Pubblicato il 16 giugno 2020, nella seduta n. 229
LANNUTTI , CORRADO , TRENTACOSTE , NATURALE , ROMANO , PRESUTTO , GIANNUZZI - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
nel dicembre 2019 è stata portata a termine una maxi operazione contro la criminalità organizzata nel vibonese, in Calabria, che ha disarticolato la potente cosca dei Mancuso. La vastità dell'inchiesta, condotta dalla Procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, ha messo insieme un puzzle con 416 indagati e persone fermate in 11 regioni italiane, dalla Lombardia alla Sicilia, oltre che in Germania, Bulgaria e Svizzera. Tre anni e mezzo di lavoro condotto dalla magistratura e dai carabinieri, compreso il Ros, per la "più grande operazione dopo quella che portò al maxi processo di Palermo Cosa Nostra", come l'ha definita lo stesso Gratteri, il cui processo, denominato "Rinascita Scott", potrebbe infliggere un duro colpo alla 'ndrangheta e svelare i loschi rapporti tra mafia e politica;
tra gli indagati e gli arrestati ci sono diversi imprenditori, uomini delle forze dell'ordine e politici. Tra questi c'è Giancarlo Pittelli, ex senatore di Forza Italia, passato nel 2017 a Fratelli d'Italia e membro della Loggia massonica "Grande Oriente d'Italia", ritenuto l'uomo "cerniera" tra la cosca Mancuso e il mondo della politica e dell'imprenditoria, e che secondo gli investigatori "avrebbe messo sistematicamente a disposizione dei criminali il proprio rilevante patrimonio di conoscenze e di rapporti privilegiati con esponenti di primo piano a livello politico-istituzionale, del mondo imprenditoriale e delle professioni, anche per acquisire informazioni coperte dal segreto d'ufficio e per garantirne lo sviluppo nel settore imprenditoriale". Tra gli indagati c'è anche il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, del PD. L'ex comandante del reparto operativo di Catanzaro e, fino a ottobre 2019, comandante provinciale a Teramo, Giorgio Naselli. C'è l'ex consigliere regionale della Calabria, sempre del PD, Pietro Giamborino. Ci sono il segretario del PSI calabrese, Luigi Incarnato, il comandante della Polizia municipale di Vibo Valentia, Filippo Nesci, l'ex comandante della Polizia locale di Pizzo, Enrico Caria. C'è Nicola Adamo, ex vicepresidente della Regione, fedelissimo del presidente della Regione Mario Oliverio;
la Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Catanzaro si appresterebbe a chiedere il rinvio a giudizio. Tuttavia, è emerso che a Vibo, come pure nel resto della Calabria, non è disponibile un'aula di tribunale in grado di ospitare 475 imputati e 230 avvocati, a cui si aggiungono i legali delle 205 parti offese, e che tenga anche conto delle restrizioni dovute all'emergenza COVID-19, che impongono al momento il distanziamento sociale;
considerato, inoltre, che, a quanto risulta agli interroganti:
per lo svolgimento regolare e in sicurezza di quello che si preannuncia già come il nuovo maxi processo contro la mafia, non basta solo costruire una struttura sufficientemente grande, ma andrebbe creata anche in tempi rapidi perché, come ha fatto notare lo stesso Gratteri ascoltato l'11 giugno 2020 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, il processo "Rinascita Scott" inizierà a fine luglio e dovrà concludersi entro il 19 dicembre 2020 "altrimenti in molti usciranno". Pertanto al momento, dopo aver scartato l'ipotesi di celebrare il processo fuori dalla Calabria, è stato deciso che il Dipartimento della protezione civile costruirà una tendostruttura nel carcere di Catanzaro Siano, dove si svolgerà l'udienza preliminare;
in realtà, come riferito dal procuratore Gratteri ai membri della Commissione antimafia, sarebbe stato individuato un luogo dove eventualmente costruire l'aula bunker definitiva. Si tratta di una zona dietro al Tribunale dei minori di Catanzaro, dove c'è un campo da calcio abbandonato e un edificio di proprietà del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;
nella stessa audizione il procuratore Gratteri ha esortato maggioranza ed opposizione a mettersi insieme per proporre l'edificazione di 4 strutture penitenziarie, ognuna della capienza di 5.000 posti, per risolvere definitivamente l'annoso problema dell'affollamento carcerario. "Con quattro carceri da 5mila posti si risolve il problema del sovra affollamento (...) È possibile che non si possano costruire quattro carceri? Così si finisce di parlare di affollamento, di amnistia, di indulto. Quando saremo un Paese che non vive ogni giorno di emergenza?",
si chiede di sapere:
quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per garantire la costruzione in tempi rapidi di una nuova aula bunker, affinché il processo "Rinascita Scott" possa svolgersi in tutta sicurezza in Calabria, dove sono stati commessi i reati, anche per dare un segnale forte della presenza dello Stato proprio alle organizzazioni criminali che vivono di codici e di simboli, così come avvenne per lo storico maxi processo contro Cosa nostra, svoltosi tra il 1986 e il 1987 nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, appositamente costruita in pochi mesi;
se non abbia il dovere di accogliere la proposta del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, per progettare ed edificare in tempi rapidi quattro complessi di edilizia carceraria, ognuno da 5.000 posti per risolvere l'annoso problema di sovraffollamento carcerario, di amnistia e di indulto, superando così la decennale emergenza della vivibilità dei detenuti.