Atto n. 2-00062

Pubblicato il 30 aprile 2020, nella seduta n. 212

FATTORI , NUGNES , DE PETRIS - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

nel programma dell'attuale Governo la parola "donna" non è mai utilizzata e i riferimenti al genere sono solo indiretti;

se da un lato in una società moderna tale distinzione non sarebbe necessaria proprio per mettere sullo stesso piano uomini e donne, dall'altro uno dei momenti in cui indirettamente la donna viene richiamata riguarda il sostegno del suo ruolo di colonna portante della famiglia e di lavoratrice in termini di conciliabilità delle due figure;

è segnale evidente che la disparità esiste se è necessario comunque citarla come avviene nel punto 4 del programma di Governo alle lettere f), g) e h);

considerato che:

in uno dei peggiori momenti che il mondo sta vivendo dal secondo dopo guerra, i paradigmi economici e sociali sono stati messi in crisi, facendo riemergere anche una certa solidarietà sociale che sembrava perduta e dove parimenti uomini e donne hanno sostenuto il tessuto: medici, infermieri e infermiere, ricercatori e ricercatrici, volontari e volontarie, insegnanti e tante altre categorie fondamentali per sostenere la crisi;

la pandemia da COVID-19 ha caricato le donne di ulteriori fatiche e responsabilità con la chiusura dei "luoghi sociali" per i propri figli, come scuole e i prossimi campi estivi, a fronte di una legislazione che ha previsto un sostegno solo di carattere marginale a madri e lavoratrici che contemporaneamente si sono trovate a dover espletare entrambi i compiti;

l'équipe che ha ottenuto l'isolamento e la sequenza del ceppo italiano del coronavirus era a maggioranza composto da donne;

considerato inoltre che:

il punto 6 del programma di Governo recita: "Il Governo promuoverà una più efficace protezione dei diritti della persona, anche di nuova generazione, rimuovendo tutte le forme di diseguaglianza (sociali, territoriali, di genere), che impediscono il pieno sviluppo della persona e il suo partecipe coinvolgimento nella vita politica, sociale, economica e culturale del Paese";

tale coinvolgimento si è tradotto, in questo momento di crisi, in sole 4 donne sui 17 membri della task force di ripartenza e in zero donne su 21 elementi all'interno del comitato tecnico-scientifico della Protezione civile;

questi fatti hanno suscitato molta indignazione, tale da far nascere due iniziative di raccolte firme e un "mail bombing" chiamati "Questo non è un paese per donne", la cui petizione è presente sulla piattaforma "change", e sul sito "dateci voce";

tali iniziative hanno ottenuto il sostegno di decine di migliaia di persone,

si chiede di sapere quali siano stati le basi e i criteri, di cui non esiste atto di pubblicazione, di tali decisioni di estromissione delle donne in organismi così importanti per la ripartenza del Paese e quali saranno i prossimi interventi di sostegno che compensino l'insufficienza del bonus baby sitter e del sostegno all'educazione dei propri figli da parte delle madri, e più in generale dei genitori, oggi in difficoltà da lockdown nell'espletamento delle attività familiari e lavorative.