro i mezzi necessari per vivere e perciò violi il diritto riconosciuto dall'articolo 38 della Costituzione, secondo cui ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale";
l'importo delle pensioni di invalidità sembra essere in contrasto anche con il principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione, ponendo a confronto l'importo della pensione di inabilità, corrisposta agli inabili a lavoro di età compresa tra i 18 e i 65 anni, e l'importo dell'assegno sociale corrisposto agli over 66 anni in possesso di specifici requisiti reddituali;
la pensione di invalidità civile, infatti, è equiparata all'assegno sociale, ma lo stesso invalido civile, prima del compimento dei 67 anni, percepisce una somma mensile di 286 euro, mentre dopo i 67 anni la somma mensile viene elevata a 515 euro (in virtù del fatto che la pensione di invalidità si trasforma in assegno sociale). L'invalido civile con meno di 67 anni, quindi, riceve un beneficio minore non solo dell'invalido civile che ha compiuto 67 anni, ma anche del cittadino in possesso di precisi requisiti reddituali beneficiario dell'assegno sociale;
la Corte costituzionale ritiene quindi che l'"incremento al milione" di lire (pari a 516,46 euro) da tempo riconosciuto, per vari trattamenti pensionistici, dall'articolo 38 della legge n. 448 del 2011, deve essere anche "assicurato agli invalidi civili totali, di cui parla l'articolo 12, primo comma, della legge 118 del 1971, senza attendere il raggiungimento del sessantesimo anno di età, attualmente previsto dalla legge",
si chiede di sapere quali provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda attuare in tempi rapidi per adeguare la normativa attualmente in vigore alla pronuncia della Corte costituzionale, per mettere fine immediatamente al perpetrarsi di un'ingiustizia sociale.