Pubblicato il 26 maggio 2020, nella seduta n. 221
DE BERTOLDI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e per gli affari regionali e le autonomie. -
Premesso che:
secondo quanto denunciato dalla Codacons e riportato dagli organi di stampa anche attraverso le segnalazioni sui social network, a seguito delle riaperture delle attività produttive e commerciali, la cui sospensione momentanea era stata stabilita dalle decisioni adottate dal Governo e dalle Regioni, per l'emergenza epidemiologica COVID-19, i prezzi di alcuni beni di consumo agroalimentari, come ad esempio la frutta, la verdura, il latte, il caffè, i salumi, ma anche le tariffe praticate dai parrucchieri, sembrerebbero essere aumenti in maniera spropositata, su scala nazionale, a causa della corsa agli acquisti degli italiani durante la quarantena e dello sconvolgimento in atto sul mercato per le limitazioni ai consumi fuori casa;
i rincari segnalati, dal 3,4 all'8,4 per cento o addirittura al 53,8 per cento per il caffè in città quali Roma, Milano o Firenze ad esempio, rischiano di aumentare i già evidenti problemi di liquidità dei consumatori, penalizzati dagli effetti legati all'emergenza del coronavirus sull'intero territorio nazionale, nonché dalle misure adottate dal Governo, in tema di sostegno economico, che stentano ad arrivare direttamente nelle disponibilità;
a giudizio dell'interrogante, gli aumenti dei prezzi praticati in generale sui beni di largo consumo, che appaiono indubbiamente ingiustificati (né risultano ammissibili le motivazioni sostenute dai gestori, secondo le quali gli aumenti sono dettati dall'esigenza legata ai costi per la sanificazione e la sicurezza dei locali), richiedono urgenti iniziative di controllo e monitoraggio, anche da parte delle autorità preposte a livello locale, al fine di prevenire e contenere tale fenomeno, che contribuisce palesemente a ritardare la ripresa economica delle famiglie e dei consumi interni,
si chiede di sapere:
quali valutazioni i Ministri in indirizzo intendano esprimere, nell'ambito delle rispettive competenze;
se non ritengano urgente e opportuno avviare iniziative, d'intesa con le Regioni, al fine di prevedere una maggiore attività di monitoraggio e di controllo, per fronteggiare gli aumenti dei prezzi sui beni di largo consumo da parte degli esercenti, i cui effetti accrescono le difficoltà dei consumatori, nell'attuale fase di emergenza epidemiologica.