Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06945
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Atto n. 4-06945
Pubblicato il 29 giugno 2004
Seduta n. 621
TURRONI, DE PETRIS. - Ai Ministri dell'ambiente e per la tutela del territorio, della salute e della difesa. -
Premesso che:
il 21 giugno 2004 l'ingegnere nucleare Bruno Chareyron dell'istituto francese Criirad (Commissione di richiesta e informazione indipendente sulla radioattività) ha illustrato i dati della campagna di studi commissionata dal Wwf Sardegna e dal gruppo ecologista corso Abcde sull'inquinamento marino al largo dell'arcipelago della Maddalena e nel Sud della Corsica;
in tali analisi concentrazioni di plutonio sono state riscontrate nei campioni di alghe prelevati a Punta Testiccioli e nel golfo di Ventilegne;
il citato esperto del Criirad ha dichiarato di non poter escludere che il plutonio rilevato sia connesso alla presenza della base nucleare di Santo Stefano, dal momento che non sono conosciuti i valori di concentrazione delle sostanze relativi ai periodi in cui i sommergibili a propulsione atomica non transitavano né sostavano nelle acque della Maddalena;
con riferimento al rilevamento della presenza di plutonio, i dati del Criirad si differenziano da quelli elaborati dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente nazionale e da quella locale (Apat e Arpas) incaricate di effettuare il monitoraggio a seguito dell'incidente occorso al sommergibile americano Hartford, avvenuto nell'ottobre 2003 nella secca dei Monaci, ed al ritrovamento, da parte dallo stesso Criirad, di alte concentrazioni di "torio 234" in alcuni campioni di alga rossa prelevati nelle acque dell'arcipelago stesso;
il "torio 234" appartiene alla catena di decadimento dell'uranio 238 e la sua presenza in quantità anomala, seppur non direttamente riconducibile all'incidente del sottomarino, potrebbe derivare, secondo il Criirad, da attività industriali o umane, mentre Apat e Arpas la fanno risalire unicamente a fenomeni naturali,
si chiede di sapere:
quali metodologie di campionamento e di analisi siano state utilizzate da Apat e Arpas e quali cause siano alla base delle difformità di rilevamento della presenza di plutonio rispetto alle indagini dell'istituto specializzato Criirad;
quali iniziative ulteriori si intenda assumere al fine di assicurare criteri omegenei di campionamento e di analisi, tali da tranquillizzare la popolazione sulla piena attendibilità e sull'esaustività del monitoraggio svolto sulle acque in questione;
se non si ritenga, alla luce delle difformità riscontrate, di dover disporre anche prelievi ad hoc al fine di approfondire le cause e l'origine della presenza di torio rilevato in quantità anomala;
se non si ritenga di far effettuare campionamenti e prelievi ulteriori al fine di chiarire se nelle acque della Maddalena sia presente o meno il plutonio;
se siano state assunte iniziative d'intesa con le competenti autorità francesi al fine di avviare un piano di monitoraggio periodico comune delle acque della Maddalena e delle Bocche di Bonifacio e se non si ritenga necessario, in presenza di rilevamenti discordanti ed anche al fine di una corretta comparazione dei dati disponibili, rendere noti i risultati di tutte le rilevazioni effettuate nelle acque della Sardegna e della Maddalena prima dell'incidente dell'ottobre 2003;
se siano state assunte iniziative dalle autorità italiane nei confronti dei paesi interessati (Stati Uniti e Francia) al fine di acquisire e mettere a disposizione del pubblico tutte le informazioni necessarie per gli studi sulle acque della Maddalena, con particolare riferimento al sistema utilizzato nella base di Santo Stefano per lo smaltimento dei gas e dei liquidi radioattivi ed al rilascio di radionuclidi in atmosfera;
se si intenda assumere iniziative per garantire l'efficacia del sistema di rilevamento della radioattività impiegato a La Maddalena, al fine di attrezzarlo anche alla misurazione di gas quali il trizio ed il kripto;
quale sia l'impatto sull'ecosistema locale e sulla biodiversità marina dell'ordinaria attività svolta nella base militare e quali siano gli effetti del transito e dello stazionamento in quel tratto di mare di veicoli anche a propulsione nucleare;
se, al fine di garantire la sicurezza pubblica, i vigenti piani di emergenza per il caso di incidente nucleare nell'area della Maddalena siano stati aggiornati al fine di contemplare il rischio di accidentale fusione nucleare e soprattutto di tenere conto del flusso turistico della zona, prevedendo l'obbligatoria evacuazione della popolazione;
se si ritenga ancora compatibile la presenza di una base militare e la circolazione di sommergibili a propulsione nucleare all'interno di acque territoriali collocate nell'ambito di un'area protetta che, per il suo delicato equilibrio ambientale e biologico, è stata inserita fra i siti di interesse comunitario.