Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06944

Atto n. 4-06944

Pubblicato il 29 giugno 2004
Seduta n. 621

MARTONE. - Ai Ministri degli affari esteri e dell'ambiente e per la tutela del territorio. -

Premesso che:

alla fine di maggio del 2004 è stato siglato un accordo di cooperazione tra l'Italia e il governo albanese per l'implementazione di due iniziative;

il primo intervento riguarda un dono del Governo italiano pari a 400.000 euro per il miglioramento e l'ampliamento della discarica di Sharra, nei pressi di Tirana. Si tratta di un vecchio sito, che già sotto il governo di Enver Hoxha era destinato a discarica per la capitale, ma, dalla caduta del regime ad oggi, Tirana ha triplicato la sua popolazione e, conseguentemente, la produzione di rifiuti;

il secondo intervento riguarda Kashar, un'area a Nord della città di Durazzo, dove è prevista la costruzione di un termovalorizzatore della portata di 1000 tonnellate al giorno, per un investimento di 6 milioni di euro, effettuato con un prestito a tasso agevolato da parte dell'Italia ;

beneficiaria di tale agevolazione risulta essere un'azienda italiana che, per l'occasione, ha costituito l'Albaniabeg Ambient con sede a Tirana. I termini dell'accordo, che ha una durata di 25 anni, prevedono che i rifiuti impiegati dal termovalorizzatore di Kashar provengano per il 40% dall'Italia sotto forma di CDR (combustibile derivato da rifiuti);

secondo la legislazione internazionale e comunitaria (Convenzione di Basilea e regolamento europeo n. 259/93) il CDR, in quanto classificato come “rifiuto solido urbano”, non potrebbe essere esportato né per lo smaltimento né per il recupero;

la legge n. 16/2002 ha tuttavia riclassificato il CDR come "rifiuto speciale", consentendone lo smaltimento in regioni diverse da quella di produzione, in violazione del cosiddetto "principio di autosufficienza" che si applica ai soli rifiuti urbani non pericolosi;

la gestione dei rifiuti in Italia si sta caratterizzando per la tendenza a deregolamentare la normativa di settore e ad inviare i rifiuti prodotti sul territorio nazionale nei paesi vicini, come ha denunciato anche l'associazione ambientalista Greenpeace nella sua campagna contro l'inquinamento;

diversi intellettuali, tecnici e opinionisti albanesi sono intervenuti ponendo pesanti interrogativi sulla vicenda dell'importazione di rifiuti dall'Italia e le associazioni ambientaliste locali sono scese in piazza insieme a semplici cittadini allarmati dalle notizie apprese e preoccupati per la vicinanza dei siti a centri abitati;

in particolare, l'area scelta per il termovalorizzatore a Nord di Durazzo risulta essere una delle poche zone albanesi a vocazione turistica che non sia stata devastata dalla speculazione edilizia di questi ultimi anni;

secondo quanto riportato dal quotidiano "Il Manifesto" del 17 giugno 2004 di fronte a queste critiche l'ambasciatore italiano in Albania, Jannucci, avrebbe attaccato la stampa albanese dichiarando: “Per entrare in Europa non basta non aver più bisogno dei visti, significa accettare la libera concorrenza e lo standard del pensiero europeo. Se gli albanesi vogliono entrare in Europa devono pensare come gli europei”. Ed inoltre: “Tutto questo non fa che influenzare negativamente i negoziati per l'integrazione nella UE, perché con questi atteggiamenti si dà ragione a chi pensa che l'Albania non è ancora pronta e matura per entrare nella grande famiglia europea”;

infine, sempre secondo "Il Manifesto", il nostro ambasciatore avrebbe proposto, come rimedio alla disinformazione giornalistica ed alla rabbia delle associazioni ambientaliste e della cittadinanza, di organizzare una "pubblicità progresso", suggerendone anche lo slogan: “Chi disinforma tiene anche te lontano dall'Europa. Digli di non farlo!” ;

l’Italia deve ancora ratificare il Protocollo di Izmir della Convenzione di Barcellona, che regolamenta il trasporto transfrontaliero dei rifiuti pericolosi nel Mediterraneo, ed a tale proposito lo scrivente ha depositato ad inizio legislatura un disegno di legge,

si chiede di sapere:

se risulti al Governo che l'ambasciatore italiano in Albania sia effettivamente intervenuto sul merito della vicenda pronunciando le accuse alla stampa locale riportate dal “Manifesto” e, in caso affermativo, se abbia reso tali dichiarazioni di propria iniziativa o nel rispetto di indirizzi del Ministero degli affari esteri, e quindi se il Governo condivida le affermazioni ed i punti di vista espressi dall'ambasciatore nei termini riportati;

se non si ritenga opportuno, in presenza di un quadro normativo contraddittorio ed insufficiente che rischia di alimentare ulteriormente le ecomafie, non dare seguito al contratto di concessione fra le autorità albanesi e la società italiana ''Albanianbeg ambient'', facente capo al consorzio privato ''Co.La.Ri.'' (Consorzio laziale rifiuti), che si occupa tra l’altro dello smaltimento dei rifiuti di Roma;

se non si ritenga necessario bloccare l'esportazione di CDR dall'Italia verso l'Albania, come richiesto dalle associazioni e dall'opinione pubblica locale;

quali informazioni, ai fini della concessione delle agevolazioni finanziarie, abbiano assunto le autorità italiane in relazione al progetto del termovalorizzatore di Durazzo;

se il progetto in questione sia stato proposto da un soggetto privato o da autorità pubbliche albanesi e quale sia stato l'iter che ne ha consentito il finanziamento a tasso agevolato ;

quali studi siano stati fatti in ordine all'impatto ambientale conseguente alla costruzione dell'impianto di termovalorizzazione e in relazione all'inquinamento potenziale derivante dalla successiva messa in funzione dello stesso;

se siano allo studio ulteriori ipotesi di finanziamento per progetti analoghi connessi alla cooperazione italiana all'estero, con particolare riferimento ai paesi dell'Est europeo.