Atto n. 3-01697

Pubblicato il 17 giugno 2020, nella seduta n. 230
Svolto nella seduta n. 231 dell'Assemblea (18/06/2020)

SALVINI Matteo , FAGGI , PERGREFFI , CAMPARI , CORTI , RUFA - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

nell'attuale fase congiunturale, contrassegnata dalla più grave recessione del dopoguerra, il rilancio degli interventi infrastrutturali rappresenta il fattore decisivo per una più rapida uscita dalla crisi; la ripresa in termini accelerati degli interventi per la realizzazione, la manutenzione e la messa in sicurezza di opere pubbliche e di interventi di rigenerazione urbana può assicurare un contributo rilevantissimo per le prospettive occupazionali e per evitare che la situazione già critica del settore precipiti definitivamente. Inoltre, la congiuntura offre un'occasione preziosa per riallineare il nostro Paese ai maggiori partner europei quanto a dotazione infrastrutturale in modo da colmare un divario che negli ultimi anni si è progressivamente accentuato;

allo stato attuale, gli interventi infrastrutturali (strade, autostrade, ferrovie, porti e aeroporti) già programmati ammontano a quasi 200 miliardi di euro, con oltre il 65 per cento delle risorse necessarie già stanziate e utilizzabili; tuttavia, tali investimenti risultano ancora oggi bloccati per ragioni a giudizio degli interroganti inspiegabili, perlopiù riconducibili a lungaggini burocratiche non più accettabili;

il caso delle autostrade è emblematico: gli aggiornamenti dei piani economico-finanziari di molte società concessionarie attendono di essere approvati, in alcuni casi dal 2018, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; la mancata approvazione dei nuovi piani è motivo di blocco di investimenti per quasi 20 miliardi di euro, compresi circa 7 miliardi di interventi già cantierabili e 4 miliardi previsti per la gronda di Genova (la cui realizzazione è vieppiù prioritaria dati i gravissimi disagi che storicamente sconta la viabilità di tutto il nord-ovest);

la ripresa economica dell'Italia all'indomani dell'emergenza sanitaria da COVID-19 passa attraverso la semplificazione e l'accelerazione delle procedure previste dalla normativa vigente per la realizzazione di tutte le infrastrutture strategiche per il Paese;

un importante intervento di semplificazione è stato realizzato con il decreto "sblocca-cantieri" (decreto-legge n. 32 del 2019), che ha disposto la sospensione, fino al 31 dicembre 2020, del regime ordinario previsto dal codice dei contratti pubblici (di cui al decreto legislativo n. 50 del 2016), con effetti positivi riscontrati a livello statistico (fino a prima del lockdown: 16 per cento in più la spesa dei Comuni in investimenti e 40 per cento in più il valore delle gare d'appalto): l'eccezionalità dell'attuale situazione impone quanto meno una proroga di tale regime straordinario in vista di una riforma organica della normativa vigente, nei termini di una velocizzazione e semplificazione degli iter previsti per le piccole opere, riducendo fino all'azzeramento i controlli preventivi e potenziando piuttosto quelli successivi;

per le grandi opere (cioè quelle con valore al di sopra dei 10 milioni di euro) appare imprescindibile mettere a sistema il "modello Genova", cioè il regime speciale voluto dalla Lega per la ricostruzione del "ponte Morandi", che ha consentito l'avvio dei lavori dopo solo 3 mesi dal crollo e il loro completamento in soli 14 mesi; tale "modello", che prevede la nomina di un commissario che procede secondo procedura negoziata, si ispira a quello delineato nella direttiva 2014/24/UE in materia di appalti, all'osservanza della quale la stessa Commissione europea ha richiamato con la recente comunicazione 2020/C 108 I/01, contenente gli orientamenti sull'utilizzo del quadro in materia di appalti pubblici nella situazione di emergenza connessa alla crisi della COVID-19;

considerato che, a giudizio degli interroganti:

allo stato attuale il Governo si è dimostrato disponibile all'avvio di qualunque semplificazione nel senso appena descritto soltanto a parole e nelle intenzioni, senza dare alcun seguito alle tante proposte avanzate dalla Lega (e dall'opposizione in genere) nelle diverse sedi;

il nostro Paese, a maggior ragione in questo momento storico, non può più attendere perché sia colmato il gap infrastrutturale che storicamente sconta per la vigenza di procedure burocratiche bizantine e capziose che finiscono per impedire la realizzazione di qualunque opera pubblica,

si chiede di sapere se e come il Ministro in indirizzo intenda attivarsi per la semplificazione complessiva delle procedure previste dalla normativa vigente per gli appalti pubblici, al fine di consentire la realizzazione dei tanti investimenti infrastrutturali inspiegabilmente bloccati.