Atto n. 4-02895

Pubblicato il 12 febbraio 2020, nella seduta n. 190
Risposta pubblicata

CAMPAGNA , FLORIDIA , GRANATO , CORRADO , ABATE , LA MURA , NATURALE , CORBETTA , MATRISCIANO , ANGRISANI , MORONESE , PRESUTTO , NOCERINO , PIRRO , AUDDINO , GIANNUZZI , LEONE , TRENTACOSTE , MANTERO , ENDRIZZI , PAVANELLI - Al Ministro dell'istruzione. -

Premesso che:

con la legge 20 agosto 2019, n. 92, è stato introdotto nel nostro Paese l'insegnamento dell'educazione civica, comprensivo dell'educazione ambientale, nelle scuole di ogni ordine e grado;

tale provvedimento che rappresenta, in questo momento di grave emergenza per i cambiamenti climatici, un'inversione di tendenza davvero significativa e all'avanguardia nello scenario mondiale, rischia tuttavia di essere vanificato dalla sconcertante notizia, diffusa da un comunicato dell'associazione nazionale presidi (Anp), dell'accordo stipulato tra quest'ultima ed Eni per l'avvio di un programma di seminari sulle tematiche ambientali, per affiancare le scuole e formare i docenti supportandone la capacità progettuale;

in base all'accordo, Eni e Anp organizzeranno in tutta Italia degli incontri gratuiti, in collaborazione con l'ente formativo "Dirscuola", su 4 macro tematiche: cambiamento climatico, rifiuti, efficienza energetica e bonifica dei siti contaminati;

considerato che, a quanto risulta agli interroganti:

mentre la vera sfida globale è rappresentata dalla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, per contenere l'aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, la multinazionale degli idrocarburi Eni, controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, continua a puntare su esplorazioni e trivellazioni di fonti fossili in 67 Paesi del mondo, investendo, secondo l'ultimo rapporto di Legambiente "Enemy of the planet", appena l'1,88 per cento del proprio fatturato in progetti di sviluppo per le energie rinnovabili;

Eni è responsabile di immani disastri ambientali (come quello compiuto a Gela in Sicilia), dello sfruttamento dei Paesi poveri, di gravi fatti di corruzione internazionale e di greenwashing. Da decenni Eni utilizza messaggi pubblicitari ingannevoli, come lo spot che spacciava il diesel "green" per sostenibile, nonostante fosse, come sottolineato dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, altamente inquinante, e iniziative di responsabilità sociale per coprire i devastanti impatti ambientali delle proprie attività;

considerato infine che a parere degli interroganti appare quantomeno incoerente, se non paradossale, la scelta del coinvolgimento di un'azienda accusata di gravissimi disastri ambientali nei progetti formativi che si propongono di rilanciare la scuola come modello di organizzazione che si basa sull'applicazione di un nuovo paradigma ecologico. Diverse associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente, Greenpeace, WWF, Kyoto Club, Italian climate network e Teachers for future Italia si dichiarano molto preoccupate dell'iniziativa che vede proprio Eni svolgere un ruolo chiave in questo percorso formativo e invitano i docenti a boicottare l'iniziativa,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione e quale sia la sua valutazione in merito;

se non ritenga opportuno intervenire, affinché tale percorso formativo venga svolto da soggetti terzi rappresentanti degli interessi collettivi, come le numerose associazioni e organizzazioni non governative che portano avanti da anni programmi di educazione ambientale, e non da un'azienda privata che fa enormi profitti sfruttando i combustibili fossili.